Keylor Navas, il portiere dell’anima (Film, 2017)

Il titolo originale Hombre de fe – La historia de Keylor Navas, rende ancora meglio il senso di questo film – agiografico quanto si vuole ma di fatto vero – dedicato al più grande calciatore costaricano di tutti i tempi, il portiere Navas, ancora in attività (36 anni) con il Paris Saint Germain.

Dinga Haines, regista poco nota in Italia, autrice di appena cinque film, tutti realizzati tra Costa Rica e Los Angeles, racconta la vita di Navas partendo dall’infanzia vissuta a San Isidro, in una famiglia povera, molto religiosa, mettendo in evidenza i sogni del ragazzo e la sua determinazione per riuscire nel mondo del calcio. Vediamo Navas passare a giocare nella squadra più importante del Costa Rica, quindi in Nazionale, poi partire per L’Europa per giocare nel campionato spagnolo, prima Albacete e Levante in Serie B, infine coronare il sogno di indossare la maglia del Real Madrid. Il racconto si ferma, perché la parabola di Navas non è ancora terminata, visto che a 36 anni gioca ancora nel Paris Saint Germain e spesso viene preferito al più giovane Donnarumma.

Abbiamo visto questo film – presentato a suo tempo al Festival di Cannes – grazie a TV 2000, che lo mette in programmazione come esempio di fede, senza bisogno di fare eccessive forzature. In realtà, lo stesso Navas si è sempre definito il portiere di Dio, noto a tutti per la caratteristica di inginocchiarsi prima di ogni partita, oltre a non aver mai nascosto l’importanza che riveste la religione nella sua vita.

Il film racconta le privazioni e l’impegno, l’abnegazione di Navas per emergere, i duri allenamenti, le rinunce e le cadute, prima di tornare sulla retta via e affermarsi. Non manca l’amore per una donna, conosciuta durante le riunioni di preghiera, così come viene narrata con partecipazione la storia di un fratello malato di tumore, la passione della famiglia per il calcio e il sostegno incondizionato per far emergere il figlio.

Difetti del film sono una confezione da telenovela colombiana e una fotografia patinata, ma la sceneggiatura è ben scritta, i dialoghi sono buoni, le interpretazioni convincenti, le scene calcistiche (cosa per niente facile) credibili. Un film utile, in ogni caso, per far capire alle giovani generazioni che è importante avere un sogno ma che è necessario anche saperlo coltivare. Keylor Navas è ancora un grande portiere, agile e determinato, nonostante la natura non l’abbia dotato di un’altezza fuori dal comune, ma il carattere ha fatto la differenza, la voglia di arrivare pure e (per chi crede) anche la fede.

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Regia: Dinga Haines. Soggetto e Sceneggiatura: Dinga Haines. Produttori: Jorge Obando, Victor Barriga. Interpreti: Matt Marquez, Pablo Rodriguez, Fernando Bolanos, Milena Picado, Andres Gamboa, Zinédine Zidane, Sergio Ramos, Luka Modric, Michelle Jones, Alvaro Maranco, Marcelo, Salomon Ocon, Winston Washington. Paese Produzione: Costa Rica. Durata: 98’. Genere: Drammatico, Biografico, Sportivo.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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