Cronache dai Palazzi
Il ddl Roccella è legge dopo aver ottenuto all’unanimità anche il via libera del Senato, in un’Aula comunque semivuota. Il disegno di legge contro la violenza sulle donne aveva avuto il via libera dalla Camera il 26 ottobre. L’obiettivo è contrastare la violenza contro le donne puntando ad aumentare la cosiddetta “prevenzione secondaria” ossia tutelare le donne che hanno avuto il coraggio di denunciare episodi di violenza subìti.
“La violenza sulle donne è un fenomeno ignobile tuttora tristemente presente”, ha affermato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricevendo al Quirinale una delegazione del “Women Economic Forum”. Il Capo dello Stato ha sottolineato che “l’Italia si colloca al posto numero 79 dell’indice dell’European Institute for Gender equality su 146 nazioni. E lo stesso indice assegna all’Italia un valore di 65 su 100, ovvero 3,6 punti al di sotto della media dell’Unione”. Terreno fertile per episodi di violenza di genere.
Si tratta di “drammatici fatti di cronaca” che “scuotono le coscienze del Paese”, ha sottolineato il presidente Mattarella nella sua Dichiarazione in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. “Una società umana, ispirata a criteri di civiltà, non può accettare, non può sopportare lo stillicidio di aggressione alle donne, quando non il loro assassinio”, sottolinea il capo dello Stato, aggiungendo: “Quando ci troviamo di fronte a una donna uccisa, alla vita spezzata di una giovane, a una persona umiliata verbalmente o nei gesti della vita di ogni giorno, in famiglia, nei luoghi di lavoro, a scuola, avvertiamo che dietro queste violenze c’è il fallimento di una società che non riesce a promuovere reali rapporti paritari tra donne e uomini. La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne richiama tutti a un rinnovato, personale, impegno”.
Non sono sufficienti “improvvisate analisi di psicologia sociale” né “indignazioni a intermittenza”, come le definisce il presidente Mattarella, ma “abbiamo bisogno del lavoro delle Istituzioni, delle associazioni, del mondo produttivo, della scuola, della cultura, del contributo di ciascuno, per sradicare un fenomeno che tradisce il patto su cui si fonda la nostra stessa idea di comunità”, ha ammonito il capo dello Stato.
Il ddl Roccella è stato votato all’unanimità. “Almeno sul contrasto alla mattanza lasciamo da parte l’aspro scontro politico, proviamo a far fare un passo in avanti al Paese”, ha dichiarato la leader dem Elly Schlein, aggiungendo: “Approviamo una legge che renda obbligatoria l’educazione al rispetto all’affettività”.
Il testo del decreto conta 19 articoli e mira a rendere più aspre le pene per i maltrattanti. Previsto quindi l’arresto in flagranza differita per chi viene scoperto, anche attraverso video, foto o per via telematica, a maltrattare, stalkerare o a violare provvedimenti di allontanamento o divieti di avvicinamento. Si introduce inoltre una provvisionale a titolo di ristoro anticipato rispetto alle sentenze di condanna, in favore delle vittime o dei loro eredi. Ed ancora, pene più severe per chi commette reati riconducibili alla violenza domestica, soprattutto se in presenza di minori e se si tratti di recidivi o già ammoniti. In definitiva si assicurano tempi più rapidi e certi per valutare il rischio da parte della magistratura e per l’applicazione delle misure preventive e cautelari nei confronti dei violenti. Si prevedono anche nuove regole per favorire la specializzazione dei magistrati e la formazione di operatori che possono entrare in contatto con le vittime. Il ddl Roccella favorisce quindi un complessivo rafforzamento di tutte le misure di prevenzione: oltre all’ammonimento, anche il braccialetto elettronico, la distanza minima di avvicinamento, la vigilanza dinamica. Misure che potranno essere applicate anche per “reati spia” come lesioni personali, violenza privata, minaccia grave, diffusione illecita di foto o video sessualmente espliciti. Il revenge porn, violazione di domicilio. Le misure non potranno durare meno di 3 anni, a meno che l’aggressore non frequenti corsi di recupero.
“È una bella pagina che abbiamo scritto insieme”, ha affermato la ministra delle Pari Opportunità Eugenia Roccella. “C’è lo spazio per un lavoro comune”, ha affermato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. In ogni modo, “siamo lontani dal radicamento di quel profondo cambiamento culturale che la nostra Carta costituzionale indica”, afferma il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella sua Dichiarazione.
In quest’ottica, e con questa prospettiva, occorre essere consapevoli che è necessario intraprendere, e seguire, “un percorso in cui le donne e gli uomini si incontrano per costruire insieme una umanità migliore, nella differenza e nella solidarietà, consapevoli che non può esserci amore senza rispetto, senza l’accettazione della altrui libertà. Una via in cui le donne conquistano l’eguaglianza perché libere di crescere, libere di sapere, libere di essere libere, nello spirito della Convenzione di Istanbul, alla quale ha aderito l’Unione europea, segno importante di una visione universale di autodeterminazione e dell’eguaglianza dei diritti delle donne e passaggio decisivo nel delineare il quadro degli interventi contro la violenza di genere”, chiosa il Capo dello Stato.
