Italia delle Regioni
Nel suo intervento finale al Festival delle Regioni, “Le proposte delle regioni per l’ammodernamento del Paese”, il presidente della Conferenza delle Regioni Italiane Massimiliano Fedriga ha riassunto i temi e le proposte emerse dalla manifestazione di Torino, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella.
Le Regioni sono consapevoli che l’Italia sarà più sostenibile ed equa se saprà rafforzare le infrastrutture materiali e immateriali strategiche per il nostro Paese nel segno della sostenibilità economica, sociale e ambientale, ma anche tecnologica, al fine di non dipendere nelle filiere produttive strategiche da paesi terzi che rischiano di detenere le chiavi del nostro sistema produttivo e del nostro sviluppo.
Un obiettivo, questo, che vogliamo perseguire accanto al Governo, collaborando alla realizzazione della transizione ecologica, energetica e digitale, sfruttando la fondamentale leva dei fondi del PNRR e della Programmazione europea ‘21-‘27.
Se infatti le transizioni ecologica ed energetica sono un’urgenza per la salvaguardia del nostro Pianeta, la transizione digitale è necessaria per semplificare e rendere più efficienti i servizi, migliorare il rapporto tra cittadini e istituzioni e trainare l’innovazione del Paese.
Consapevoli della complessità delle tematiche da affrontare, siamo arrivati a questo secondo appuntamento attraverso un percorso di accompagnamento che ha visto il coinvolgimento degli attori regionali e di molti stakeholders che hanno messo a disposizione contributi e riflessioni su come potenziare le infrastrutture dell’Italia.
Nel corso del Festival sono stati affrontati i temi legati al ruolo che le Regioni svolgono nel contesto nazionale ed europeo e ai possibili sviluppi, alla luce della delicata e impegnativa fase che il nostro Paese sta attraversando, come dimostrano anche i dati del rapporto elaborato da Ipsos presentato nel corso della giornata di ieri.
Per sostenere queste riflessioni è stato richiesto anche il contributo dei giovani attraverso la promozione di un concorso per idee. Hanno partecipato giovani dai 18 ai 28 anni di tutta Italia, inviando i loro contributi. E’ stata un’occasione utile per avere una diversa prospettiva delle priorità e delle necessità dei nostri cittadini e dei giovani in particolare.
Il confronto, a cui hanno partecipato anche autorevoli esponenti del Governo si è articolato su cinque tavoli tematici che, a partire dalle sfide che dovrà affrontare l’istituzione regionale, hanno messo in luce alcune proposte utili ad adeguarne, conseguentemente, l’azione politica ed amministrativa
Proposte, Signor Presidente, che vorrei ora illustrarLe.
Il tavolo dedicato allo sviluppo ha affrontato la questione della perequazione infrastrutturale tra territori e tra città e aree interne. Occorrerà realizzare i grandi corridoi europei che costituiranno l’occasione per una più capillare infrastrutturazione delle diverse aree regionali.
Lo sviluppo dovrà essere accompagnato da processi di rigenerazione urbana e dal potenziamento dei collegamenti tra aree interne e aree metropolitane e, all’interno di quest’ultime, tra le periferie e il centro, rilanciando ed implementando i servizi del trasporto pubblico locale.
Occorre investire in infrastrutture – materiali e immateriali – moderne e sostenibili, migliorare la qualità di vita e aumentare la competitività del sistema economico, globale e delle comunità locali. Ciò contribuirà a sviluppare l’incentivazione dell’industria turistica che, insieme al patrimonio naturalistico e culturale, rappresentano un asset fondamentale per l’economia del nostro Paese.
Non dobbiamo dimenticare il tema della difesa del territorio. È necessario realizzare opere e interventi che proteggano i beni e le persone da eventi improvvisi e catastrofici accompagnando l’adattamento dell’intero sistema produttivo, in particolare di quello agricolo, ai radicali mutamenti climatici.
L’esigenza di politiche di “adattamento operoso” per la gestione dei rischi climatici deve essere il nostro obiettivo. La questione impone anche la revisione dei modelli di gestione della risorsa idrica non solo nell’ottica delle attività legate all’agricoltura, ma anche di quelle connesse alla produzione di energia idroelettrica e al consumo umano.
