Natale venti-ventitré
Ma davvero ci interessa qualcosa della storia dell’influencer e del suo pandoro? Credo proprio di no. Penso solo con tristezza a quei poveracci modaioli maniaci che non hanno avuto il piacere di comprare un pandoro come un altro ma solo più caro del doppio e mezzo. Sono dispiaceri.
In questo periodo di Natale così strano dove la gente non è più buona ma più incavolata, questa storia mi sa di aceto. Ma intanto i giornali ne godono. Pure Giorgia nazionale si è scomodata a dire la sua. Ma a noi che siamo un po’ come i Re Magi, inamovibili, super accessoriati, sempre gli stessi da secoli, provenienti non si mai da dove e andanti dopo la sosta a Betlemme non si sa mai dove, cambia poco o nulla.
Noi affrontiamo il Natale forse con la solita noia sbuffante per niente contenti di passare serate con parenti che magari poco sopportiamo o amici senza patria e famiglia. Eppure – poi semmai solo per poco – la magia di quella serata magari fredda, magari nevosa, magari nuvolosa, ci prende. Non ho mai capito se questo succede prima con gli aperitivi oppure al momento dello champagne con il panettone; certo è che l’alcool aiuta molto.
Comunque, lontani anni luce dal vero significato del Natale, da quei momenti quando prevaleva la festa religiosa e la Messa di mezzanotte era un momento bellissimo di comunione. Oppure, andando ancora più indietro nei secoli quando era la festa pagana del Dio Mitra; infatti, oltre a quelle religiose, il Natale ha anche delle origini pagane e laiche.
Le più significative sono quelle legate al solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno che i Celti festeggiavano erroneamente il 25 dicembre. I Romani, invece, nei giorni appena precedenti al Natale, erano soliti festeggiare i Saturnali, dedicati all’insediamento nel tempio di Saturno, il dio dell’agricoltura: per augurare un periodo di pace e prosperità e c’era usanza di scambiarsi doni. I riti religiosi che caratterizzavano la festa si svolgevano nel Foro ed erano seguiti poi da una sorta di Carnevale, contrassegnato dalla più completa libertà di comportamenti, fino alla trasgressione e alla licenziosità. ll rituale dedicato a Saturno iniziava con un sacrificio solenne nel tempio dedicato appunto alla divinità, poi c’era l’accensione delle candele intorno all’edificio sacro e la nomina del Saturnalicius Princeps, detto anche “re della burla”, il responsabile dello svolgimento della festa e tutto si buttava in caciara. Doveva essere molto ma molto divertente. Poi ci hanno pensato i primi cristiani con la loro religione di pentimento, peccato e punizione a stravolgere tutto.
Comunque, per tornare ai nostri tempi, ormai il Natale è una manovra commerciale che non fa diventare nessuno più buono. In ogni caso, fare gli auguri è sempre una bella usanza. Buon Natale, auguri a tutti!
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