Natale in Ucraina

Mentre il mondo civile si prepara a festeggiare Natale, tradizionalmente una pausa nelle preoccupazioni e nelle pene quotidiane, gli ucraini lo passeranno sotto le bombe e i missili del criminale Putin. Per i loro bambini non ci sarà pace né raccoglimento, ma paura e morte. Perché il feroce zar del Cremlino ha fatto sapere che non ci sarà tregua natalizia. E intanto i suoi complici della Chiesa ortodossa, dal Patriarca in giù, si preparano a celebrare la nascita del Signore tra canti, ori e incenso, sprezzante del dettato più elementare del Vangelo che pure questi sepolcri imbiancati dicono di servire.

E Putin, nella sua sfrenata megalomania, prepara un nuovo attacco massiccio, nel quale getterà a migliaia le vite dei suoi soldati e di civili innocenti. E intanto, altri sepolcri imbiancati – la solita sinistra pacifista a senso unico e i miserabili Conte e compagnia – negano in Parlamento il loro voto per contribuire, sia pure nella limitata forma che ci è possibile, ad aiutare l’eroico e martoriato popolo ucraino a difendersi, dicendo di voler evitare una escalation che è già nei fatti ad opera di Mosca.

Di fronte a tanta vergogna, verrebbe solo da scusarsi con il popolo ucraino, che non ha petrolio né gas da vendere, ma solo il proprio sangue.

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