Agosto 1991, l’ultimo tentativo di salvare l’URSS
Che cosa sarebbe accaduto se nell’agosto 1991 Boris Yeltsin non fosse salito su un carrarmato per impedire il colpo di stato che voleva deporre Gorbaciov, preservare l’integrità dell’Unione Sovietica e mantenere l’egemonia e il potere centrale del PCUS? La storia, ovviamente, non è fatta con i “se” ma con i fatti, e i fatti sono quelli che oggi vedono l’attuale contesto; tuttavia, alcune domande è opportuno porsele.
Parleremmo oggi di Guerra in Ucraina o avremmo di fronte un contesto geopolitico ben diverso? La Repubblica Ucraina entrò nell’URSS da cui dichiarò l’indipendenza tre giorni dopo il fallito colpo di Stato. Ma quello stesso giorno dichiarò la sua indipendenza la Lettonia, il giorno prima lo aveva fatto l’Estonia mentre la Lituania lo aveva fatto un anno prima. Se i fatti del 21 agosto 1991 fossero andati diversamente avremmo probabilmente assistito a nuovi interventi dell’armata Rossa come a Budapest nel 1954 o a Praga nel 68?
Probabilmente non vi sarebbero stati al momento spiegamenti di carri armati o invasioni, ma è certo che i golpisti avrebbero fatto di tutto per ricostituire l’Unione Sovietica e il blocco che rappresentava pur dovendo prendere atto che l’Europa dell’Est era profondamente cambiata e i cosiddetti paesi satellite si erano già staccati dall’egemonia di Mosca e, non dimentichiamolo, il Muro di Berlino era crollato.
Ciò nonostante, fu proprio lo stesso KGB, il potente e temuto servizio segreto sovietico, e di cui Vladimir Putin era membro e si dimise proprio il giorno prima del fallito colpo di Stato, ad organizzare il tentativo di deporre Gorbaciov. Alla guida del Golpe si pose un comitato di otto leader dell’URSS e, in particolare, il vicepresidente Janaev, il primo ministro Pavlov, i ministri dell’interno Pugo e della difesa Jazov oltre a Ktjuckov, presidente del KGB.
Il 19 agosto la TASS, agenzia ufficiale di comunicazione del governo, ergo del Partito, emanò un comunicato con cui si dichiarava l’incapacità per motivi di salute di Gorbaciov di mantenere la presidenza dell’URSS e venne dichiarato lo stato di emergenza, ridefinite le cariche dei leader e disposti interventi militari. Gorbaciov era di fatto agli arresti domiciliari nella sua dacia di vacanza in Crimea e venne isolato da ogni tipo di comunicazione. Yeltsin, che doveva essere arrestato, prese l’iniziativa e, dopo una serie di incontri e colloqui, decise di recarsi a Mosca e, dopo aver contattato diplomatici stranieri, ottenne il sostegno della diplomazia. Nel frattempo, il fronte golpista si stava sfaldando e vi furono numerose defezioni e Yeltsin poté salire su un carrarmato per pronunciare il discorso in difesa delle istituzioni e, senza in alcun modo confermare la validità dell’investitura di Gorbaciov, poté sostenere che “Nella notte tra il 18 e il 19 agosto 1991, il presidente legalmente eletto del Paese è stato rimosso dal potere. Qualunque siano le ragioni di questa rimozione, abbiamo a che fare con un colpo di Stato, incostituzionale, della destra reazionaria”. Poche parole ma che sono un piccolo capolavoro di astuzia politica degno del miglior Machiavelli e che ebbero effetto.
Il successivo 21 agosto si verificò una spaccatura nell’esercito che sembrava essere schierato con i golpisti e, nello stesso giorno, il Presidium del Soviet Supremo dell’URSS, dichiarò illegale l’effettiva rimozione del presidente dell’URSS dalle sue funzioni e chiese al vicepresidente di annullare i decreti e le decisioni dello stato di emergenza ritenuti invalidi. Alle 22:00, il procuratore generale emise un mandato d’arresto nei confronti dei leader golpisti. Pochi giorni dopo Eltsin subentrò di fatto nella posizione di leader indiscusso di un URSS in dissolvimento e fu il primo presidente della ricostituita attuale Russia.
Quello di Mosca 1991 è l’ultimo tentativo di colpo di Stato in Europa e fallì per l’eccessivo ottimismo dei suoi autori, la mancanza di preparazione e anche per la reazione popolare, ma non è del tutto erroneo pensare che da un tentativo fallito di Golpe, Yeltsin se ne avvantaggiò per prendere il potere. Effetti non voluti o saper manovrare la politica anche nei momenti peggiori?
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