Italia delle Regioni
I comuni italiani sono disponibili al confronto sulla proposta del ministro dell’Istruzione Valditara sull’ apertura estiva delle scuole. L’idea di tenere le scuole aperte, su base volontaria, anche d’estate, può essere l’opportunità per dare forma a strutture scolastiche aperte a programmi estivi e formativi per i bambini e le bambine.
Molti Comuni sono già attivi da tempo su questo versante. Le voci degli assessori di Bari, Bergamo, Bologna, e Napoli.
La proposta del ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara di tenere le scuole aperte, su base volontaria, anche d’estate, può essere l’opportunità per dare forma a strutture scolastiche aperte a programmi estivi e formativi per i bambini e bambine che, in molti Comuni sono già attive da tempo. Necessario, per i Comuni, aprire un confronto diretto con il ministero, per strutturare un sistema integrato ed efficiente con le necessarie risorse.
Federica Demaria riferisce la posizione di Maura Striano, assessore all’Istruzione e alle famiglie del Comune di Napoli: “L’idea di tenere le scuole aperte d’estate consente non solo di contrastare il cosiddetto ‘summer learning loss’ ma di offrire occasioni di apprendimento ed esperienze formative che utilizzano molteplici codici e linguaggi e l’opportunità di utilizzare le risorse del territorio e della città intesa come spazio educativo a tutto tondo”.
Fondamentale “un ripensamento del calendario scolastico – afferma Striano — tenendo conto della possibilità di inserire brevi visite di scambio in altre realtà territoriali, viaggi di istruzione e attività residenziali presso strutture territoriali che possano accogliere gruppi e comunità”.
“E’ assolutamente positivo che si apra il dibattito sulle scuole aperte d’estate che al momento è ancora sulle spalle delle municipalità e delle famiglie. Quindi accogliamo con favore questa apertura, che peraltro raccoglie le sollecitazioni che da tempo arrivano dai Comuni; Anci farà la sua parte”. E’ il commento di Daniele Ara, assessore all’Istruzione del Comune di Bologna, che sottolinea la necessità di pensare ai centri estivi come “un supporto di welfare familiare ma anche come momento di integrazione, formazione e socializzazione. E’ un’opportunità di crescita e di arricchimento – afferma – ma bisogna che il Paese ne discuta, che ci sia una regia, finanziamenti, idee, e che si vada verso un sistema integrato che coinvolga scuole, Ministero, Comuni, Terzo settore e Regioni che fanno i calendari scolastici e che devono essere rimodulati”.
Per l’assessore all’Istruzione del Comune di Bergamo Loredana Poli “se l’obiettivo è quello di dare risposte sia ai bisogni educativi dei bambini e dei ragazzi sia a quelli relativi la conciliazione dei tempi di vita e lavoro delle famiglie, sarebbe meglio ripensare il calendario scolastico nel suo insieme con una idea europea di vacanze più spezzettate durante l’anno, evitando l’interruzione lunga dell’estate che ha una ripercussione sia sugli apprendimenti dei bambini e dei ragazzi sia delle famiglie che devono cercare soluzioni impegnative”.
Infine, secondo l’assessore all’istruzione del Comune di Bari, Paola Romano “è necessario sostenere le famiglie e fornire al contempo ai ragazzi attività ludico educative, dando anche la giusta centralità all’insegnamento e al ruolo degli insegnanti. Di fatto nel nostro Comune siamo attivi da anni su questo versante per consentire anche ai bambini che per ragioni squisitamente economiche non possono permettersi vacanze o campi estivi a pagamento, di fruire di un servizio di intrattenimento e formativo. Quindi – conclude Romano – siamo assolutamente favorevoli alla proposta ma serve un confronto ragionato”.
Sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per le Regioni italiane è necessaria una parziale revisione. “La Conferenza delle Regioni ritiene necessaria una parziale revisione del Piano di ripresa e resilienza su tempistiche e la messa a terra di alcuni interventi previsti”, lo ha dichiarato in audizione congiunta delle Commissioni Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei deputati e Commissioni Politiche dell’Unione europea e Programmazione economica, bilancio del Senato della Repubblica, Marco Alparone Coordinatore della Commissione Affari finanziari della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome (Vicepresidente Regione Lombardia).
“Tale esigenza si pone a causa del mutamento degli scenari geopolitici e di un aumento incontrollato dei costi delle materie prime e alle difficoltà del loro reperimento”, spiega Alparone.
In linea con queste esigenze le Regioni hanno elaborato una serie di proposte emendative. Si richiede un ampliamento delle competenze dei professionisti del progetto “1000 esperti” al fine di garantire il supporto alle regioni in tutti i procedimenti amministrativi connessi all’attuazione del PNRR.
Inoltre, si sottolinea la necessità di potenziare la capacità amministrativa delle amministrazioni coinvolte nel PNRR, includendo la possibilità di assumere personale a tempo determinato dalle società in house. Si evidenzia anche l’importanza di poter reclutare personale temporaneo con qualifica dirigenziale che possa svolgere il ruolo di Responsabile Unico del Procedimento (RUP).
“Le Regioni – conclude il Coordinatore Alparone – sottolineano l’esigenza di un coinvolgimento per l’attuazione del Piano in modo da assicurare il coordinamento delle politiche con il territorio, per mettere a sistema risorse e programmazione e per organizzare al meglio la macchina amministrativa”.
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