Affitti brevi, nuove regole UE
Sotto la spinta della potente lobby degli albergatori e la difficoltà di cittadini e studenti in cerca di alloggi in città d’arte, il problema creato dall’esplosione degli affitti brevi, Airbnb ad esempio, tanto per fare un nome noto, è balzato agli occhi della politica in tutto il mondo occidentale. Negli ultimi anni il mercato delle locazioni a breve termine ha conosciuto un forte incremento, rappresentando una fonte di reddito aggiuntiva per le famiglie, tutto soggetto alle varie tassazioni previste. Questa crescita è stata in gran parte spinta dall’espansione delle piattaforme online, la varietà di opzioni di alloggio, case private trasformate in strutture ricettive per i visitatori, ha avuto un impatto benefico sul turismo, dall’altro la sua rapida espansione ha portato alla luce una serie di criticità. La carenza di alloggi nelle destinazioni turistiche più popolari, l’aumento dei prezzi degli affitti e l’impatto complessivo sulla vivibilità di alcune aree, sono alcuni degli effetti negativi che hanno colpito le comunità locali. Nel novembre 2022 la Commissione europea ha presentato una proposta per garantire maggiore trasparenza nel campo degli affitti a breve termine e sostenere le autorità pubbliche nella promozione del turismo sostenibile.
L’economia collaborativa ha avuto un impatto significativo sul mercato della ricettività turistica negli ultimi dieci anni. Le piattaforme online facilitano ai fornitori di servizi la pubblicità delle loro camere o appartamenti ai potenziali ospiti e questo più facile accesso al mercato, sia per i proprietari che per gli ospiti, ha aumentato l’attenzione per questo segmento di mercato. Un accordo tra la Commissione europea e quattro grandi piattaforme di economia collaborativa online (Airbnb, Booking, Expedia Group e Tripadvisor), firmato nel marzo 2020, consente a Eurostat di confrontare i pernottamenti degli ospiti trascorsi in alloggi per soggiorni di breve durata offerti tramite piattaforme online dal 2018 in poi.
Nel 2022, all’interno dell’Unione Europea, sono state prenotate 547 milioni di notti tramite quattro grandi piattaforme di prenotazione online: (Airbnb, Booking, Expedia Group e Tripadvisor, oltre un milione e mezzo di persone hanno soggiornato in alloggi a breve termine ogni giorno. A guidare la classifica delle mete che nel 2022 hanno fatto registrare più ospiti troviamo Parigi (con 13,5 milioni di ospiti) seguita da Barcellona e Lisbona (con più di 8,5 milioni di ospiti ciascuna) al 4° posto Roma (con più di 8 milioni di ospiti) al 10° Milano (con 3,9 milioni di ospiti) mentre al 15° e al 16° posto troviamo Firenze e Venezia (con 3,2 milioni ciascuna). In risposta al crescente numero di affitti a breve termine, in diverse città e regioni sono state introdotte norme locali per limitare l’accesso ai servizi di affitto a breve termine.
L’aumento degli affitti di alloggi a breve termine ha imposto la necessità di maggiore trasparenza nelle operazioni di noleggio a breve termine, stante la difficoltà per le autorità pubbliche di monitorare e regolamentare questi servizi in modo efficace. Si rende necessario bilanciare la richiesta dei proprietari di avere un reddito aggiuntivo, con le garanzie che gli alloggi messi a disposizione siano conformi alle normative locali, alla tassazione e agli standard di sicurezza, a volte ci si trova di fronte a Airbnb, Booking, Expedia Group e Tripadvisor Airbnb, Booking, Expedia Group e Tripadvisor a informazioni insufficienti. Sono diventate forti le preoccupazioni per lo sviluppo urbano da parte di alcune città, fondamentalmente quelle darte, che hanno difficoltà a far fronte alla rapida crescita degli affitti a breve e termine che potrebbero trasformare le aree residenziali e imporre ulteriori oneri ai servizi pubblici come la raccolta dei rifiuti.
Parlamento e Consiglio hanno raggiunto un accordo sulla proposta nel novembre 2023, trovandosi su misure come la registrazione facilitata, che prevede una semplificazione che rende il processo di registrazione online per le proprietà in affitto a breve termine più semplice qualora lo stato membro lo richieda. Dopo aver completato questo processo, i padroni di casa riceveranno un numero di registrazione che consentirà loro di affittare la loro proprietà, facilitando l’identificazione degli host e la verifica dei loro dati da parte delle autorità. Ci sarà maggiore sicurezza per gli utenti in quanto le piattaforme online dovranno verificare l’accuratezza dei dettagli forniti dalle proprietà ed eseguire controlli a campione. In caso di necessità le autorità potranno adottare misure che vanno dal blocco delle registrazioni, alla rimozione delle proprietà non conformi fino all’imposizione di sanzioni alle piattaforme.
Gli Stati membri istituiranno un punto unico di accesso digitale per assistere le autorità locali nel monitorare le attività di affitto e nel miglioramento del turismo, salvaguardando una forma semplificata per le piattaforme micro e piccole che contano fino a 4.250 inserzioni. Affinché l’accordo provvisorio possa entrare in vigore, questo dovrà essere adottato da Consiglio e Parlamento, dopodiché gli Stati membri avranno 24 mesi per attuarlo. Il voto sull’accordo nella commissione per il mercato interno del Parlamento è previsto per gennaio 2024.
La relatrice del dossier legislativo per il Parlamento Kim van Sparrentak (Verdi/ALE, NL), ha dichiarato: “In precedenza, le piattaforme per le locazioni non condividevano i dati, rendendo difficile l’applicazione delle regole. Questa nuova disciplina cambia la situazione, fornendo alle città un maggiore controllo“.
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