Per il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara “in prima linea nella battaglia per sradicare il maschilismo deve esserci la scuola”. L’educazione alle relazioni sarà però introdotta in via sperimentale e non farà parte del curriculum degli studenti, come invece è per l’educazione civica. In sostanza i “percorsi progettuali per le scuole” saranno in ore extra curriculari e quindi pomeridiane; sono previsti gruppi di discussione guidati per far prendere “coscienza agli studenti dei propri atteggiamenti e delle proprie rappresentazioni relativamente a un determinato argomento nonché della possibilità di modificarli grazie all’interazione con altri. Gli studenti verranno edotti delle conseguenze penali di atti impropri”, ha spiegato il ministro Valditara.
Il progetto coinvolgerà esclusivamente le scuole secondarie di secondo grado, e gli istituti hanno già ricevuto una direttiva ministeriale che illustra le linee guida del piano di ‘educazione alle relazioni’ ipotizzato in questo frangente. In ogni scuola verrà nominato un insegnante referente e un docente adeguatamente formato con corsi predisposti guiderà i diversi gruppi discussione per un totale di trenta ore di attività. La partecipazione dovrebbe essere comunque volontaria, genitori compresi. Oltre all’Ordine degli psicologi sarà infatti coinvolto il Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola che avrà inoltre il compito di monitorare gli eventuali miglioramenti. “Occorre dire basta ai residui di maschilismo” nel nostro Paese, ha affermato il ministro dell’Istruzione in conferenza stampa al Senato presentando il progetto ai giornalisti e rimarcando la necessità di un “nuovo patto di collaborazione tra i generi” invece di una perenne contrapposizione tra maschi e femmine.
I percorsi saranno strutturati con l’aiuto del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi e di altre figure esperte, che collaboreranno con le istituzioni scolastiche monitorando la sperimentazione. Verranno affrontati temi come il maschilismo, la cultura patriarcale, la violenza psicologica e fisica e le conseguenze anche penali di molestie contro le donne.
I percorsi all’interno delle scuole dovrebbero essere accompagnati ad una “strutturale sinergia di azione che comprende la progettazione di presidi territoriali di psicologi a supporto delle istituzioni scolastiche”. Per quanto riguarda i tempi Valditara ha spiegato: “Dobbiamo formare gli insegnanti. Speriamo di partire nella seconda metà dell’anno scolastico”. Se sarà così a giugno si potranno stilare i primi risultati. Successivamente “potremmo far diventare obbligatorie queste ore di lezione”. Per far entrare la materia nel curriculum scolastico occorrerebbe comunque una legge, quindi per ora “l’obbligatorietà non esiste”: gli studenti possono decidere se partecipare e l’adesione degli istituti sarà su base volontaria. Per tale progetto sono stanziati 15 milioni da qui fino al 2027, nell’ambito dei fondi europei PON.
“Siamo libere e nessuno può toglierci la libertà o può pensare di possederci”, ha sottolineato la premier rivolgendosi a tutte le donne durante l’inaugurazione della facciata di Palazzo Chigi in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. “Chi ha paura non è sola”, ha sottolineato la premier. “La violenza è intollerabile e incompatibile con il presente”.
Durante il suo primo question time a Palazzo Madama da capo dell’esecutivo, la premier Giorgia Meloni ha ringraziato i gruppi parlamentari “per il lavoro in sede di approvazione delle norme di contrasto alla violenza di genere”, campo “sul quale saremo sempre a disposizione”, assicura la premier ai senatori.
Meloni ha inoltre difeso la manovra di bilancio, e ha riepilogato i dati sull’occupazione, in particolare l’occupazione femminile. “C’è ancora molto da fare per proseguire in questa tendenza positiva, ma sono i dati che mi rendono più fiera in questo primo anno di governo”, ha affermato Meloni. I dati economici hanno ovviamente occupato gran parte del dibattito. “Per il 2024 prevediamo un prudente aumento della crescita dell’1,2%, ma un rallentamento soprattutto dell’economia tedesca impatta anche sulla nostra”, ha avvertito Meloni rispondendo inoltre al leader di Italia viva Matteo Renzi, che le ha contestato di “raccontare un Paese in straordinaria crescita mentre l’inflazione penalizza il ceto medio”. La premier ha controbattuto dicendo: “La Commissione europea prevede per l’Italia nel 2023 una crescita superiore alla media europea dello 0,7%. Erano anni che non succedeva”.
L’Europa ha inoltre dato il via libera per i finanziamenti per il REpower EU. Per una rivalutazione del Pnrr, nello specifico, si prevedono circa 21 miliardi in più per il nostro Paese.
La premier Meloni assicura che “non ci saranno ritardi” per quanto riguarda la realizzazione del Pnrr, e a proposito del ridimensionamento delle pensioni dei medici assicura una revisione della norma: “È stato evidenziato un trattamento disomogeneo – ha ammesso Meloni -, gli operatori sanitari non subiranno penalizzazioni”. Per quanto riguarda le pensioni in generale la premier ha inoltre preannunciato “una riforma strutturale entro la legislatura”. Meloni ha infine difeso il taglio del cuneo fiscale prorogato in manovra. Sempre presente la situazione ucraina per cui “una pace giusta è possibile solo mantenendo l’equilibrio tra le forze in campo che vuol dire sostenere l’Ucraina”. Per quanto riguarda la questione migranti la premier ha inoltre difeso l’accordo con l’Albania, sottolineando che si tratta di “un accordo innovativo che racconta uno spirito di collaborazione europea”. A proposito del ‘pacchetto sicurezza’, infine, “non è una scatola chiusa” quindi “si può migliorare in Parlamento”.
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