Big Data, nuove norme UE

I Big Data svolgono un ruolo fondamentale nella trasformazione digitale dell’UE in quanto possono essere utilizzati nei più svariati settori, che spaziano dall’agricoltura alla salute. Ma ben l’80% dei dati industriali non viene mai utilizzato completamente a causa della scarsa fiducia nella condivisione dei dati, degli incentivi economici contrastanti e degli ostacoli tecnologici. Il termine Big Data si riferisce agli insiemi dei dati raccolti, così vasti e complessi da avere bisogno delle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, per venire processati. I dati provengono da svariate fonti differenti, i dati GPS di milioni di telefoni cellulari vengono utilizzati per attenuare la congestione del traffico. I Big Data possono anche essere frutto di una combinazione, come le cartelle cliniche e l’utilizzo delle applicazioni per smartphone da parte dei pazienti. La tecnologia consente a questi dati di venire raccolti molto velocemente, pressoché in tempo reale, per poi venire analizzati al fine di elaborare nuove informazioni.

L’utilizzo dei dispositivi elettronici è in crescita, mentre i processi di produzione sono diventati ancora più digitalizzati. Questo significa che ogni giorno viene generata una vasta quantità di dati digitali nell’economia e tramite le attività personali e sociali degli individui. La Commissione europea prevede che il numero totale dei dati crescerà del 530% entro il 2025 rispetto al 2018. I Big Data consentono alle compagnie di innovarsi, sia attraverso un’analisi migliore delle esigenze e delle attese delle persone sia offrendo prodotti completamente nuovi. I dati personali sono fondamentali per l’operatività di app e piattaforme, che rappresentano una parte importante delle nostre vite e della nostra economia. Un utilizzo migliore dei dati industriali potrebbe portare una nuova ondata di innovazione nell’UE. I dati possono anche ottimizzare la produttività e aiutare a tagliare i costi, per esempio prevedendo le vendite e la conservazione dei prodotti negli stabilimenti intelligenti.

L’intelligenza artificiale, che è una delle priorità europee, è legata ai dati: il suo sviluppo dipende da come verranno gestiti in Europa, e sono anche parte integrante dei servizi digitali che plasmano la nostra vita quotidiana e l’economia. Il volume di dati generati dalle persone e dalle macchine sta aumentando in modo esponenziale e sta diventando un fattore fondamentale per l’innovazione da parte delle imprese e delle autorità pubbliche (ad esempio la creazione di città intelligenti). Si afferma che questo tipo di dati sia diventato il nuovo petrolio. Il Parlamento Europeo ha adottato con 500 voti favorevoli, 23 contrari e 110 astensioni la sua posizione negoziale su una proposta di legge riguardo la normativa sui dati, Data Act, che mira a contribuire allo sviluppo di nuovi servizi digitali, in particolare nel settore dell’intelligenza artificiale dove sono necessarie enormi quantità di dati per formare gli algoritmi. La normativa dovrebbe abbassare i prezzi dei servizi post-vendita e delle riparazioni di dispositivi connessi e  la proposta di legge mira a contribuire allo sviluppo di nuovi servizi digitali, in particolare nel settore dell’intelligenza artificiale dove sono necessarie enormi quantità di dati per formare gli algoritmi. Il testo definisce come gli enti pubblici potranno accedere e utilizzare i dati in possesso del settore privato, necessari in circostanze eccezionali o di emergenza quali inondazioni e incendi. I deputati hanno rafforzato le disposizioni per proteggere i segreti commerciali, per evitare che un maggiore accesso ai dati venga utilizzato dai concorrenti per modificare i servizi o i dispositivi, oltre a stabilire condizioni più severe per le richieste di dati da parte delle imprese alle amministrazioni pubbliche.

La UE è conscia che i fornitori di servizi digitali hanno più informazioni sui propri utenti rispetto a quante ne abbiano gli utenti sui fornitori, e questo rappresenta uno sbilancio di potere non regolamentato che potrebbe far sì che preferenze, e persino debolezze, degli utenti possano essere sfruttate per fini commerciali o politici. Per esempio, le pubblicità personalizzate preoccupano per le possibili manipolazioni dei dati degli utenti che possono essere fatte in queste circostanze. Ma l’UE vuole portare avanti la trasformazione digitale, una delle priorità principali dell’UE e per questo vuole aumentare la fiducia nella condivisione dei dati con due nuove misure per liberarne il potenziale. Per questo il Parlamento Europeo ha ora approvato (con 501 voti favorevoli, 12 contrari e 40 astensioni) l’Atto sulla governance dei dati (Data Governance Act – DGA), concordato con il Consiglio nel novembre 2021, mira ad accrescere la fiducia dei cittadini nell’intensificazione della condivisione dei dati, creare nuove norme UE sulla neutralità dei mercati dei dati, favorire il riutilizzo di alcuni dati detenuti dal settore pubblico e creare spazi europei dei dati in settori strategici.

La relatrice Angelika Niebler (PPE, DE) ha dichiarato: “Il nostro obiettivo con il DGA è quello di porre le basi per un’economia dei dati di cui le persone e le imprese possano avere fiducia. La condivisione dei dati può svilupparsi solo se fiducia ed equità sono garantite, stimolando nuovi modelli di business e l’innovazione sociale. L’esperienza ha dimostrato che la fiducia – che si tratti di fiducia nella privacy o nella riservatezza dei dati aziendali di valore – è un tema fondamentale. Il Parlamento ha insistito su un campo di applicazione chiaro, assicurandosi che il principio della fiducia sia iscritto nel futuro dell’economia dei dati in Europa. Siamo all’inizio dell’era dell’IA e l’Europa avrà bisogno di sempre più dati. Questa legislazione dovrebbe rendere facile e sicuro attingere ai numerosi bacini di dati sparsi in tutta l’UE. La rivoluzione dei dati non aspetterà l’Europa. Dobbiamo agire ora se le aziende digitali europee intendono avere un posto tra i migliori innovatori digitali del mondo“.

La relatrice del PE Pilar del Castillo Vera (PPE, ES) ha dichiarato: “La legge sui dati cambierà totalmente le carte in tavola, consentendo l’accesso a una quantità quasi infinita di dati industriali di alta qualità. Competitività e innovazione fanno parte del suo DNA“.

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