Fabio di Celmo, una storia incompiuta
Fabio Di Celmo era un imprenditore italiano innamorato di Cuba. Come non esserlo specie in quel periodo alla fine degli anni Novanta prima dell’arrembaggio selvaggio del turismo mondiale. Si occupava di forniture alberghiere. Purtroppo, era un periodo ancora instabile dove gli atti di terrorismo anticastrista erano frequenti. E lui saltò su una bomba messa all’Hotel Copacabana. Aveva 32 anni.
Mentre da noi è una vittima come tante dimenticate dalla storia, a Cuba no, Fabio viene ricordato ogni anno il 4 settembre data dell’attentato. E così domenica scorsa, il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha omaggiato in una cerimonia commossa, a L’Avana, il giovane italiano Fabio Di Celmo, nel 25º anniversario della sua morte.
Il Capo di Stato ha ricordato su Twitter quella irreparabile perdita: «Ricordiamo Fabio Di Celmo, il giovane italiano che 25 anni fa è stato vittima del terrorismo promosso dagli Stati Uniti contro Cuba. era nel fiore della vita quando l’odio e la crudele intenzione di seminare terrore in questa terra posero fine ai suoi progetti”. Altre offerte di fiori, a nome di lavoratori del Hotel Copacabana sono state poste dove Di Celmo, perse la vita. «La storia della Rivoluzione è stata marcata da innumerevoli azioni di terrorismo disegnate da gruppi nemici di Cuba, che operano impunemente a Miami da più di sei decenni» ha detto nell’omaggio Fernando González Llort, presidente dell’ICAP.
Alla storia di Fabio di Celmo è dedicato il film La sottile linea della verità, una produzione Italia-Cuba-Spagna del 2006, del regista Angelo Rizzo. In questo film fece una partecipazione Fidel Castro interpretando sé stesso. La pellicola, presentata al Festival di Berlino nel 2008, ripercorre gli ultimi giorni di vita del giovane italiano. Una brutta storia, una giovane vita spezzata, un grande amore per Cuba che l’isola non ha mai smesso di ricambiare.
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