Lucio e Lucio

Il 4 marzo del 1943 è una di quelle date passate alla storia per una canzone – 4.3.1943 appunto – che ricorderà per sempre uno dei più grandi artisti italiani, ma anche il giorno dopo, stesso mese e stesso anno, non ha niente da invidiargli. A poco più (o poco meno) di ventiquattr’ore di distanza, nascevano Dalla e Battisti: entrambi Lucio, entrambi cantanti ed entrambi hanno segnato la storia della musica italiana.

Avremmo voluto fare a tutti e due gli auguri per i loro ottant’anni ma, purtroppo, ci hanno lasciati troppo presto; Battisti per primo, nel 1998 e Dalla nel 2012, pochi giorni prima di compiere settant’anni.

Entrambi, sembra, non fossero eccellenze a scuola, ma la passione per la musica li portò ad avvicinarsi a questa nella loro adolescenza che culminava in un periodo d’oro e irripetibile. Quando non avevano ancora vent’anni esplosero i Beatles e avevano vissuto la grande stagione del rock’n’roll, di Elvis Presley. Dalla trovò più ispirazione nel Jazz, si dedicò al clarinetto e suonò con Chet Baker; Battisti si legò al soul e trovò spunti in Otis Redding, Donovan e Bob Dylan. La sua formazione è molto prossima alla scuola genovese di cantautori.

Seguirono il percorso dei musicisti dell’epoca facendo parte di alcuni complessi che portarono a fare conoscenze che si trasformarono in seguito in collaborazioni: Battisti conobbe il purtroppo da poco scomparso Alberto Radius e Dalla venne notato da Gino Paoli.

Nel 1965 Battisti incontrò Mogol e iniziò con lui una collaborazione che avrebbe generato assoluti capolavori; all’inizio scrissero pezzi per l’Equipe 84, altro gruppo storico dell’epoca con Maurizio Vandelli alla voce,

Dalla, dopo un esordio non felicissimo, si presentò a Sanremo nel 1966 con quello che è considerato il suo primo successo Paff… Bum! Che cantò con gli Yardbirds di Jeff Beck; l’anno successivo Mogol e Battisti scrissero per l’Equipe 29 settembre. Ripercorrere la loro carriera è anche il ripercorrere la storia d’Italia dal post boom attraverso gli anni Settanta e Ottanta. Entrambi parteciparono a Sanremo quando il festival era dedicato interamente alla canzone italiana e non ridotto ad una passerella di VIP del momento e vetrina per aspiranti idoli alternativi.

Dalla nel 1971 presentò 4/3/1943 che venne pesantemente tagliata dalla censura imperante all’epoca e che, indipendentemente da tagli o cambiamenti del testo, resta uno dei suoi pezzi più conosciuti; gli album di Battisti il suo pubblico li acquistava anche senza avere sentito i pezzi in precedenza. Battisti era arrivato nono nel 1969 con Un’avventura.

Gli anni Settanta hanno visto per entrambi una maturazione diversa e un successo crescente. A voler scrivere solo i titoli delle loro canzoni ai vertici delle hit-parade non basterebbe un volume. Da Emozioni del 1970 a Una donna per amico nel 1978, Battisti ha sfornato quasi ogni anno un album di capolavori e non ha avuto bisogno di videoclip o contenuti speciali per incrementare il suo successo, continuato anche dopo la cessazione della collaborazione con Mogol. Pensieri e parole, Amarsi un po’, Viaggiare, E penso a te sono solo alcuni dei sempreverdi che almeno due generazioni conoscono a memoria.

Non hanno avuto bisogno di look trasgressivi, tatuaggi, piercing, provocazioni. Battisti in particolare non ha mai voluto essere personaggio. Parlava con la musica, come dovrebbero fare i veri artisti.

Dalla nel 1978 pubblicò l’album omonimo Lucio Dalla che conteneva L’anno che verrà; poi la collaborazione con De Gregori e il Tour Banana Republic e ancora anni di successi fino a Caruso.

Ventiquattr’ore del 1943 hanno segnato un momento importante per la storia d’Italia e per la musica: ci saranno mai altre ventiquattr’ore così? Ho ascoltato qualcosa dell’ultimo Sanremo. Sono molto pessimista. In ogni caso, auguri e grazie a Lucio e Lucio.

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