Acqua e anice (Film, 2022)
Che opera prima, ragazzi! Corrado Ceron dimostra che il cinema italiano è vitale e la cosa ci fa un gran piacere, solo che dobbiamo andarlo a cercare nei Cineclub e nei Festival tematici, nelle rassegne estere, oppure nella sale dei circuiti Fice. Per fortuna che esportiamo questi prodotti artistici e non cose commerciali come La mia banda suona il pop (film che abbiamo avuto modo di recensire), ma nelle nostre sale sono i secondi a circolare. Qualcosa non va e noi continuiamo a insistere che si dovrebbe puntare sulla qualità e non su altri fattori che con il cinema niente hanno a che spartire.
Acqua e anice è un film cucito su misura per la bravura di Stefania Sandrelli, 77 anni, perfetta per ricoprire il ruolo di Olimpia, ex cantante di successo sul viale del tramonto, malata di Alzheimer, incapace di cantare e di ricordare le parole dei testi, decisa a porre fine alla sua esistenza prima di essere reclusa in un ospizio. Grande anche Paolo Rossi nei panni tragicomici di un vecchio componente della band di Olimpia, adesso pescatore che vive in una palafitta sul mare, si lava poco, e pure lui rimpiange il passato. Bravissima Silvia D’Amico come giovane amica (ma è molto di più) che accompagna Olimpia nel suo viaggio on the road per ritrovare vecchi amici, cantare alle nozze d’oro della sorella, infine verso la Svizzera dove ha deciso di mettere in pratica l’ultimo atto.
È un film dove tutto è perfetto, dalla fotografia flou alla colonna sonora anni Settanta, passando per una suggestiva ambientazione tra Comacchio e i Lidi Ferraresi, per finire con riprese ispirate e un racconto che non presenta difetti. Leitmotiv proprio la ricetta di acqua e anice, bibita preferita di Olimpia che conosce il segreto (da tramandare) perché venga gustosa e piacevole da sorseggiare. Ma il colore opaco dell’acqua e anice ricorda pure la nebulosità della vita, l’incertezza del percorso da compiere, come la memoria della cantante che non è più la stessa. Film che tocca temi importanti come la malattia mentale e il fine vita, la scelta dell’eutanasia quando l’esistenza presenta solo sofferenze e non è neppure paragonabile alla bellezza del passato, quando una persona che è stata famosa non può godere del suo talento. Acqua e anice è la narrazione partecipe di un viale del tramonto nostalgico e suadente, commovente e divertente, commedia amara sulla vita, scritta con toni agrodolci, intensi e suggestivi.
Se proprio vogliamo trovare un difetto: l’eccessivo dilatarsi dei tempi nel finale. Ma stiamo cercando il pelo nell’uovo. Presentato a Venezia nelle Giornate degli Autori. Premiato in Francia. Alcune sequenze finali sono state girate in Germania con la finzione che sia Svizzera. Film prodotto da Rai Cinema, distribuito da Fandango. Visto solo grazie al benemerito Piccolo Cineclub di Follonica.
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Paese di Produzione: Italia, 2022. Durata: 115’. Genere: Commedia agrodolce. Regia: Corrado Ceron. Soggetto e Sceneggiatura: Federico Fava, Corrado Ceron, Valentina Zanella. Fotografia: Massimo Moschin. Montaggio: Davide Vizzini, Nicola Bonaldo. Musiche: Daniele Benati, Claudio Zanoni. Scenografia: Massimo Pauletto. Costumi: Marzia Paparini. Produttori: Nicola Fedrigoni, Valentina Zanella. Case di Produzione: K+, Rai Cinema, Emilia Romagna Film Commission (sostegno). Distribuzione (Italia): Fandango. Interpreti: Stefania Sandrelli (Olimpia), Silvia D’Amico (Maria), Poalo Rossi (Gimmi), Poalo Cioni (Romeo), Diego Facciotti (Silvio), Giancarlo Previati (Giovanni).
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]