Una vita
La scomparsa di una persona molto anziana non dovrebbe prenderci alla sprovvista, eppure è così. Quando una persona, specialmente se si tratta di una grande figura pubblica, è lì da tanto tempo, che ha fatto da sfondo alla nostra vita, inconsciamente la consideriamo immortale. Così per Elisabetta II. La sua scomparsa insegna invece che nessuno sfugge al destino comune. Ed è con lei che un altro pezzo della nostra vita se ne va.
La Regina aveva dieci anni più di me, è stata in qualche modo presente in tutta la mia vita. L’ho incontrata per la prima volta a Roma, al Quirinale, nella sua prima visita di Stato all’Italia. Presidente era allora Giovanni Gronchi ed io ero un giovanissimo diplomatico in servizio di cerimoniale per la visita. La incrociai più volte negli immensi saloni e le fui presentato tra gli altri. Mi colpì la bellezza dei suoi occhi, di un colore azzurro sul viola, ma anche la sua non grande statura. Non era forse bella, ma era qualcosa di più. Irradiava una grande eleganza e una straordinaria regalità. Era, sotto ogni aspetto, una “presenza”, e così l’ho risentito ogni volta che l’ho rivista, man mano invecchiata ma sempre immancabilmente regale.
La sua vita, al di là degli ori e delle pompe in cui gli inglesi restano maestri, al di là dei privilegi immensi, è stata una vita di dovere, un dovere a cui ha molto sacrificato. Ha presieduto con immensa dignità al trapasso di un’epoca, passando da un tempo ancora imperiale ai Beatles e al passaggio del suo paese a potenza di second’ordine, restando sempre la stessa pur nei sottili adattamenti ai tempi. Non ha mai perduto rispetto e affetto del suo popolo e, pur non essendo una donna della politica, è stata una donna di Stato nel senso più alto della parola. Ha portato con dignità anche le vicende scandalose di una famiglia che le ha dato molti dispiaceri senza però mai farsi umiliare. Ha trattato con 15 Primi ministri (da Churchill a Liz Truss) e con più di 150 Capi di Stato e di Governo stranieri, restando sempre il “focus” dell’attenzione.
Una vita modello e, temo, irripetibile. Si può solo augurare al suo successore di non sfigurare troppo al confronto.
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