Matteo Pacini: Rethink the City a Milano Malpensa

Una porta sul mondo che suggerisce nuove visioni del rapporto tra l’essere umano e la città. Questa l’idea alla base di RETHINK THE CITY, imponente installazione site-specific realizzata dall’artista parmense Matteo Mezzadri, che campeggia dal 13 aprile per tutta la stagione estiva e fino al 31 ottobre presso la “Soglia Magica”, la Porta di Milano al Terminal 1 dell’Aeroporto di Milano Malpensa. In merito al progetto, promosso da SEA, Aeroporti di Milano e Comune di Milano, abbiamo intervistato Matteo Pacini, che con il suo team PACMAT Art in progress appositamente per questo spazio espositivo, ha ideato e curato questa installazione che rompe la continuità architettonica aeroportuale e si inserisce nel ciclo di mostre con tematiche ambientali e urbane “Orizzonte degli eventi”.

Buongiorno dott. Pacini. Parliamo di questa installazione artistica di Matteo Mezzadri presso l’aeroporto di Malpensa, di cui lei è curatore. Parliamo di un luogo “non luogo” normalmente, a mio modo di vedere, ovvero un posto che si attraversa solamente, cercando di restarci il meno possibile. Viceversa, voi siete partiti da un approccio totalmente diverso, è giusto?

Esatto, l’intento è proprio questo. L’obiettivo che perseguo da quando ho iniziato la mia attività di curatore d’arte contemporanea è di far convivere l’oggetto dei miei studi, l’arte contemporanea, con luoghi non convenzionali. Quindi cerco di portare l’arte in posti insoliti, che non siano sempre e solo le “classiche” gallerie e musei, che spesso incutono un certo timore reverenziale nel visitatore, favorendo l’irruzione dell’arte contemporanea in luoghi con un’altra vocazione. MI interesso e mi occupo anche di archeologia industriale, di studio del territorio attraverso l’architettura e l’urbanistica e di quelli che l’antropologo francese Marc Augé definisce “nonluoghi”: zone di passaggio e di transito che, per definizione, sono non identitari e non relazionali. L’aeroporto è sicuramente tra questi: uno spazio di passaggio che ha le stesse caratteristiche in tutte le parti del mondo e che fa ritrovare ai viaggiatori gli stessi punti di riferimento. Nell’architettura di un aeroporto, del resto, c’è lo stesso concetto che sta alla base della realizzazione dei grandi centri commerciali, tutti uguali per dare un senso di familiarità al visitatore. L’aeroporto di Malpensa ha al suo interno questo spazio meraviglioso che si chiama “Soglia magica”. Si tratta di un passaggio tra la stazione ferroviaria e il Terminal 1, in cui il passeggero si trova catapultato in uno spazio inaspettato, ampio, nero, disorientante. Qui si trova l’installazione di Matteo Mezzadri, RETHINK THE CITY, visitabile fino al 31 ottobre e che ha richiesto uno sforzo non indifferente per il suo allestimento, impegnando una squadra di oltre dieci persone.

Si tratta del PACMAT_ART_IN_PROGRESS?

Esatto, una sorta di HUB che fa da collegamento tra artisti, enti ospitanti e professionalità di diversa tipologia nell’ambito dell’organizzazione di eventi artistici per formare, di volta in volta, un gruppo di lavoro specifico. Quest’attività è inizialmente partita in modo autonomo ed è poi cresciuta avvalendosi di potenzialità diverse che mutano a seconda della necessità. Per questo progetto si va dalla grafica alla Falegnameria di Quartiere (31.09.10 Milano) che ha realizzato gli allestimenti, arrivando alla società di servizi che si è fatta carico di tutti gli adempimenti burocratici (Artextension). L’installazione consta di 400 mq di ampiezza con oltre 6.000 mattoni messi a disposizione dal gruppo Danesi di Soncino (CR), storica azienda di laterizi a livello nazionale, che è main sponsor di questa impresa titanica che abbiamo portato a termine. Immagini quanto complesso possa essere costruire una città all’interno di una città, con strutture alte fino a 4,5 metri. Matteo Mezzadri studia da tempo i legami che connettono l’arte al sociale, che caratterizzano il mondo attuale e quella che potrebbe essere la città del futuro di fronte a un incremento molto forte dell’urbanizzazione. Si calcola che nel 2050 vivrà nelle città l’85% della popolazione mondiale. Più che pensare su “come” sarà la città del futuro, Mezzadri riflette su “cosa” sarà. Propone una visione in cui dà molta rilevanza al vuoto, che in questo è l’elemento centrale della costruzione di una ipotetica città del futuro e potrà garantire la possibilità alle persone di fare rete.