Revisione che costituisce una delle più grandi sfide che siamo chiamati ad affrontare sia per la quantità e complessità degli interventi sia per la rilevanza delle risorse da impiegare.
Come ha rilevato l’Istat in occasione di una recente audizione parlamentare, dal 2021 ad oggi, l’aumento dei costi per la realizzazione delle infrastrutture materiali ha visto un incremento dei prezzi superiore di 12 punti percentuali, determinando un ulteriore aggravio alle difficoltà realizzative che purtroppo connotano il nostro Paese, anche a causa della complessità del tessuto normativo.
La realizzazione della transizione energetica, oltre a beneficiare il nostro Paese di una maggiore autonomia dall’approvvigionamento estero, può essere una potente leva di sviluppo per la nostra economia. È urgente rimuovere gli ostacoli esistenti all’effettiva e rapida realizzazione delle opere, soprattutto quelle di carattere strategico.
Per questo motivo – ha proseguito il presidente Fedriga – le Regioni rinnovano la loro disponibilità a lavorare con il Governo per la realizzazione degli investimenti prioritari del PNRR e sono pronte a collaborare per una nuova stagione di politiche di semplificazione.
Le regioni ritengono importante poter intervenire, soprattutto per quanto riguarda gli interventi strategici, in una revisione delle norme di natura penale, in particolare per quelle di natura ambientale. L’eccesso normativo su questo fronte ha portato a un percorso che ha favorito la burocrazia difensiva che si traduce in molti casi in un immobilismo.
Centrale è l’esame svolto sulle infrastrutture dedicate alla tutela della salute: nessun altro “bene collettivo” o “infrastruttura” cui è dedicato il Festival ha valore “fondamentale” come la salute.
La discussione ha posto in evidenza come i divari non possano essere attribuiti esclusivamente alla capacità amministrativa dei singoli Enti. Il tema è molto più complesso e va adeguatamente approfondito.
Occorre grande senso di responsabilità per condividere le necessità e pervenire alla riscrittura di un “Patto per la Salute”. È emersa la difficoltà di rispondere alla duplice sfida dell’invecchiamento e della cronicizzazione, che genera un incremento di consumi sanitari e una strutturale trasformazione della domanda di prestazioni in termini di assistenza domiciliare e prossimità.
Per questo occorre investire su una sanità più vicina al cittadino, costruendo le prestazioni sul paziente, incrementando la prevenzione, intervenendo, dunque, sul rafforzamento dell’assistenza domiciliare, della telemedicina e dell’assistenza da remoto.
Sono necessarie per le regioni intraprendere precise azioni per ridisegnare, innovare e perequare le infrastrutture per la salute rendendole in tutto il territorio nazionale all’altezza delle grandi trasformazioni demografiche, sociali, sfruttando le nuove tecnologie anche per superare i principali gap infrastrutturali.
Ma la modernizzazione del Paese, per affrontare il futuro prossimo, richiede donne e uomini preparati a raccogliere le sfide che si presenteranno e un intervento deciso volto a colmare i divari di genere, generazionali e territoriali quali obiettivi trasversali.
Il dibattito svolto ha evidenziato come il tema degli investimenti sulle “persone”, sui talenti e sulle competenze sia strategico per l’ammodernamento del Paese. Soprattutto appare centrale la necessità dei sistemi territoriali di attrarre talenti e formare competenze, capacità che non dipende solo dalle caratteristiche del tessuto produttivo, ma anche dalla qualità complessiva degli standard di vita sociale e culturale, dei sistemi di servizi: contesti urbani vivibili, reti tecnologiche e servizi al cittadino efficienti, amministrazioni pubbliche in grado di corrispondere tempestivamente alla tutela dei diritti, retribuzioni adeguate alle professionalità.
L’attrazione dei talenti appare fondamentale in un Paese come il nostro, caratterizzato da un saldo demografico negativo con una popolazione destinata a invecchiare nei prossimi decenni.
E, in questa prospettiva, le Regioni, possono svolgere un’importante funzione di promozione delle politiche al fine di governare le transizioni investendo sulle nuove competenze per preparare i nuovi lavori di domani. Siamo consapevoli che occorre investire sulla formazione come intervento che accompagna tutto il percorso di crescita della persona.
