Come si vota per il Parlamento europeo
L’intesa per la nuova legge elettorale italiana pare sia stata trovata. L’Italicum è destinato a scalzare il tanto odiato Porcellum. Soglia di sbarramento al 4,5 per cento per entrare in Parlamento e premio di maggioranza che scatta al 37 per cento. Ma niente preferenze. In Italia, tra l’altro, è l’unico caso. Sì, perché per le elezioni comunali, regionali ed europee, le preferenze sono sempre previste. Per le politiche no. E, a proposito di Europa, la prossima primavera si vota per rinnovare il Parlamento europeo. Riassumiamo con quale meccanismo elettorale.
In Italia la legge per le elezioni europee, la più vecchia in vigore, è la numero 18 del 24 gennaio 1979, poi modificata con provvedimenti successivi. Nel febbraio del 2009 sono state introdotte le soglie di sbarramento al 4 per cento su base nazionale. Diciamo subito che l’attuale sistema, come richiesto da Bruxelles, si basa sulla rappresentanza proporzionale. I seggi sono assegnati nel collegio unico nazionale, a liste di candidati presentate nell’ambito di cinque circoscrizioni molto ampie (Italia nord-occidentale, nord-orientale, centrale, meridionale e insulare). Il diritto di voto può essere esercitato dai cittadini con almeno 18 anni d’età, mentre per candidarsi l’età minima è di 25 anni. Le liste dei candidati devono essere sottoscritte da non meno di 30mila e non più di 35mila elettori. Sono esonerati dall’obbligo di sottoscrizione i partiti che hanno almeno un rappresentante al Parlamento europeo o nazionale.
La scheda elettorale è unica: si vota per una delle liste e si possono esprimere da una a tre preferenze (quest’ultima purché con “differenza di genere”: due uomini ed una donna o viceversa). I seggi sono attribuiti proporzionalmente ai voti conseguiti in ambito nazionale con il sistema dei quozienti interi e dei maggiori resti (ossia un sistema matematico che stabilisce la quota di voti da raggiungere per ottenere un seggio). I seggi che si aggiudica ogni lista, quindi, sono riassegnati alle circoscrizioni in proporzione ai voti ottenuti in ciascuna di esse. Una volta determinato il numero di voti per lista, sono eletti i candidati con il maggior numero di preferenze. I deputati italiani eletti nella legislatura in corso sono 73.
Le procedure per eleggere il Parlamento europeo sono regolate sia dalla legislazione europea, che indica il proporzionale come sistema elettorale da adottare, sia da disposizioni nazionali specifiche che variano da uno Stato all’altro. In Francia, per esempio, le circoscrizioni sono otto, non è previsto il voto di preferenza e la soglia di sbarramento è fissata al 5 per cento. La Germania elegge novantanove parlamentari – il maggior numero tra gli Stati membri – in un collegio uninominale con il sistema proporzionale a liste bloccate: nessuna preferenza, si può esprimere solo il voto ai partiti. Più complessa la situazione del Regno Unito dove il territorio prevede la divisione in dodici circoscrizioni. La Scozia, il Galles e l’Irlanda del Nord costituiscono ciascuno un’unica circoscrizione. L’elettore esprime la sua preferenza sia per un partito che per un candidato indipendente nominato sulla scheda elettorale. E infine la Spagna: qui nelle ultime elezioni europee del 2009 si è votato con un collegio nazionale unico a liste bloccate.
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