Luciano Salce, regista sottovalutato

Nel 2022 ricorrono centenari importanti, come quello della marcia su Roma, della nascita di Paul Marcinkus e della morte di Marcel Proust. Nel mondo del cinema, quelli della nascita di Vittorio Gassman, Pierpaolo Pasolini e del Tenente Kojak, al secolo Telly Savalas. A questi nomi se ne deve aggiungere un altro non meno prestigioso ma, probabilmente, meno ricordato forse anche a causa della prematura scomparsa.

Luciano Salce nacque a Roma esattamente il 25 settembre 1922. La sua carriera nel mondo dello spettacolo inizia nell’immediato dopoguerra, con la compagnia di Evi Maltagliati insieme al coetaneo Gassman. La sua attività prosegue fino agli anni Sessanta tra teatro e cabaret tra l’Europa e il Brasile insieme a Vittorio Caprioli e Franca Valeri fino a passare alla regia.

Il primo film diretto è una commedia che non passa alla storia: “Le pillole di Ercole”. Il cast che si affida alla regia di un esordiente è di tutto rispetto: Nino Manfredi, Silva Koscina, Vittorio De Sica e Andreina Pagnani, tutti attori già affermati all’epoca.

Il suo primo importante successo è dell’anno successivo quando, con un superlativo Ugo Tognazzi e l’esordiente Stefania Sandrelli, gira “Il Federale”. Oltre all’interpretazione di Tognazzi che supera il suo precedente ruolo di attore comico, del film è stato detto che è riuscito a rendere l’argomento, per molti versi ancora bruciante, un divertimento intelligente e onesto proprio per merito della regia di Luciano Salce e della calibrata interpretazione di Ugo Tognazzi, fedelissima e aderente al personaggio in tutti gli aspetti fisici e gli atteggiamenti spirituali del fanatismo puro e sprovveduto. Il film segna anche l’esordio come autore di temi musicali di Ennio Morricone.

L’attività di regista di Salce prosegue negli anni Sessanta tra film di costume, che vedono spesso protagonista Gassman, fino a due film inconsueti sia per il regista sia per il panorama cinematografico italiano a sfondo politico: “La pecora nera” e “Colpo di Stato”. In quest’ultimo Salce si cimenta addirittura nella fantapolitica e, girando nel 1969, descrive le elezioni del successivo 1972 nelle quali risulta clamorosamente vincitore il Partito Comunista i cui vertici, tuttavia, dopo un colloquio con Mosca dichiarano che i risultati elettorali erano sbagliati e, in realtà, partito vincitore era la democrazia Cristiana. Dati i tempi non ci si deve meravigliare se il film sparì all’epoca come viene riferito da notizie reperite in rete per riapparire solo nel 2004.

L’anno stesso arriva il successo del grande pubblico con “Il professor dottor Guido Tersilli, primario della clinica Villa Celeste convenzionato le mutue”, seguito del “Medico della Mutua” ed entrambi con Alberto Sordi. Fino ai primi anni Settanta salce dirige anche alcuni tra i primi film “di genere” con Lando Buzzanca come “Homo Eroticus” e “Il Prete Sposato.” Partecipa come attore a numerosi film, diretti non solo da lui. Tra tutti ricordiamo “Ettore Lo Fusto” film sottovalutato diretto da Enzo G. Castellari con un cast veramente stellare che vedeva oltre a Salce Philippe Leroy, Vittorio De Sica, Giancarlo Giannini, Rosanna Schiaffino, Vittorio Caprioli e Aldo Giuffrè.

Film e successi, specialmente televisivi, si susseguono fino agli anni Settanta quando la sua carriera lo fa imbattere professionalmente in Paolo Villaggio che dirige in “Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno” fino ai primi due film della saga di “Fantozzi”, Due capolavori rispetto ai successivi episodi che sembrano vere e proprie parodie mal realizzate delle vicende di un simbolo italiano.

Tra le successive regie importanti deve essere ricordato “Il Belpaese”, film del 1977 sempre con Villaggio in cui Salce descrive con sagacia, ironia e tristezza la situazione dell’Italia nel pieno degli anni di piombo. Seguono altri film tra cui “Vieni avanti cretino” che rende omaggio all’avanspettacolo italiano. Muore a soli 67 anni.

Una nota non piacevole caratterizza l’intera sua lunga carriera. Non ha mai vinto un premio cinematografico o avuto un riconoscimento. Neppure postumo.

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