Europa, Fit for 55

Per contrastare i cambiamenti climatici, il Parlamento europeo ha approvato la Legge europea sul clima, che innalza l’obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 (dall’attuale 40%) e rende giuridicamente vincolante la neutralità climatica entro il 2050. La legge sul clima fa parte del Green Deal europeo, la tabella di marcia dell’UE verso la neutralità climatica.  Per raggiungere il suo obiettivo climatico, l’Unione Europea ha elaborato un ambizioso pacchetto legislativo noto come “Pronti per il 55%” che comprende una serie di norme e proposte di legge su clima e energia. Per contenere il consumo di energia, nel settembre 2022 il Parlamento ha sostenuto gli obiettivi di riduzione pari almeno al 40% del consumo finale di energia entro il 2030 e del 42,5% del consumo di energia primaria. Nel marzo 2023, i negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno concordato nuove norme per promuovere il risparmio energetico. Gli Stati membri dovrebbero garantire collettivamente una riduzione del consumo energetico di almeno l’11,7% a livello dell’UE entro il 2030 (rispetto alle proiezioni 2020 del consumo energetico nel 2030). Ci dovrebbe essere anche un risparmio energetico annuo dell’1,5% (in media) da parte dei paesi fino alla fine del 2025, con un miglioramento dell’efficienza energetica potrebbero ridurre non solo le emissioni di CO2, ma anche la fattura annuale di 330 miliardi di euro dell’UE per le importazioni di energia.

Il sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (ETS Emission Trading Scheme) punta a ridurre le emissioni di carbonio prodotte dall’industria obbligando le aziende ad avere un permesso per ogni tonnellata di CO2 (anidride carbonica) emessa. Le aziende devono acquistare i permessi attraverso delle aste, ma esistono anche alcuni incentivi per promuovere l’innovazione nel settore. Attraverso questo sistema di scambio di quote di emissione ETS, l’UE regolamenta circa il 40% di tutte le emissioni di gas effetto serra dell’UE e riguarda approssimativamente 11.000 tra centrali energetiche e impianti industriali all’interno dell’Unione europea. Per allineare l’ETS agli obiettivi di riduzione delle emissioni del Green Deal europeo, nell’aprile 2023 il Parlamento ha approvato un aggiornamento del sistema.  Le riforme includono la riduzione delle emissioni nel settore ETS al 62% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2005.

L’aviazione civile rappresenta il 13% delle emissioni totali di CO2 dei trasporti dell’UE, e nell’aprile 2023 il Parlamento europeo ha approvato la riforma del sistema di scambio per i diritti di emissione nel settore dell’aviazione. In linea con gli obiettivi stabiliti nell’accordo di Parigi, i deputati intendono estendere il campo di applicazione del sistema di scambio di emissioni, a tutti i voli in partenza dallo SEE, compresi i voli in atterraggio al di fuori di quest’area. Il Parlamento e il Consiglio hanno concordato sul fatto che l’olio da cucina preutilizzato, il carburante sintetico o persino l’idrogeno diventino gradualmente la norma per il carburante per aerei.

Il 15% delle emissioni di CO2 in Europa viene prodotto dalle auto e dai furgoni, il Parlamento ha appoggiato la proposta della Commissione di zero emissioni di CO2 per automobili e furgoni nel 2035 con obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030 del 55% per le automobili e del 50% per i furgoni. Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi qualsiasi autovettura nuova, destinata ad entrare sul mercato dell’UE dal 2035, dovrà essere a zero emissioni di CO2; le nuove norme non riguarderanno le autovetture già in circolazione. L’UE sta cercando di ridurre il proprio impatto sul clima promuovendo l’uso di combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, come la mobilità elettrica; l’idrogeno; l’ammoniaca.

Gli edifici nell’UE sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra; un settore di miglioramento importante è costituito dal riscaldamento e dal raffreddamento degli edifici e dall’acqua calda sanitaria, che nel complesso rappresentano l’80% del consumo energetico delle famiglie consumo energetico domestico. A partire dal 2027, sarà creato un sistema di scambio di emissioni separato (ETS II) per gli edifici e il trasporto su strada.

Lo sviluppo di fonti energetiche pulite alternative ai combustibili fossili aiuterà anche l’UE a ridurre le emissioni, oltre il 20% dell’energia consumata nell’UE proviene da fonti rinnovabili. Nel dicembre 2022, i deputati hanno chiesto che le autorizzazioni per le centrali elettriche a energia rinnovabile vengano rilasciate più rapidamente, anche per i pannelli solari e i mulini a vento. I deputati stanno cercando di potenziare l’idrogeno rinnovabile e le fonti rinnovabili offshore, oltre all’eolico, come l’energia delle onde. I finanziamenti dell’UE per i progetti di infrastrutture del gas naturale sono in fase di graduale eliminazione e il denaro viene reindirizzato all’idrogeno e alle infrastrutture per le energie rinnovabili offshore. Il PE e il Consiglio hanno concordato di aumentare la quota di energie rinnovabili nel consumo finale di energia dell’UE al 42,5% entro il 2030, mentre i paesi dell’UE dovrebbero puntare al 45%.

Il Meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera (CBAM, Carbon Border Adjustment Mechanism) punta a incentivare le industrie commerciali dell’UE e dei paesi terzi a decarbonizzare, attraverso l’imposizione di una tassa sul carbonio alle importazioni di alcuni beni provenienti da paesi con normative meno severe dell’UE sul clima. Lo scopo èdi evitare la delocalizzazione delle emissioni di carbonio, una pratica adottata dalle industrie dell’UE che consiste nel delocalizzare la produzione verso paesi con normative sulle emissioni di gas serra meno restrittive. Gli importatori saranno tenuti a pagare la differenza tra il prezzo del carbonio pagato nel paese di produzione e il prezzo delle quote di carbonio all’interno del sistema di scambio di emissioni dell’UE. Il CBAM sarà gradualmente introdotto dal 2026 al 2034 alla stessa velocità con cui vengono eliminate gradualmente le quote gratuite nell’EU ETS.

Circa il 60% delle emissioni totali dell’UE proviene da trasporti, agricoltura, edilizia e gestione dei rifiuti. Questi settori non fanno parte dell’attuale sistema di scambio di quote. La Commissione ha proposto un taglio nelle emissioni di questi settori del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005. La riduzione avverrà attraverso degli obiettivi concordati di emissione nazionali che vengono calcolati sulla base del prodotto interno lordo (PIL) pro-capite; è previsto un supporto per i paesi dell’Unione europea a basso reddito.

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