Cronache dai Palazzi
la manovra arriva a Bruxelles per essere vagliata dalla Commissione europea che dovrà redigere un parere. Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge di Bilancio per l’anno 2023, insieme al bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 e l’aggiornamento Documento Programmatico di Bilancio (DPB).
Un mese di duro lavoro per Palazzo Chigi e l’esecutivo ha chiarito che non si poteva fare di più. “La manovra si basa infatti su un approccio prudente e realista che tiene conto della situazione economica, anche in relazione allo scenario internazionale, e allo stesso tempo sostenibile per la finanza pubblica – spiega il Mef – concentrando gran parte delle risorse disponibili per interventi a sostegno di famiglie e imprese per contrastare il caro energia e l’aumento dell’inflazione”.
Eventuali emendamenti pertinenti potranno migliorare la legge di Bilancio. Occorrerà comunque dotarsi di “un metodo che consenta di evitare dispersioni”, ha affermato la premier Meloni auspicando un dialogo costruttivo non solo tra le forze di maggioranza ma anche con le parti dell’opposizione, per evitare che l’iter della legge di Bilancio in Parlamento si trasformi in uno sterile assalto all’operato del governo.
Tornata a Roma da Bruxelles la manovra dovrà essere approvata dal Parlamento entro il 31 dicembre per evitare l’esercizio provvisorio. Eventuali disegni di legge relativi alla legge di Bilancio dovranno invece essere approvati entro il 31 gennaio.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha definito il provvedimento “prudente, responsabile, sostenibile e coraggioso, visto che ci sono anche scelte impopolari”. “Abbiamo agito in modo coraggioso e giusto” ha sottolineato Giorgetti. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente del Consiglio Meloni, che ha definito la nuova manovra “coraggiosa, coerente con gli impegni presi con il popolo italiano e che scommette sul futuro”, del sistema Italia, Per di più “non è un lavoro ragionieristico, c’è una visione politica, un approccio che si avrebbe in un bilancio familiare, dove hai la responsabilità delle scelte, senza poterti occupare del consenso”, ha ammonito Meloni sottolineato lo spirito di “giustizia sociale” alla base del provvedimento per favorire, primi fra tutti, i redditi bassi e le famiglie.
I tasselli fondamentali che reggono l’assetto della nuova manovra sono: la crescita; la tenuta del sistema economico e produttivo; gli aiuti per supportare le imprese con agevolazioni alle assunzioni a tempo indeterminato con una soglia di contributi fino a 6 mila euro per coloro che hanno già un contratto a tempo indeterminato e, in particolare, per le donne under 36, oltre che per i percettori del reddito di cittadinanza; la nuova flat tax per i lavoratori autonomi e le partite Iva fino a 85 mila euro, per cui un’aliquota unica sostitutiva (che accorpa Irpef, Irap e Iva) del 15% potrebbe far risparmiare fino a 10 mila euro ogni anno.
Sottolineata “l’attenzione particolare alle famiglie, ai soggetti più fragili” anche con l’estensione del congedo parentale e il potenziamento dell’assegno unico maggiorato del 50% per il primo anno di vita del figlio e di un ulteriore 50% per le famiglie composte da tre o più figli che potranno usufruire del bonus per tre anni invece di uno soltanto. Per quanto riguarda il congedo facoltativo, inoltre, si tratta di un mese in più retribuito all’80% e utilizzabile fino al sesto anno di vita. “Una sorta di salvadanaio del tempo senza ritrovarsi in condizioni economiche difficili”, ha specificato la premier Giorgia Meloni. Le famiglie con figli disabili avranno inoltre un supporto in più; come ha spiegato il ministro della Famiglia e delle Pari opportunità, Eugenia Maria Roccella, la volontà “è quella di rendere l’assegno per i figli disabili non temporaneo ma appunto strutturale”. Prevista inoltre la “Carta Risparmio Spesa” per le famiglie con un reddito inferiore ai 15 mila euro; tale Carta sarà gestita dai Comuni e finanziata attraverso un fondo specifico da 500 milioni. In totale il “pacchetto famiglia” inserito nella legge di Bilancio vale circa 1,5 miliardi di euro.
A proposito di tregua fiscale, invece, vengono cancellate le cartelle fino al 2015 che hanno un importo inferiore a mille euro e potranno essere rateizzate quelle di importo superiore. Nel settore Sanità la manovra stanzia inoltre circa 200 milioni di euro per le retribuzioni degli operatori nei pronto soccorso ma gli aumenti verranno percepiti a partire dal 2024. Si respira comunque scontento tra gli operatori sanitari. Le Regioni reputano insufficienti i 2 miliardi in più, dato che circa 1,4 miliardi serviranno per fronteggiare il caro energia all’interno di ospedali e strutture sanitarie. “Fondi insufficienti, chiediamo che i 2 miliardi siano interamente vincolati all’aumento degli stipendi per rendere la professione attrattiva”, ha affermato Filippo Anelli, presidente della Federazione degli ordini dei medici, rimarcando la carenza di personale sanitario in diversi ambiti.
