Quando Hitler fu nominato Cancelliere
Era inevitabile? Esistevano altre scelte o altre possibilità? Che cosa altro avrebbe potuto o dovuto fare Paul Von Hindenburg, presidente della Repubblica di Weimar, quel 29 gennaio del 1933 quando scelse di nominare Adolf Hitler nuovo cancelliere tedesco dando così il via ad una serie di eventi che portarono solo sei anni dopo alla Seconda Guerra Mondiale e la caduta del Terzo Reich?
Hindenburg aveva 86 anni ed era stato chiamato quale esponente di prestigio a concorrere per la presidenza alle elezioni del 1925 in un quadro di profonde contrapposizioni tra i partiti e con la condizione politica generale del paese, che era uscito distrutto dal primo conflitto mondiale, caratterizzata da una profonda crisi economica.
Durante la prima fase della sua presidenza si cercò di realizzare una scelta politica di riconciliazione con le potenze vincitrici anche per poter far fronte alle pesanti condizioni imposte nel trattato di Versailles che prevedeva dei pagamenti delle riparazioni di guerra.
Nel 1924 venne approvato il Piano economico denominato Dawes, dal nome del suo creatore, il banchiere e politico Charles Gates Dawes, futuro vicepresidente americano, che permise oltre all’esecuzione dei pagamenti una ripresa economica della Germania che vide anche l’afflusso di investimenti. L’anno successivo venne sottoscritto il Patto di Locarno, con cui la Germania veniva non più trattata da paese sconfitto e responsabile della Prima guerra mondiale e poté fare il suo ingresso nella Società delle nazioni.
Questo quadro di miglioramento venne bruscamente interrotto dalla Grande Depressione che bloccò l’afflusso di capitali statunitensi e generò il timore di una forte inflazione. Aumentò il numero dei disoccupati e si crearono le condizioni perché attecchissero la propaganda politica del Partito Nazionalista Tedesco dei lavoratori (NSDAP), già guidato dal futuro Fuhrer e orchestrata da Goebbels, stratega politico e ideatore delle manifestazioni che avrebbero dato in seguito l’immagine di grandezza del Terzo Reich.
Alla scadenza del suo settennato ad Hindenburg, afflitto da problemi di salute, venne chiesto di ripresentarsi per cercare di arginare l’ascesa del partito di Hitler al potere e del suo leader alla guida del paese; accettò anche se molto controvoglia e il 13 marzo del 1932 lo sconfisse nelle presidenziali, ma nelle elezioni politiche del successivo luglio lo NSDAP ottenne la maggioranza dei seggi parlamentari e i cancellieri che vennero nominati, von Papen e von Schleicher, non riuscirono a formare maggioranze solide che potessero prescindere dalla presenza di nazisti nel governo.
Hitler, volendo seguire l’esempio di Mussolini, non avrebbe inoltre accettato un governo che non lo avesse visto alla guida. Si acuiva intanto la crisi economica e aumentavano gli episodi di violenza.
Si giunse quindi alla nomina di Hitler a Cancelliere in un governo che vedeva von Papen come suo vice e Herman Göring ministro degli interni prussiano (con controllo sulla polizia). Altri due ministri sarebbero nazisti e i restanti otto sarebbero di altri partiti. Quando Hindenburg incontrava Hitler, Papen era sempre presente. Il nuovo gabinetto comprendeva solo tre nazisti: Hitler, Göring e Wilhelm Frick a cui andò il Ministero dell’Interno che, pur avendo un portafoglio, non aveva poteri di ocntrollo sulle forze di polizia che spettavano ai lander locali. Gli altri ministri erano superstiti dei precedenti gabinetti Papen e Schleicher.
La sera stessa dell’insediamento del nuovo governo, i sostenitori di Hitler marciarono sotto gli occhi di Hindenburg che, probabilmente, capì in quel momento che non si sarebbe più potuta fermare la presa del potere assoluto da parte dell’ex caporale che aveva combattuto con lui durante la guerra. L’incendio del Reichstag del successivo febbraio fu l’ultimo tassello.
Hindenburg morì il 2 agosto del 1934 e il resto è poi passato alla storia fino alla caduta e al suicidio di Hitler nel suo bunker nell’aprile del 1945 e un pesante giudizio a Norimberga nei confronti dei suoi gerarchi.
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