Il nuovo squadrismo
Matteo Renzi ha ragione: quello che stanno mostrando in questi giorni i grillini è puro e semplice squadrismo. Squadrismo sono gli attacchi forsennati contro le istituzioni su cui si regge la nostra convivenza civile. Squadrismo gli attacchi alla stampa libera e critica. Squadrismo il tentativo di trasformare il Parlamento in un ring. Squadrismo la violenza fisica opposta alla ragione e alle idee e l’intento di bloccare per questo mezzo la normale dialettica democratica. Squadrismo l’aggressione ai partiti democratici e il disprezzo per gli elettori che hanno votato per loro, mandando in Parlamento una maggioranza ben diversa da quella di cui bercia il comico genovese. Squadrismo il ripetuto vilipendio del massimo rappresentante della Nazione. Squadrismo gli insulti ai Presidenti di Camera e Senato. Squadrismo gli attacchi inconsulti al Governo del Paese. Squadrismo il proposito dissennato di allontanarci da quell’Europa che è la nostra casa. Squadrismo il turpiloquio di Grillo e dei suoi seguaci, le scomposte aggressioni a tutto e a tutti (persino l’aggettivo “boia” usato contro Napolitano viene dal peggior vetero-squadrismo).
Ma il male non sta tutto e solo nei grillini. Loro in definitiva sono quello che sono, cioè il peggio della politica italiana, e fanno il loro mestiere che è quello di cercare di sfasciare tutto, e lo fanno con violenza tanto più esasperata in quanto si accorgono di essere irrilevanti e destinati a perdere seguito e peso nel Paese. Un Paese che, contro tutti gli urli grillini, e per loro maggiore disperazione e scorno, va avanti e “tiene”, come “tiene” il sistema delle istituzioni. Un Paese che sta imboccando, poco a poco, la via di una timida ripresa e di una faticosa revisione del costume politico. Il male è anche in chi fingesse di guardare dall’altra parte e si tappasse gli occhi di fronte al pericolo di uno squadrismo che, per la prima volta in settant’anni, torna a farsi attivo e minaccioso in Italia (di fronte ad esso, le scompostezze leghiste, pur indegne, paiono quasi un gioco da ragazzini). Minaccioso per tutti, senza distinzioni di destra, sinistra e centro, perché il suo obiettivo è fare terra bruciata. Il male sta in chi si illudesse che con gente del genere si possa tutto sommato discutere, trattare, fare un pezzo di strada insieme. Diciamocelo chiaramente: questo non è possibile, almeno finché il Movimento resterà una sorta di gregge dominato da Grillo e dal suo guru; finché i dissidenti, che pure ci sono, non verranno allo scoperto in modo assai più ampio del presente e si staccheranno dal gregge.
Colpevole fu dunque Pierluigi Bersani quando fece perdere un mese all’Italia correndo loro inutilmente appresso. Colpevole fu Berlusconi, quando mostrò una innaturale (penso effimera) convergenza con Grillo (era l’epoca, non poi lontana, in cui l’immenso Brunetta andava in TV ad accusare Giorgio Napolitano di tutti i mali possibili, in sintonia col comico genovese).
Ora, di fronte al comportamento dei parlamentari grillini, questa atmosfera di compiacenza è per fortuna cambiata e tutti, dal PD a FI, da NCD a Scelta Civica, al SEL e persino alla Lega (o perlomeno a Maroni) si strappano indignati le vesti. A quanto pare fa eccezione il camerata Larussa, beccato a cantare l’Inno di Mameli assieme ai grillini; ma lui lo ha smentito indignato. Crediamogli! Bene, ma non basta! Non basta che la Presidente della Camera annunzi sanzioni. Le proponga e le faccia poi applicare. Non basta che il Premier Letta dichiari solennemente “Difenderemo le istituzioni”. Il Ministro della Giustizia si accerti che il Codice Penale sia rispettato. Non basta che la Procura di Roma “apra un fascicolo” contro il deputato che ha insultato il Capo dello Stato. Si vada avanti rapidamente, perché non c’è il minimo bisogno di raccogliere elementi di prova. L’insulto è stato pronunciato in pubblico e ci sono fior di video che lo testimoniano. Mostriamo che in Italia le leggi esistono, esistono i regolamenti parlamentari che impongono decoro, esiste un popolo che nella sua grande maggioranza ripudia gli estremismi squadristi, di qualsiasi segno siano. Mostriamo che siamo un Paese capace di applicare la legge, in tutto il suo rigore, contro chi attenta alla convivenza civile degli italiani, anche se è un eletto del popolo, perché in un Paese civile un’elezione non dà a nessuno il diritto di infrangere la legge (non lo dà a Berlusconi, non lo dà a nessun altro, da qualsiasi parte stia). Non ci si lasci tentare dal timore di alimentare vittimismi. Non si tratta di perseguire opinioni che, per fortuna, da noi sono libere. Si tratta, con la forza della legge, di combattere violenza, calunnia, insulti, tutto un sistema che mette in pericolo proprio la libertà di opinione su cui fondiamo la nostra democrazia. O la storia dello squadrismo nazi-fascista – andato al potere per voto popolare e, timoratamente, tollerato da chi avrebbe dovuto fermarlo – non insegna nulla?
Un test importante verrà tra breve. Il Movimento 5 Stelle, dopo averne tanto cianciato, ha finalmente deposto la richiesta di messa in stato di accusa del Capo dello Stato. Meglio cosí. E ha fatto bene il Presidente Napolitano, con la sua serena dignità, a chiedere che il procedimento faccia il suo corso. Ma sì, faccia il suo corso, sgombriamo presto le nostre strade da questa immondizia!
Che sia una richiesta risibile va da sé: basta vedere che, per basarla su qualcosa, i grillini hanno dovuto ripescare la grazia concessa a Sallusti. E per rendersi conto di quanto tutta la faccenda sia pretestuosa e assurda, basta leggere la carta costituzionale che prevede l’impeachment in caso di Alto Tradimento o Attentato alla Costituzione (ci vuole davvero l’immaginazione più sfrenata e partigiana per riscontrare questi estremi in un qualsiasi atto di un Presidente che è tra i più corretti e rispettosi della Costituzione che mai abbiamo avuti). Iniziativa, inoltre, priva di qualsiasi possibilità di successo. La messa in stato di accusa è decisa dal Parlamento in seduta comune, con la maggioranza assoluta dei suoi membri (il giudizio poi spetta alla Corte Costituzionale integrata da sedici cittadini scelti a sorte, ma questo viene solo dopo l’impeachment formale da parte delle Camere). In Parlamento, la maggioranza ce l’ha il PD, senza parlare di NCD, Popolari e Scelta Civica. I grillini, anche se potessero contare su leghisti e Fratelli d’Italia (e persino con l’apporto del tutto improbabile di Forza Italia) non la raggiungerebbero neppure per sbaglio. E allora? Allora è tutto e solo voglia di gettare fango, colpire le istituzioni, svilire il Paese. Voglia di “far casino”.
Ma in questa vicenda le forze politiche responsabili, Forza Italia in primo luogo, si giocano la loro faccia. Nessun distinguo, nessun tatticismo, nessuna furberia, sono tollerabili. Sarà per tutti il momento di mostrare con i fatti da che parte si sta: se con le istituzioni e con il Paese, o con il riaffiorante squadrismo. E la gente poi giudicherà.
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