L’importanza sociale che viene sottolineate alla luce di una urbanizzazione calcolata all’85% assume un valore particolarmente pregnante.

L’ONU stima che entro il 2050 arriveremo a 9 miliardi di persone sulla Terra; quindi, avremo una massa di individui concentrati in spazi ridotti e le città arriveranno a fondersi una con l’altra. Questo ci porta a riflettere sulla necessità di importanti cambiamenti nella struttura sociale per programmare spazi urbani in modo tale che non diventino una sorta di inferno.

Per visitare la mostra non è necessario essere un viaggiatore, ma può venire chiunque?
Certamente, l’aeroporto è uno spazio aperto 24 ore su 24. La “Soglia Magica” di Malpensa ospita mostre di pregio da circa dieci anni e il Comune di Milano insieme a SEA Aeroporti sta spingendo molto affinché si affermi sempre di più come luogo deputato all’arte. Infatti, con il prezioso aiuto del responsabile dei progetti culturali di SEA aeroporti Luciano Bolzoni, stiamo già lavorando a un altro evento che seguirà questa installazione, di cui al momento non posso anticipare molto, ma che si inscriverà nel format “Orizzonti degli eventi”, serie espositiva che, a partire da questa mostra di Mezzadri, indaga sul rapporto spazio-città e viaggiatore-città. La definizione viene dall’astronomia e si riferisce alla soglia del buco nero e al rapporto tra presente, passato e futuro. L’orbita del viaggiatore viene paragonata a quella dei corpi celesti e, in questo caso, la “Soglia Magica” viene definita come un buco nero in cui ci si può estraniare e dove i concetti di spazio e tempo sembrano fondersi: un punto di vista privilegiato in cui passato e futuro si incontrano conquistando il presente.

C’è anche un video che si unisce all’installazione, giusto?

Esatto, “Neighbors Machine” è una installazione video in cui, sullo schermo, scorrono e si incastrano in forma casuale immagini di edifici senza alcuna logica che ne determini le giustapposizioni, una serie fotografica realizzata dall’artista durante i suoi viaggi che si combina di volta in volta in forma del tutto casuale, come si trattasse di un videogioco. Una surreale metropoli contemporanea fatta di immagini di diverse città raccolte dall’artista durante i suoi viaggi, dove lo spazio architettonico viene reinventato e rimodulato attraverso le sue linee, spezzate soltanto dalla saltuaria apparizione di ignare comparse colte nella loro quotidianità.

Altra connessione dell’installazione di Mezzadri a Malpensa è la sua connessione alla Biennale di Venezia?

Mezzadri è stato invitato dal padiglione del Camerun, per il quale ha creato un’installazione della stessa tipologia di quella di Malpensa – che è la più grande da lui mai realizzata –, ma in scala ridotta. È un artista che sta ricevendo crescenti gratificazioni e riconoscimenti per la sua arte e per il suo indagare “l’architettura dei legami”.

L’installazione punta molto a una dimensione green e sostenibile.

Una volta terminata la mostra nulla verrà buttato. Tutto il materiale sarà recuperato una volta esaurito il suo uso a scopo artistico, per far sì che quella che rappresenta una visione della città del futuro possa concretamente diventarlo attraverso il riutilizzo di ogni singolo mattone nella “città che verrà”.

Progetti futuri? Sta già lavorando a qualcosa?

Sto seguendo un progetto ambientato sull’Isola Polvese nel Lago Trasimeno, promosso da ARPA Umbria, dalla Provincia di Perugia e da Art Monsters, associazione culturale molto attiva sul territorio umbro. Il Lago Trasimeno è il quarto per estensione in Italia, ma la sua conformazione di lago laminare – di ampia superficie ma bassa profondità – lo rende un ecosistema particolarmente fragile, soprattutto a causa della grave crisi idrica attuale. Auspico che questa mostra porti maggiormente all’attenzione pubblica questo genere di tematiche ambientali dalle quali non ci è più possibile prescindere.

In questi progetti l’arte non si limita a donare bellezza, ma diventa anche veicolo sociale.

Le tematiche ambientali, urbanistiche e sociali sono sempre più al centro dei miei interessi. Affrontarle attraverso l’arte aiuta a sviluppare riflessioni per arrivare a soluzioni concrete. Nell’installazione dell’aeroporto di Milano Malpensa il tema così attuale del vivere quotidiano è centrale. Il non creare disuguaglianze e fare rete è uno dei focus su sui si fonda la mostra, così come l’organizzazione degli spazi comuni in cui vivere più armonicamente possibile, abbattendo alienazione, emarginazione e isolamento che sono tra i principali mali che affliggono la nostra società.

[NdR – si ringrazia l’ufficio stampa Tania Cefis per l’assistenza]

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