Le terme, la salute
Mi ricordo che quando ero bambina, all’approssimarsi della stagione autunnale, sentivo i miei nonni prepararsi per andare a fare le acque o i fanghi. Il mondo affascinante delle cure termali nella mia infanzia è avvolto da odori sulfurei e nebbie dense, porte di plastica che nascondevano umori caldi e misteriosi e percorsi magici.
Mi sono avvicinata al mondo termale in quel modo, crescendo in un territorio ricco di acque utilizzate fin dai tempi dei romani. Ma a quel tempo le terme erano solo per i vecchi o per chi avesse patologie croniche. Mi ricordo di aver curato raffreddori insistenti con nebulizzazioni al sapore di ovo sodo per molto tempo. Poi, una notte di tanto tempo fa ho fatto un bagno nella piazza di Bagno Vignoni, alla luce dei fari delle macchine, in un’acqua calda e accogliente e da allora non ho più smesso di frequentarle.
In seguito, per una serie di coincidenze ho conosciuto il lavoro di FEMTEC, la Federazione Mondiale di Idroterapia e Climatoterapia che riunisce le istituzioni pubbliche e private che rappresentano gli Stabilimenti Termali nei rispettivi Paesi. Un mondo di donne e uomini di scienza tutti uniti nel promuovere il termalismo non solo come luogo deputato di benessere ma anche come luogo di cure, nel rappresentare e promuovere l’idroterapia mondiale davanti alle diverse istituzioni nazionali ed internazionali e promuovere studi, ricerche, formazione ed esperienze condivise nel settore.
In un contesto così prestigioso non poteva mancare una commissione Equity in Health. Qualche giorno fa si è concluso a Castel San Pietro Terme vicino a Bologna, il 73’ Congresso della FEMTEC dal titolo La Balneologia nelle società in cambiamento. Professori ed esperti di tutto il mondo in tre giorni di lavori hanno raccontato le novità del mondo termale, le nuove scoperte e le nuove attitudini di un settore che solo in Italia fattura oltre 800 milioni di euro.
A me è molto piaciuto il titolo di questo congresso poiché parla di società in cambiamento; questo succede trasversalmente, in ogni aspetto. Il cambiamento è in atto anche dal punto di vista del gender; basta osservare cosa accade nel mondo da questo punto di vista. Quanta strada abbiamo fatto. Dico sempre che abbiamo avuto una grande evoluzione grazie alle nostre capacità e alla nostra tenacia.
E proprio in quest’ottica, il Professor Umberto Solimene, Ordinario di Terapia Medica, Direttore del Centro Collaborativo di Medicina Tradizionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, uomo illuminato e proiettato nel futuro, ha voluto istituire una Commissione sulla medicina di genere diretta dalla vicepresidente Professoressa Florana Menendez. La professoressa Menendez è stata, durante la presidenza italiana del G20 nel 2021, la facilitator della Commissione Equity in Health del W20; la Commissione, presieduta dalla Prof.ssa Flavia Franconi, ha analizzato le modalità per aumentare la diffusione e gli investimenti in strategie efficaci per affrontare la disuguaglianza di genere nell’assistenza sanitaria.
L’obiettivo era quello di comprendere i vari processi attraverso i quali il genere, quindi le differenze, influiscono sulla salute e sullo sviluppo di altre patologie, in modo di offrire la migliore protezione e cura per ogni individuo, ponendo così fine a una discriminazione di genere attualmente presente nel settore sanitario. La Commissione poi ha deciso che se il mondo vuole raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile (SDG 3) Buona salute e benessere, è necessario un approccio multidisciplinare e multi-stakeholder.
Molti i punti in comune tra W20 e FEMTEC che si svilupperanno nel futuro, perché è chiaro a tutti che non c’è futuro sostenibile senza uguaglianza di genere.
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