I primi passi
Giorgia Meloni non è ancora a Palazzo Chigi e non ha annunciato finora le sue scelte per il governo. Con tutti gli scongiuri del mondo, si può però dire che i primi passi li ha mossi bene, con equilibrio e senza demagogia. Riaffermando il sostegno all’Ucraina, le fedeltà alle nostre indispensabili alleanze e la sua dichiarazione, benvenuta, che nella scelta dei ministri conterà la qualità, non il bilancino politico e non accetterà imposizioni dai suoi alleati. Può veramente permetterselo? Certo, le carte principali le ha in mano lei, ma Lega e FI sono ciascuna determinante negli equilibri parlamentari. Vedremo se saprà imporsi come una vera leader.
Ma la vera prova del fuoco, una volta risolta la formazione dell’esecutivo, sarà data dal modo in cui saprà affrontare, senza nuovi debiti e fughe in avanti, la questione, oggi chiave, dell’energia. Draghi e Cingolani le hanno aperto la strada, ed è consolante vedere che lei consulta il Ministro della Transizione Ecologica e non escluda di averlo nell’esecutivo. Mario Draghi sta dando le ultime prove del suo grande senso dello Stato, facilitando la transizione e preparando la posizione del futuro governo in Europa. Vedremo come la Meloni saprà gestire i suoi rapporti con Bruxelles, Parigi, Berlino, a testa alta, come ha detto, ma senza inutili e dannose rotture.
Insomma, i primi passi sembrano positivi, incrociamo le dita e speriamo che la vincitrice delle elezioni si confermi quella che appare: una persona seria.
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