Si tratterebbe di una manovra rivolta al ceto medio, che non favorisce i redditi alti e riconosce i sacrifici di coloro che lavorano. Da qui le contromisure rivolte al Reddito di Cittadinanza riguardo al quale è stato detto: “C’è gente che prende il Reddito di cittadinanza da tre anni: evidentemente non ha funzionato”. Però “andremo per gradi. Il governo non ha intenzione di dimenticare chi ha necessità di un sostegno economico”, assicura il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, spiegando che “la scelta di una soluzione ponte sul 2023 va in questa direzione: intervenire subito sugli occupabili per portarli a rientrare nel mondo del lavoro mentre si lavora a una riforma organica delle politiche attive e dei centri per l’impiego, riformulando nel contempo le misure di lotta alla povertà”. Per coloro che sono in difficoltà, in particolare i nuclei familiari con minori, disabili, anziani e donne in gravidanza, nel 2023 non cambierà nulla mentre dall’anno successivo occorrerà trovare “strumenti idonei” in grado di sostituire il Reddito.
Per quanto riguarda il ripristino dei voucher il ministro Calderone specifica inoltre che “la flessibilità è diversa dalla precarietà”. Nello specifico per Calderone “non si può dire che aver aumentato il plafond da 5 a 10 mila per azienda per l’utilizzo di prestazioni occasionali, tracciate, aumenti la precarietà. Esistono esigenze, in particolari settori, che richiedono un aumento di manodopera che in questo modo restano nell’alveo della legalità”, ha spiegato il ministro del Lavoro aggiungendo che le azioni del governo “si muoveranno verso il contrasto al lavoro sommerso e al monitoraggio degli appalti, soprattutto in alcuni settori”.
Tra le altre misure dedicate al mondo del lavoro vi sono i bonus per le assunzioni under 36 e per donne in difficoltà; la flat tax al 5% (invece che al 10%) per premi di lavoro straordinario fino a 3 mila euro; il taglio del cuneo fiscale e contributivo entro il 5%. Occorrerà inoltre lavorare sull’acquisizione di nuove competenze, spendibili sul mercato del lavoro, incrementando la formazione e perfezionando il funzionamento dei centri per l’impiego.
Sostenuta anche la natalità (1,5 miliardi) “perché questo è un tema economico prioritario. Con i nostri dati demografici nel medio periodo il nostro sistema produttivo e di welfare, nulla può reggere. Io credo che o questa nazione decide di scommettere sul suo futuro oppure purtroppo tutto quello che facciamo non porterà i benefici che ci attendiamo”, ha ammonito la premier Giorgia Meloni che si è dichiarata comunque “molto soddisfatta” del lavoro fatto fino ad ora, tenendo conto di fare molto di più e meglio nel corso dei cinque anni di legislatura.
“Abbiamo presi impegni in campagna elettorale sul taglio del cuneo fiscale, la norma ‘più assumi meno paghi, le pensioni minime. Stiamo iniziando un lavoro e per me sono impegni che vanno concepiti nell’orizzonte della legislatura”, ha sottolineato Meloni dichiarandosi “fiera che nella prima manovra si sia aperto un varco su tutte le misure che caratterizzano le scelte politiche di questo governo”, in un Cdm in cui non sembrano regnare “egoismi”. Per il viceministro Matteo Salvini “è un ottimo inizio” e assicura che “in Parlamento ci sarà una maggioranza compatta e granitica”; nello specifico la maggioranza potrebbe contare su 235 (su 400) Deputati a Montecitorio e 115 (su 200) Senatori a Palazzo Madama.
L’obiettivo finale per tutti deve essere il benessere e la coesione del Paese, da Nord a Sud. Si rivelano urgenti “adeguate risposte dello Stato ai mutati bisogni delle persone”, ha puntualizzato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella di fronte all’Assemblea dell’Anci. Il capo dello Stato ha inoltre ricordato ai sindaci presenti di “rifuggire la tentazione della chiusura nel ristretto orizzonte del proprio ‘particulare’”. In pratica occorre evitare egoismi di parte che di certo vanificano il bene comune e, in sostanza, “non si farebbe nemmeno il bene della propria comunità, immaginarlo contrapposto a quello delle comunità vicine o addirittura a quello della comunità nazionale”, ha sottolineato il presidente Mattarella rimarcando dei “punti fermi”: “la garanzia dei diritti dei cittadini, che al Nord come al Sud, nelle città come nei paesi, nelle metropoli come nelle aree interne, devono poter vivere la piena validità dei principi costituzionali”. In definitiva non vi sono cittadini di serie A e cittadini di serie B e la coesione dev’essere sociale e territoriale insieme. Il capo dello Stato auspica “una visione di lungo periodo e lo sforzo congiunto di tutti gli attori sociali che concorrono nel rispondere alla domanda di assistenza, cura, prevenzione, tutela in un contesto che vede la minaccia di aumento delle povertà e la follia della guerra moltiplicare i fattori di crisi”.
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