Corro da te (Film, 2022)

Riccardo Milani aveva cominciato bene – scuola Monicelli, Luchetti e Moretti – poi si è perso come autore, dedicandosi a fiction e cinema commerciale, anche se (di tanto in tanto) ci regala buone cose come i televisivi Volare e Di padre in figlia. Grandi successi commerciali Mamma o papà? e i due gatti in tangenziale, interpretati dalla moglie Paola Cortellesi e Antonio Albanese, tutti di scarso valore cinematografico. Milani è autore intelligente, cavalca mode, crediamo che lui stesso sia consapevole della pochezza di certe operazioni che strizzano l’occhio a un pubblico da tempo assuefatto a un cinema stereotipato.

Corro da te tocca il culmine della mancanza di idee, realizzando un remake peggiorativo del film francese Tutti in piedi (Tout le monde debout) di Franck Dubosc, in salsa cinema comico italiano contemporaneo. In breve, la trama. Gianni (Favino) è un uomo d’affari cinquantenne, scapolo, bugiardo patologico, come il padre (Placido) interessato alle donne per scommessa erotica più che come persone. Vive un rapporto conflittuale con la madre (che muore nelle prime sequenze) e con il fratello, non cerca l’amore, fino a quando non conosce la bella Alessia (Fogliati) – per un insieme di circostanze lei lo crede paraplegico – che gli presenta Chiara (Leone). Il sentimento tra i due non sboccia subito, prima c’è una sceneggiata da pappagallo, più complessa del solito, perché la ragazza è paraplegica, e lui deve continuare a recitare la parte dell’uomo costretto in sedia a rotelle. Mi fermo con la storia, perché chi volesse vedere questa commedia insulsa e raffazzonata deve almeno gustare i colpi di scena, molto incongruenti, credibili solo se accettiamo la totale insipienza del contesto.

Attori molto bravi, da Favino a Leone, passando per Scalera (segretaria tuttofare), Fogliati e Placido, con la chicca dell’ultima interpretazione di Piera Degli Esposti, costretti nelle maglie di una sceneggiatura risibile e obbligati a recitare dialoghi con frasi da Baci Perugina. Fotoromanzo surreale, telenovela colombiana, farsa con pretese, non so quale definizione sia più calzante per questa pessima pellicola, uno dei punti più bassi del cinema italiano contemporaneo, nonostante la concorrenza sia agguerrita. Ogni volta che si ride lo si fa con imbarazzo.

Troviamo qualche pregio: una buona colonna sonora a base di pezzi rock classici e una discreta fotografia di Roma e Torino. Tutto il resto è cinema inutile, commedia con pretese, tutte disattese.

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Regia: Riccardo Milani.  Soggetto: Franck Dubosc. Sceneggiatura: Riccardo Milani, Furio Andreotti, Giulia Calenda. Fotografia: Saverio Guarna. Musiche: Piernicola Di Muro. Scenografia: Sergio Tribastone. Produttore: Oliovia Sleiter. Case di Produzione: Vision Distribution, Wildside. Ligua: Italiano. Paese di Produzione: Italia, 2022. Durata: 153’. Genere: Commedia (?). Interpreti: Pierfrancesco Favino, Miriam Leone, Vanessa Scalera, Pilar Fogliati, Piera Degli Esposti, Michele Placido, Giulio Base, Cesare Capitani.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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