Sessant’anni fa evitata la guerra globale

È passato oltre mezzo secolo, esattamente sessanta anni, Ma le notizie riportate dalle attuali cronache internazionali hanno molte inquietanti similitudini. La speranza è che il risultato sia lo stesso di allora e si possano evitare ulteriori catastrofici conflitti.

Il 20 novembre 1962 con la decisione di John Fitzerald Kennedy di cessare il blocco navale su Cuba, in risposta alla decisione sovietica di ritirare i suoi missili dall’isola caraibica, cessò la “crisi dei missili di Cuba” e, pur non mettendo fine alla Guerra Fredda, vennero meno i presupposti per un immediato scontro armato tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Forse superfluo ma è sempre opportuno ricordare che lo scontro avrebbe coinvolto molte altre nazioni in via diretta a cominciare proprio dall’Italia dove erano stati schierati missili statunitensi.

Probabilmente il pretesto scatenante dell’intera crisi fu il fallito sbarco alla Baia dei Porci l’anno precedente. Poco dopo il suo insediamento Kennedy aveva infatti approvato e dato il via libera ad un piano per rovesciare il regime di Fidel Castro ma, nell’aprile 1961, il tentativo di invasione di Cuba da parte di forze antirivoluzionarie supportate dagli Stati Uniti fallì e le tensioni tra le due superpotenze crebbero.

Inoltre, il fallimento dell’Operazione Baia dei Porci, portò i sovietici a definire Kennedytroppo giovane, intellettuale, non preparato bene per il processo decisionale in situazioni di crisi… troppo intelligente e troppo debole”.

Gli Stati Uniti avevano inoltre spiegato missili balistici non solo in Italia ma anche in Gran Bretagna e Turchia, non lontani quindi dai confini sovietici. Il leader di Mosca Nikita Chruščёv decise di accettare la richiesta di Cuba di posizionare missili nucleari sull’isola al fine di scoraggiare una possibile futura invasione statunitense. L’accordo venne raggiunto durante un incontro segreto tra Chruščёv e Fidel Castro nel luglio 1962 e la realizzazione delle strutture di lancio dei missili venne avviata poco più tardi.

La stretta vicinanza di armi di distruzione come i missili balistici sull’isola che si caratterizzava non solo per l’alleanza con Mosca, ma anche come punto di partenza per l’espansione del comunismo in Sudamerica non poteva essere accettata dagli americani e, dopo avere scartato i piani di bombardamento delle postazioni e di una invasione di Cuba, venne deciso di effettuare un pesante blocco navale. La scelta dell’invasione non venne comunque del tutto dimenticata e una forza di sbarco si concentrò in Florida nonostante l’esito dell’attacco fosse incerto stante la presenza sull’isola di armi nucleari tattiche e di quarantamila soldati sovietici.

Chruščёv cercò di negare l’esistenza delle installazioni nucleari e quando ne venne data prova nel corso di un’assemblea dell’ONU sostenne gli intenti pacifici dell’Unione Sovietica e che i missili avessero solo carattere deterrente a fronte delle analoghe installazioni americane in Europa.

Intervenne anche il Papa Giovanni XXIII con un messaggio all’ambasciatore sovietico a Roma e, sembrerebbe, questa lettera ponesse le basi per una trattativa diplomatica segreta tra il presidente Kennedy, cattolico, e il leader sovietico tramite la diplomazia italiana.

L’esistenza di un successivo messaggio personale di Chruščёv a Kennedy, nonostante navi sovietiche e, quasi certamente, un sottomarino con testate nucleari si dirigessero verso Cuba nonostante il blocco, è la prova dell’esistenza di trattative che, al loro termine, determinarono anche la fine della Crisi. I sovietici ritirarono i loro missili da Cuba e Kennedy che, a sua volta fece ritirare quelli dispiegati in Europa e pose fine al blocco navale su Cuba.

In questa vicenda il vero sconfitto fu Fidel Castro che non solo venne estromesso da ogni trattativa ma vide anche le sue richieste, in particolare quella della presenza militare americana a Guantanamo, del tutto ignorate. I rapporti Cuba-Russia si deteriorarono pesantemente. Kennedy venne assassinato un anno dopo e l’esisto della vicenda dette il via al declino di Chruščёv deposto nel 1964.

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