Le interferenze straniere
Interferenze nella politica italiana esistono dal primo dopoguerra: l’URSS sosteneva il PC anche finanziariamente, gli Stati Uniti appoggiavano in tutti i modi la DC e altri partiti pro-occidentali.
Che i servizi russi di intelligence cerchino di influenzare le elezioni in un Paese di prima linea, come l’Italia, non è perciò inedito, né deve di per sé scandalizzare. Lo scandalo nascerebbe se e quando si provasse che uno o più partiti avessero accettato sostegno e magari soldi dalla Russia (come fu dimostrato per la La Pen in Francia). Da tempo ci sono indizi di legami tra Lega e Mosca, e Salvini lo ritengo capace di questo e altro. Berlusconi gioca a carte scoperte, ma non penso sinceramente che si lasci guidare da Putin. E mi sembra di poterlo escludere per Giorgia Meloni, se non altro per l’atteggiamento fermo e deciso che ha tenuto e tiene sull’Ucraina. Morale: può darsi che Mosca cerchi di determinare il voto degli italiani, come influenzò quello degli americani a suo tempo, ma penso che alla destra, nella sua massima esponente attuale, va dato credito che non sia suscettibile a queste lusinghe. Insistere su questo tema è, dunque, a mio avviso, inutile ed errato. Come erra il grillo parlante Letta nel dire che la vittoria della destra farebbe felici Trump, Putin e Orban. Può darsi, come a noi ha reso lieti la vittoria di Macron in Francia, ma credo che si tratti di un aspetto di scarsissimo interesse per chi voterà.
La verità è che chi sceglierà la destra lo farà perché essa si presenta in una coalizione unita e, per ora, solida e soprattutto, perché ha nel suo programma punti a cui molti sono sensibili: maggiore sicurezza, limiti seri all’immigrazione incontrollata, un fisco meno gravoso. La sinistra, purtroppo, offre invece vecchie ricette e propone temi di scarsa priorità, come lo jus scholae. Come ho scritto più volte, il discrimine stava nella politica estera, soprattutto europea, ma su questo la destra ha saputo fare chiarezza.
Non so cosa si diranno Letta e la Meloni nel confronto diretto in settembre, ma non vorrei essere nei panni del leader del PD.
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