Havana Kyrie (Film, 2019)
Havana Kyrie di Paolo Consorti è davvero un buon film che unisce una piccola storia a una scenografia sontuosa, riprese ispirate e fotografia color pastello, immortalando una Cuba autentica e palpitante, niente a che vedere con sottoprodotti italiani che spesso mistificano la realtà caraibica a loro uso e consumo.
Consorti è un regista atipico, più artista puro che uomo di cinema, sa fare bene l’uno e l’altro, e mette tutta la sua arte al servizio della macchina da presa, confezionando uno dei suoi rari lungometraggi con passione e amore. Idea di Franco Nero (che fa anche da produttore) ed è l’interprete ideale per un ruolo che gli vale molti premi come miglior attore, anche se accanto a lui recitano due mostri sacri come Jorge Perugorría (il tassista Lucas) e il grande Ron Perlman (il padre adottivo di Victor).
Franco Nero presta il suo volto e uno sguardo intenso da uomo pieno di rimpianti alla figura di un grande direttore d’orchestra (Vittorio De Bellis) che si è giocato la carriera con un gesto inconsulto al teatro di Pesaro, abbandonando la scena a metà esibizione. Cuba è l’occasione per la sua riabilitazione, perché viene chiamato a dirigere un coro di ragazzi che deve interpretare il Kyrie Eleison di Rossini, cosa che all’inizio non lo appassiona per niente. Vittorio ha un conto in sospeso con Cuba, dove ha vissuto un grande amore giovanile, da tempo abbandonato, che ritrova, scoprendo anche di avere un figlio (Victor, interpretato dal figlio di Perugorría, Andros), attore comico che mette in burla le direzioni d’orchestra del padre, per lui un mito. Vittorio si rappacifica con l’isola caraibica, esce trasformato da questa esperienza, rivede il figlio, alla fine l’abbraccia e si converte persino alla musica cubana quando mette in scena con i ragazzi del coro un Kyrie Eleison in versione caraibica.
Havana Kyrie è distribuito da RaiPlay, visto in Prima Visione televisiva su Rai Movie il 2 agosto 2023, non è stato promosso a sufficienza in Italia, ma ha vinto il Chicago Indie Film Awards (2020), lo Short Long World Festival in Argentina (2021), il Festival di Salerno (2021) e il San Antonio Film Indipendent Festival (2021). Franco Nero ha ricevuto molti riconoscimenti: Stoccolma, Siena, Montreal, Matera, Salerno. Il valore aggiunto della pellicola è un grande attore come lui, che mostra identica espressione dolorosa che sfoggiava in Keoma, un uomo che torna sulle ceneri del suo passato, ma questa volta ne esce cambiato, sorridente, allegro, pronto ad affrontare di nuovo la vita.
L’Avana è uno scenario straordinario, la fotografia viene da sola (Germano è comunque bravo), impossibile sprecare dei colori naturali stupendi, dai tramonti ai notturni, passando per le passeggiate sul Malecón e i silenzi di fronte all’Oceano. Ottima la colonna sonora di Aielli, un mix di musica classica e di sonorità cubane, tra l’altro molto originale la parte in cui i personaggi si muovono in un crescendo rossiniano, con il girato che procede al ritmo della sinfonia. Tecnica di regia sopraffina, non c’è un errore di ripresa, l’uso del piano sequenza è equilibrato e ispirato, primissimi piani notevoli, campi e controcampi curati nei minimi dettagli. Se si vuol trovare un difetto sta nella confezione televisiva (ma il prodotto è destinato al piccolo schermo), nel taglio da telenovela quando giunge il momento della riconciliazione con il figlio (forse dovuto per la commerciabilità cubana) e in alcuni dialoghi carichi di patos e di retorica.
Il film è permeato di cultura cubana e le maestranze tecnico-artistiche sono così ben miscelate da poter considerare Havana Kyries un prodotto italo-cubano. Location del film: Pesaro e L’Avana, ben alternate da un montaggio non consequenziale (Notario) che procede per salti temporali e flashback ben inseriti nel contesto di una storia narrata in presa diretta. Contributo del MIBACT, una tantum ben dato. Rai Movie promuove cinema italiano di qualità, a partire dal ciclo Mai visti prima. Havana Kyrie è addirittura un prodotto a distribuzione esclusiva RaiPlay. Un film da vedere senza mezzi termini.
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Regia: Paolo Consorti. Soggetto: Paolo Consorti, Alfredo Mazzara. Sceneggiatura: Alfredo Mazzara. Fotografia: Dario Germani. Montaggio: Niccolò Notario. Musiche: Danilo Aielli. Scenografia: Gianni Quaranta, Maikel Alejandro Gonzales Paez. Costumi: Kirena Reguera Marquez. Trucco: Orelmis Betancourt, Pavel Marrero. Produttori: Gabriel Beristain, Gianluigi Gasperini, Sasha Rodriguez, Franco Faggiani, Franco Nero. Produttore Esecutivo: RTV Commercial. Case di Produzione: Vedado Films, Opera Totale. Distributore (Italia): RaiPlay. Lingua Originale: Spagnolo. Paesi di Produzione: Cuba, Italia (2019). Durata: 100’. Genere: Drammatico. Interpreti: Franco Nero (Vittorio De Bellis), Ron Perlman (Henry), Jacqueline Arenal (Isabel Orellanes), Jorge Perugorría (Lucas), Kriemhild Maria Siegel (Hanna Kramer), Andros Perugorría (Victor), Yerlin Pérez (Mendoza), Zuzana Reyes (Host), Cheryl Zaldivar (Rosita), Luca Lionello (Raimondo), Jorge Luis Lopez (Rino), Bárbaro Marín (padre di Ramon), Federico Pacifici (Direttore Scala di Milano).
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]