La lotta per la leadership in GB
La caduta di Boris Johnson in Gran Bretagna ha aperto, com’è logico, un aspro conflitto all’interno del Partito Conservatore. All’inizio, i candidati erano otto, poi, attraverso il processo di eliminazione per voti successivi nel gruppo dei deputati Tory, sono rimasti due: l’ex Ministro delle Finanze, Rishi Sunak e la Ministra degli Esteri, Liz Truss. Nell’ultima conta tra i parlamentari, Sunak era in testa; ma tra gli iscritti al partito, a cui spetta la scelta finale, Liz Truss appare, nei sondaggi, avanti con un largo margine (62% rispetto a 38%).
Rishi Sunak è un indiano, ha sposato la figlia di un ricchissimo compatriota che vive negli Stati Uniti, anche se rivendica le sue origini modeste. Ha dimostrato, come Ministro delle Finanze, una certa competenza, ed è lui che ha dato il colpo decisivo a Boris Johnson con le sue dimissioni dal governo. Sta facendo una campagna tutto sommato onesta, rifiutandosi di fare promesse impossibili su abbassamento delle tasse, aumento della spesa pubblica etc. È molto popolare tra i suoi colleghi, ma gli nuoce l’immagine di élite che il grande pubblico non apprezza. E forse, anche se nessuno lo ammetterebbe, gli nuoce il fatto di non essere un vero inglese.
Liz Truss appartiene alla classe media, obbedisce alla destra del partito e non rifugge dal fare promesse a largo raggio. Il processo elettorale si concluderà il 5 settembre, termine entro il quale gli iscritti al partito possono inviare il loro voto. Subito dopo, l’eletto riceverà l’incarico di Primo Ministro e formerà il suo governo.
Non serve entrare nelle conseguenze della scelta sul piano interno inglese. Dobbiamo invece cercare di capire cosa succederà sul piano internazionale. Naturalmente, nulla cambierà nella posizione atlantica di Londra (anche se alcuni accusano Sunak di simpatie procinesi). Facciamo però l’ipotesi che vinca Liz Truss. Anche in questo caso, nessun cambio di fondo. Non c’è però nessuna previsione che migliorino, o divengano più ragionevoli i rapporti con l’Europa. Liz Truss è fra i brexiter più accaniti. Il lato positivo è che, come Ministra degli Esteri, ha assunto una posizione antirussa dura quanto quella di Boris Johnson. Se andrà a Downing Street, ci sarà sicuramente da aspettarsi che il sostegno britannico all’Ucraina, anche sul piano militare, continuerà.
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