Il Trattato dell’Eliseo

Compie oggi sessant’anni il Trattato dell’Eliseo, un trattato di amicizia tra Francia e Germania che, oltre a disciplinare una serie di rapporti bilaterali e dare origine a istituzioni quali l’Ufficio per la Gioventù Franco Germanico, cinque scuole secondarie altamente selettive sempre franco germaniche e una brigata militare mista creata nel 1987, mise di fatto fine ad una serie di conflitti e rivalità che duravano da secoli.

Il 22 gennaio 1963 a Parigi il Cancelliere tedesco Konrad Adenauer, uno dei padri nobili dell’Unione Europea, e il Presidente Francese, generale Charles de Gaulle, uno stratega della nascente Europa, conclusero quello che è andato ben oltre ai suoi contenuti di trattato di amicizia.

L’accordo non riguardava quella che oggi è la Germania che conosciamo. All’epoca il territorio tedesco era diviso tra Germania Ovest (RFT – Repubblica Federale Tedesca) e Germania Est (DDR), la prima formalmente sotto il controllo degli Alleati che avevano sconfitto Hitler da Ovest e la seconda sotto lo stretto controllo della disciolta Unione Sovietica che aveva invaso e vinto il Terzo Reich da Est.

L’essenza formale del contenuto prevedeva consultazioni regolari tra Francia e Germania Ovest su tutte le questioni importanti riguardanti la difesa, l’istruzione e le questioni giovanili. Richiede inoltre vertici regolari tra funzionari di alto livello, il che comporta che i capi di Stato e di governo debbano incontrarsi almeno due volte l’anno e i ministri degli Affari esteri ogni tre mesi, per garantire una stretta collaborazione tra i due Stati.

Forse l’asse Franco-Tedesco di cui si sente parlare e che sembra secondo alcuni guidare le politiche dell’Unione Europea è nato quel giorno, o forse semplicemente dopo secoli di guerra i leader dell’epoca si resero conto del nuovo contesto e delle reciproche necessità; resta oggettivamente il fatto che il Trattato dell’Eliseo venne firmato tra due nazioni che nei precedenti quarant’anni si erano affrontate come nemiche nei due conflitti mondiali.

In entrambe, i tedeschi avevano tentato di invadere la Francia, ma mentre nella Prima l’offensiva si era fermata dando origine ad una guerra di trincea e a quella che Benedetto XV definì una inutile strage, nel corso della Seconda l’esercito tedesco arrivò a Parigi.

Anche nei secoli passati tra i due Stati gli scontri non erano mancati. La guerra Franco-Prussiana combattuta tra il Secondo Impero guidato da Napoleone III contro l’esercito di Bismarck e Guglielmo I che vide la caduta del primo era stata preceduta da quelle napoleoniche di inizio del secolo. I problemi erano tuttavia già iniziati con la rivalità franco-asburgica del 1516 e proseguite con la Gerra dei Trent’anni.

In questo contesto storico e con l’Europa divisa negli anni della Guerra fredda, il Trattato dell’Eliseo va ad assumere una particolare importanza in quanto oltre a stabilire una serie di accordi per la collaborazione in settori essenziali, dalla sicurezza allo sviluppo economico e culturale, configurava poco velatamente un tentativo di slegare la Germania di Adenauer dalla subordinazione nei confronti della politica americana.

La situazione geopolitica dell’epoca non era infatti caratterizzata da una grande stabilità e le questioni non solo tra il blocco occidentale dove era presente la NATO e quello orientale caratterizzato dal Patto di Varsavia, erano aperte con ripercussioni sull’intero continente. L’anno successivo, infatti, fu lo stesso de Gaulle a porre il veto all’ingresso della Gran Bretagna nella allora ancora nascente Unione Europea. Le domande di adesione del Regno Unito nel 1963 e nel 1967 vennero infatti respinte dal presidente francese, in quanto diffidava degli inglesi perché pensava che nelle controversie si sarebbero sempre schierati dalla parte americana.

Anche da queste considerazioni prese le mosse il Trattato dell’Eliseo che sembra ben funzionare anche oggi al punto che nel 2019, sempre in occasione del suo anniversario, il presidente Francese Macron e il Cancelliere tedesco Merkel lo integrarono e completarono con il nuovo accordo firmato ad Aquisgrana.

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