Debito pubblico, l’affidabilità dell’Italia
Arrivano i giudizi delle società di rating sul nostro debito pubblico. Dalle ultime decisioni di politica monetaria alla conferma dei rating sovrano. Perché gli sviluppi sono importanti per l’Italia?
La BCE – Finalmente dopo dieci rialzi consecutivi, che hanno portato i tassi al 4,50%, ai livelli più alti dalla costituzione della moneta europea, la BCE si è fermata, lasciando inalterati i tassi. Non è detto che sia la fine delle politiche restrittive della BCE, ma rimane il fatto che il trend sia stato interrotto e che si possa iniziare a parlare, temo non prima dell’autunno del 2024, di una progressiva riduzione dei tassi.
Questo è decisamente importante, perché il sistema produttivo europeo, che si è dimostrato sorprendentemente resistente all’aumento dei tassi, non reggerebbe l’impatto di ulteriori aumenti. A conferma di ciò basti ricordare che il comparto immobiliare tedesco, a causa dell’aumento dei tassi sui mutui, nei primi nove mesi del 2023 ha visto le transazioni immobiliari calare del 50% rispetto al 2022.
Da non sottovalutare, inoltre, il fatto che le aziende europee si ritroveranno presto a confrontarsi veramente con le politiche restrittive della BCE. The Macro Compass ci ricorda che quasi il 25% delle aziende europee, nel 2024, si troverà a rifinanziare il proprio debito in scadenza, ma a tassi che nel frattempo sono lievitati di 450 basis points. Il punto dolente è che, mentre una famiglia può rinviare un acquisto, le dinamiche imprenditoriali obbligano le aziende a rifinanziare il proprio debito in scadenza. E questo è particolarmente vero in Italia, dove il 90% delle PMI ha la banca come unica o principale fonte di sostentamento finanziario.
I giudizi delle società di rating – Il secondo accadimento positivo è che già due società di rating, Standard & Poor’s e la canadese DBRS, hanno confermato il loro giudizio, anche in prospettiva, sul debito italiano allontanando così la minaccia di un declassamento. Pur non trattandosi di rating eccelsi, in questa fase così delicata, questi primi giudizi sul nostro debito – seguiranno a breve quelli di Moody’s e Fitch – sono importanti almeno per tre motivi: 1) dimostrano che nonostante parte della Manovra sia stata finanziata in deficit per stimolare la crescita, il governo è riuscito a convincere i mercati che la manovra sia nel compresso equilibrata e sostenibile e che soprattutto l’assalto alla diligenza da parte della politica è stato respinto; 2) questi giudizi sono importanti perché in uno scenario incerto ed instabile quale quello attuale, i paesi che rischiano di più sono quelli più fragili, perché diventano il bersaglio ottimale per la speculazione. E l’Italia, con un debito di quasi 3.000 miliardi, è sicuramente fragile e non può assolutamente perdere la fiducia dei mercati; 3) infine, i giudizi delle società di rating sono importanti perché nel 2024 dovremo collocare 480 miliardi di emissioni di titoli sovrani e non potendo più contare sul programma di acquisto di titoli da parte della BCE dovremo essere molto bravi in casa e molto convincenti nei confronti degli acquirenti esteri.
[NdR – Fonte Teleborsa.it che si ringrazia per la collaborazione – Andrea Ferretti è docente al Master in Scienze economiche e bancarie europee LUISS Guido Carli]
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