Anni di piombo e l’assalto al bar
In che cosa consistevano le azioni dei movimenti durante gli Anni di piombo e della strategia della tensione?
A distanza di oltre mezzo secolo forse non c’è un accordo anche tra gli stessi storici se esiste realmente una data di inizio esatta e una di fine di questi anni e, allo stesso modo, esistono diverse possibili definizioni della stessa strategia della tensione. Possiamo allora limitarci a precisare che l’espressione “Anni di piombo” trova origine nell’omonimo film di Margarethe Von Trotta che si occupava del fenomeno nell’allora Germania ovest.
L’espressione “Strategia della tensione” ha invece origine dall’inglese (strategy of tension): e venne usata per la prima volta coniata dal settimanale britannico “The Observer” in un’inchiesta giornalistica sui legami e le connessioni dei movimenti di destra tra Grecia ed Italia nel 1969. Il primo articolo dell’inchiesta del giornalista Leslie Finer è del 7 dicembre 1969, addirittura solo cinque giorni prima della strage di piazza Fontana che, secondo alcuni è la data di inizio del fenomeno che altri, viceversa, fanno risalire al 1964 e al “Piano Solo”.
Secondo Finer “Un gruppo di estrema destra e di ufficiali sta tramando in Italia un colpo di Stato militare con l’incoraggiamento e l’appoggio del governo greco e del suo Primo Ministro George Papadopoulos. Elezioni anticipate, liquidazione del centrosinistra, ritorno al centrismo, riforma costituzionale in senso presidenziale, definitiva emarginazione delle sinistre”. Un quadro decisamente già allarmante.
Ma, al di là delle origini, questo fenomeno che caratterizzò tutti gli anni Settanta perlomeno fino al rapimento e l’assassinio di Aldo Moro, o più verosimilmente alla Marcia dei Quarantamila del 14 ottobre 1980, che pose fine a molte velleità delle sinistre, è caratterizzato da un costante conflitto tra movimenti di destra e di sinistra che sfociò in attentati, assalti, omicidi e violenze che, secondo dati abbastanza attendibili, è costato oltre quattrocento vittime a cui devono aggiungersi quelle di episodi di violenza quali rapine per autofinanziarsi.
Molti episodi hanno attratto l’attenzione delle cronache più di altri, ad iniziare dall’incendio in cui morirono i Fratelli Mattei, la morte di Giorgiana Masi, l’immagine di Giuseppe Memeo, terrorista di Autonomia Operaia e poi dei Proletari Armati per il Comunismo con la pistola stesa ad altezza d’uomo che è diventata l’immagine iconica dell’intero decennio.
Tra gli episodi meno noti alla cronaca, dobbiamo ricordare l’assalto al bar Versilia di Lido di Camaiore, un locale dove si ritrovavano simpatizzanti di destra di cui oggi ricorre il cinquantenario.
In un periodo in cui tutto era visto come provocazione, anche il semplice sedersi in gruppo, la distribuzione di volantini era un atto che difficilmente poteva essere tollerato; figurarsi la vendita del giornale della parte nemica. Il bar era già stato oggetto di un attacco da parte di simpatizzanti di estrema sinistra che, nel mese di giugno, avevano causato danni per l’allora astronomica cifra di cinque milioni di lire.
Il successivo 26 agosto, alcuni giovani di sinistra, mentre erano intenti a distribuire “L’Unità” nei pressi del locale, vennero aggrediti e uno di loro, l’allora diciottenne Franco Poletti, ricevette tre coltellate che lo ferirono gravemente. Gli aggressori erano militanti di destra, appositamente venuti da Trieste per fornire al titolare una specie di servizio d’ordine. Furono immediatamente arrestati.
Il giorno dopo venne organizzata dai movimenti di sinistra una manifestazione di protesta e risposta. Con gli animi a dir poco esaltati le conseguenze erano immaginabili. Vennero lanciate delle bombe molotov e il locale vene totalmente distrutto. I responsabili non vennero identificati. Non ci furono morti, ma è un episodio emblematico della violenza di quegli anni.
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