Cresce la Destra in Svezia
Le crisi continue nell’ambito dell’Unione Europea, iniziando da quella economica del 2008, passando per l’immigrazione, poi il Covid, il caro energia, un continuo susseguirsi di problematiche che governi nazionali ed esecutivo europeo hanno affrontato, spesso, non proprio come meglio si poteva, stanno presentando il conto. La destra populista sta avanzando in tutto il continente cavalcando il malcontento e con una narrazione spesso fatta ad arte di avvenimenti come la crisi greca.
Il risultato è l’avanzata della Le Pen in Francia, la vittoria di FdI nel nostro Paese, ricordando le destre al potere già da tempo in Polonia ed Ungheria, con strette sui diritti civili, d’informazione, sulla giustizia indipendente. Ma la prima vittoria chiaramente di destra, con assunzione del potere, è avvenuta in Svezia, dove il blocco guidato da Jimmie Akesson, ha ottenuto il 49% dei voti, e in parlamento avrà 176 seggi, tre in più del centrosinistra che ha raccolto il 48% dei consensi. E’ vero che con il 30% delle preferenze i più votati rimangono i socialdemocratici, i Democratici Svedesi, diretti discendenti dei neonazisti, hanno guadagnato oltre il 20% dei voti.
La premier uscente Magdalena Andersson, che aveva finora governato su un sottile equilibrio, ma con piglio deciso, si è dimessa dichiarando: “So che molti svedesi sono preoccupati. Capisco la vostra preoccupazione e la condivido”. Sotto la guida di Akesson la destra svedese ha fatto un’operazione di cleanwashing come in Francia e Italia la Le Pen e la Meloni, sfumando i toni, sorvolando sui punti più controversi, innalzando una cortina di fumo. Nel quadro generale del continente europeo di cui la Svezia fa parte, è latente la sinistra, che oramai trova il suo elettorato nelle classi abbienti mentre la destra va a mietere voti nelle zone più depresse, nelle periferie, tra le classi meno abbienti.
Se uno dei temi principali dei problemi svedesi fu l’immigrazione, nel 2015 arrivarono 163.000 persone in un paese che conta 10 milioni di abitanti; il problema attuale è la guerra di gang e il narcotraffico che riempiono le notizie di sparatorie, violenze, attentati, regolamenti di conti. Alla guida del nuovo governo siederà il leader del Partito Moderato, Ulf Kristersson, e uno dei primi passi sarà una forte restrizione degli ingressi migratori in Svezia, un ennesimo muro che si alza all’interno di una Unione Europea che continua a stentare sul modo di affrontare i problemi. Il motto elettorale dei DS è stato proprio: “Keep Sweden Swedish” (mantieni la Svezia svedese), riprendendo il proclama del Bevara Sverige Svenskt (BSS), gruppo neofascista sciolto nel 1988. Una triste analogia con il MAGA coniato da Donald Trump a suo tempo, temi che attraversano tutta l’Europa, nel Regno Unito all’improbabile Boris Johnson è subentrata una Liz Truss che si pone ancora più a destra dello scarmigliato leader dei tories. Nel caso svedese vanno poi sommati i problemi economici, l’inflazione al 8,49% erode anche qui il potere di acquisto dei lavoratori, la chiusura delle quattro centrali nucleari da parte dei socialdemocratici ha dato nuova linfa alla propaganda della destra con i cittadini alle prese del caro bollette.
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