In questo contesto, Signor Presidente, stiamo lavorando con il Governo per definire una nuova offerta formativa, investendo sull’orientamento dei giovani a partire dalla scuola, potenziando gli Istituti Tecnici e di Formazione Superiori.
Una “infrastruttura della formazione”, infatti, costituisce il canale privilegiato di ingresso nel mondo del lavoro. Stiamo assistendo a un positivo aumento dell’occupazione. Si tratta di un segnale importante rispetto al quale non dobbiamo abbassare la guardia. L’attrazione dei talenti è una leva per l’internazionalizzazione dei territori. Tema quest’ultimo, ampiamente discusso nel tavolo dedicato.
Welfare, talenti, qualità ambientale, dotazione e adeguatezza di reti per la mobilità di persone, merci, dati, conoscenza, sono condizioni che, pur ponendosi su piani differenti, sono tutte necessarie per la competitività delle imprese sui mercati e per la capacità dei territori di attrarre capitali. Le Regioni sono la “piattaforma della coesione sociale” e costituiscono una risorsa per la crescita e competitività del Paese.
Tra i temi evidenzio in primo luogo la sanità. Sanità, per la quale ormai tutti chiedono un incremento del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale, per migliorare la qualità delle prestazioni erogate e l’efficienza del sistema nel suo complesso, per andare incontro alla domanda e ai nuovi bisogni di salute e con l’obiettivo di realizzare un progressivo allineamento con i principali Paesi europei.
Occorre prevedere interventi per dare attuazione alla riforma della medicina territoriale, alla valorizzazione delle professioni sanitarie, al rafforzamento del ruolo delle farmacie. Una valorizzazione economica e professionale del “capitale umano” è necessaria e non più rinviabile. Occorre superare gli attuali vincoli normativi e sostenere con misure urgenti di fidelizzazione del personale la sfida del mercato del lavoro globale.
Un ulteriore investimento andrà fatto per l’ammodernamento del trasporto pubblico locale, al fine di garantire il diritto alla mobilità dei cittadini in tutte le aree del Paese, non solo nelle grandi città ma anche nelle aree disagiate ed interne.
Così come, occorre sviluppare misure per consentire la transizione ecologica ed energetica e la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Centrale, resta la questione – trasversale – degli investimenti, soprattutto alla luce dell’attuale scenario economico, che nonostante presenti segnali di ripresa, resta caratterizzato da una domanda mondiale in calo, da elevata incertezza e condizioni finanziarie meno favorevoli per famiglie e imprese.
Abbiamo la piena consapevolezza che queste proposte non potranno trovare completa ed esaustiva risposta in pochi mesi, ma è necessario iniziare un percorso che guarda ai prossimi anni. Un modello che superi una prassi, che spesso si è utilizzata nel nostro Paese, ovvero una programmazione di corto respiro utile nell’immediato ma non in grado di costruire una prospettiva. Per questo dobbiamo tutti renderci conto che le risorse a disposizione sono limitate e per questo è necessario programmare e iniziare la via che ci porti agli obiettivi prefissati, senza che nessuno strumentalmente possa chiedere tutto e subito, ma lavorare ad un impegno reciproco che dia, anche in tempi più lunghi, le necessarie garanzie.
L’Europa non deve trovarsi più sola ad affrontare le crisi causate da shock globali come la pandemia, la crisi energetica, la guerra in Ucraina e la gestione di rilevanti flussi migratori: sfide sovranazionali che hanno richiesto e richiederanno per il futuro unità di intenti e ingenti investimenti.
Le regioni sono pronte a fare la loro parte con senso di responsabilità istituzionale accanto al Governo in un dialogo costante e costruttivo che definisca una progettualità a lungo termine anche di tipo finanziario. Progettualità che dovrà garantire il rilancio economico e culturale del nostro Paese per consegnarlo, migliorato, alle giovani generazioni.
Il presidente Fedriga ha così concluso il suo intervento: Abbiamo di fronte sfide ed obiettivi ambiziosi che richiedono impegno e responsabilità a tutti i livelli istituzionali. Riteniamo importante considerare il valore dell’autonomia e il contributo delle migliori esperienze che i nostri territori possono già vantare. Il Governo avrà da parte delle Regioni la più ampia collaborazione per mettere in campo tutte le misure e le azioni dirette allo sviluppo e all’ammodernamento del Paese.
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