Donne: veloci e concrete
Women20 è un recente processo di dialogo del G20: concordato dal G20 al vertice del 2014 in Australia con l’obiettivo di ridurre il divario occupazionale di genere del 25% entro il 2025 (“25 per 25”), ha aperto la strada all’inclusione di un nuovo gruppo di coinvolgimento in ambito ufficiale.
Nell’ottobre 2015 si è svolto a Istanbul il primo incontro di lavoro di Women 20 (W20) sotto la presidenza turca del G20. Sono state formulate richieste e misure per promuovere la partecipazione economica delle donne negli Stati membri del G20 e per rafforzare il loro potere economico. Per donne e imprese, c’è ancora molto da fare per rafforzare l’imprenditoria femminile. Parlando della situazione italiana posso dire che nel 2022 il governo italiano ha stanziato 200 milioni di euro proprio per sostenerla.
La forza lavoro mondiale è composta da più uomini che donne e le lavoratrici guadagnano meno delle lavoratrici per lo stesso lavoro. Per quanto riguarda le donne che fanno impresa, paradossalmente in Europa e Nord America la situazione è peggiore che in Asia, dove in alcuni Paesi ci sono più imprenditrici che imprenditori. L’Italia è in linea con il resto dell’Occidente: solo un’impresa su sei è guidata da una donna. Nelle startup, a livello mondiale, la situazione non è diversa: negli Stati Uniti, terra di innovazione per eccellenza, il 71% non ha donne nel board e il 57% non ha posizioni apicali nelle cosiddette C-Suite. D’altra parte, è meglio in Cina e Gran Bretagna.
Il quadro giuridico di tutti i Paesi del G20 offre alle donne gli stessi diritti degli uomini di aprire un conto bancario presso una finanziaria formale e garantisce alle donne la parità di accesso al credito. Tuttavia, nonostante questo quadro, una media del 22% delle donne nei Paesi del G20 non ha accesso a conti bancari formali.
In un’economia alle prese con diverse crisi, è molto importante sostenere l’imprenditoria femminile, migliorando le opportunità delle donne e quindi la loro posizione nell’industria e nell’economia. Il Women 20 ha chiesto di sviluppare e sostenere l’imprenditoria femminile, mappando il panorama globale per le donne, appalti pubblici reattivi, per promuovere una rete di apprendimento tra pari sul pubblico approvvigionamento; alla promozione di percorsi di formazione imprenditoriale volti a rendere consapevole il mondo femminile, che sta affrontando nuove iniziative economiche, contesti e regole di base in ambito amministrativo, economico, finanziario, commerciale e digitale (sia nella semplice produzione artigianale che nell’alta tecnologia industriale); elaborare strategie per promuovere le donne imprenditrici, mercati di maggior valore in settori tradizionali o nuovi; ridurre il deficit di finanziamento; aumentare anche le istituzioni di sostegno allo sviluppo dell’imprenditorialità femminile, diffondendo modelli di ruolo delle imprenditrici di successo nei campi vari e nuovi settori (come l’industria 4.0 e l’high tech, dove c’è una percezione dei ruoli di genere che fa sentire le donne in questi settori non fanno per loro), nella scuola primaria e secondaria come nelle università.
Noi abbiamo chiesto di aumentare l’accesso ai finanziamenti per le micro piccole e medie imprese femminili, e sviluppare e promuovere programmi educativi sulla finanza sostenibile, migliorare l’alfabetizzazione finanziaria delle donne, comprese le opportunità di investimenti verdi.
Ho sempre pensato che le donne imprenditrici abbiano tutte le qualità per essere ambasciatrici nel mondo, non solo per le loro aziende. Sono convinta che in questo periodo difficile ognuno di noi debba lavorare sodo per fare la sua parte. Niente favole: le istituzioni subiscono molti mali, non ultimi alcuni politici totalmente impreparati che hanno pesato pesantemente sul Paese. Detto questo, pensando alla crisi energetica, senza entrare nelle cause, noi imprenditrici ci siamo chieste cosa possiamo fare. E poi, insieme ad altre piccole aziende, abbiamo iniziato a studiare per creare una comunità energetica. Abbiamo studiato aree che non conoscevamo, di cui non abbiamo mai sentito parlare e abbiamo chiesto esperti. Il tutto in modo veloce e concreto perché le donne sono così, veloci e concrete. Ognuno di noi ha imparato dall’altro. Ognuno di noi si è messo a disposizione della sua comunità. E ci siamo scambiati opinioni, successi, sconfitte. Lo spirito è questo.
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