Euro7, al via i negoziati UE
A novembre dello scorso anno la Commissione aveva proposto nuove norme in materia di emissioni di inquinanti atmosferici per i veicoli a combustione, indipendentemente dal carburante utilizzato. Gli attuali limiti di emissione si applicano alle autovetture e ai furgoni (Euro 6) e agli autobus, agli autocarri e agli altri veicoli pesanti (Euro VI). La novità della proposta Euro 7 è che affronta anche le emissioni non di scarico (microplastiche derivanti da pneumatici e particelle dei freni) e comprende requisiti relativi alla durata delle batterie. Rimane l’aspetto politico che vede la spaccatura in seno alla cosiddetta “maggioranza Ursula”, che sostiene Commissione e presidenza del Parlamento. A votare a favore sono stati i gruppi Ecr, Ppe e Renew nella loro quasi completezza, e una buona parte del gruppo Id. I Socialisti si sono divisi: la maggioranza del gruppo, inclusa la delegazione Dem, ha votato contro.
Giovedì 9 novembre, il Parlamento ha adottato la sua posizione negoziale sul rinnovo delle norme dell’UE in materia di omologazione e vigilanza del mercato dei veicoli a motore (Euro 7), approvando la proposta avanzata dalla Commissione Ambiente, Sanità pubblica e Sicurezza alimentare con 329 voti favorevoli, 230 contrari e 41 astensioni. La legislazione interviene sui limiti per le emissioni dei gas di scarico (come ossidi di azoto, particolato, monossido di carbonio e ammoniaca), sulle emissioni di pneumatici e freni e sulla durata delle batterie. Per le emissioni inquinanti delle autovetture, i deputati hanno sostenuto i livelli proposti dalla Commissione e proposto una ripartizione supplementare delle emissioni in tre categorie per i veicoli commerciali leggeri in base al loro peso. Il testo, infine, rinvia l’entrata in vigore del nuovo regolamento di almeno due anni per le auto e di quattro per i mezzi pesanti.
Per le emissioni di gas di scarico di autobus e veicoli pesanti, hanno adottato limiti più rigorosi di quelli proposti. Le emissioni dovranno inoltre essere misurate in laboratorio e in condizioni di guida reali. Il Parlamento intende allineare le metodologie di calcolo e le soglie massime dell’UE per le emissioni di particelle dei freni e per i tassi di abrasione dei pneumatici alle norme internazionali, attualmente in fase di elaborazione da parte della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite. Il testo prevede infine requisiti minimi di durata delle batterie per auto e furgoni più elevati di quelli proposti dalla Commissione.
Quello approvato dal Parlamento europeo è un compromesso tra le posizioni intransigenti della Commissione europea e quelle più concilianti del Consiglio: messa in soldoni, di fatto si rimane sui livelli dell’Euro 6. Gli eurodeputati concordano con i livelli proposti da Bruxelles per ridurre le emissioni di ossidi di azoto, particolato, monossido di carbonio, ammoniaca e altre particelle inquinanti delle autovetture, ma introducendo una serie di valutazioni e un rinvio di anni che permetterà un approccio più graduale e ragionato alla transizione ecologica.
Il relatore Alexandr Vondra (ECR, CZ) ha dichiarato: “Abbiamo raggiunto con successo un equilibrio tra gli obiettivi ambientali e gli interessi vitali dei produttori. Sarebbe controproducente attuare politiche ambientali che danneggiano sia l’industria europea che i suoi cittadini. Attraverso il nostro compromesso, serviamo gli interessi di tutte le parti coinvolte e ci allontaniamo da posizioni estreme“.
Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia-Gruppo PPE e relatore dell’opinione sul dossier in Commissione Industria (ITRE), ha dichiarato: “Il documento approvato dal Parlamento elimina gli aspetti irricevibili della proposta iniziale della Commissione europea, riportando la normativa Euro 7 su binari accettabili, che consentono al settore automotive di continuare a innovare. Vogliamo coniugare la centralità della persona e la cultura di impresa con la sfida della sostenibilità, una scommessa che nei dossier legislativi si traduce in una battaglia di realismo a difesa della competitività europea. rinvia l’entrata in vigore del nuovo regolamento di almeno due anni per le auto e di almeno quattro per i mezzi pesanti, calcolati dalla pubblicazione di tutti gli atti delegati“.
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