La UE a difesa della libertà di stampa
Con l’avvento dei nuovi canali digitali il giornalismo è costretto ad affrontare sfide crescenti, dal momento che tali canali vengono sfruttati per diffondere la disinformazione in un mondo sempre più polarizzato. Sebbene l’Europa continui ad essere il continente più sicuro per i giornalisti e per la libertà dei media, l’evolversi del conflitto russo in Ucraina ha complicato le cose, facendo registrare attacchi e intimidazioni in vari paesi. In molteplici occasioni, il Parlamento europeo ha ripetutamente sostenuto la libertà di stampa e il pluralismo dei media sia all’interno dell’UE che a livello globale. In occasione della Giornata della libertà di stampa del 3 maggio 2023, gli eurodeputati hanno sottolineato l’importanza della stampa libera come pilastro a difesa dei diritti umani. Gli europarlamentari hanno espresso la propria preoccupazione riguardo al crescente numero di attacchi ai danni dei giornalisti, sottolineando il ruolo essenziale della libertà di stampa in una democrazia funzionante. Nella maggior parte dei paesi dell’UE la situazione è positiva, tuttavia, in una risoluzione sulla libertà dei media nel 2020, il Parlamento europeo ha espresso la propria preoccupazione per lo stato dei media nel servizio pubblico in alcuni dei paesi UE. Vi sono stati attacchi ai giornalisti in tutta l’UE. Il giornalista greco George Karaivaz è stato ucciso a colpi di arma da fuoco ad Atene nell’aprile 2021 e il giornalista investigativo olandese Peter R. de Vries è stato ucciso ad Amsterdam nel luglio 2021. La guerra in Ucraina è risultata letale anche per i giornalisti. I dati del giugno 2023 del Consiglio d’Europa mostrano che dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina nel febbraio 2022 i giornalisti uccisi sono stati 12. A luglio 2023, i membri del parlamento hanno sollecitato inoltre una maggiore e più incisiva azione a livello globale per la protezione dei giornalisti, sottolineando la loro profonda preoccupazione per la situazione della libertà dei media a livello mondiale, nonché per la sicurezza dei professionisti dell’informazione.
Adesso, il Parlamento Europeo nel mandato negoziale del Parlamento sulla Legge europea per la libertà dei media, adottato lo scorso ottobre con 448 voti favorevoli, 102 contrari e 75 astensioni, ha previsto l’obbligo per i Paesi UE di garantire la pluralità dei media e di proteggerne l’indipendenza da interferenze governative, politiche, economiche o private. Nel testo legislativo adottato, i deputati propongono misure per vietare ogni forma di ingerenza nelle decisioni editoriali e per impedire che siano esercitate pressioni esterne sui giornalisti, attraverso ad esempio l’obbligo di rivelare le fonti, l’accesso a contenuti crittografati sui loro dispositivi o l’uso di software spia. L’uso di software spia può essere giustificato, secondo i deputati, solo come misura di “ultima istanza”, da valutarsi caso per caso, e se disposto da un’autorità giudiziaria indipendente per indagare su un reato grave, come il terrorismo o la tratta di esseri umani.
Per valutare l’indipendenza dei mezzi d’informazione, il Parlamento intende obbligare tutti i media, compresi quelli che sono microimprese, a pubblicare informazioni sul loro assetto proprietario. I deputati vogliono inoltre che i media, inclusi le piattaforme online e i motori di ricerca, riferiscano sui fondi che ricevono attraverso la pubblicità statale e sul sostegno finanziario pubblico, sia che si tratti di fondi provenienti da paesi dell’UE che da paesi terzi. Secondo i deputati, gli Stati membri devono garantire che i media pubblici dispongano di finanziamenti adeguati, sostenibili e prevedibili, stanziati attraverso bilanci pluriennali. Per evitare che i mezzi di comunicazione diventino dipendenti dalla pubblicità statale, il Parlamento propone che non si possa destinare a un media, una piattaforma online o un motore di ricerca più del 15% del bilancio disponibile complessivo nazionale per la pubblicità statale. Inoltre, i criteri per l’assegnazione dei fondi pubblici ai media dovrebbero essere accessibili al pubblico.
Per evitare che le decisioni sulla moderazione dei contenuti prese dalle grandi piattaforme online incidano negativamente sulla libertà dei media, i deputati chiedono che sia messo a punto un meccanismo per gestire la rimozione dei contenuti. Una piattaforma dovrebbe anzitutto analizzare le dichiarazioni, per distinguere i media indipendenti dalle fonti non indipendenti. Dovrebbe poi informare i media interessati della sua intenzione di eliminarne o limitarne i contenuti, lasciando loro 24 ore per rispondere. Se, trascorso questo termine, la piattaforma ritiene che il contenuto mediatico non sia conforme ai suoi termini e condizioni, può procedere con la rimozione o la restrizione, o il rinvio del caso alle autorità di regolamentazione nazionali affinché prendano senza indugio la decisione finale. Tuttavia, se il media coinvolto ritiene che la decisione della piattaforma non sia sufficientemente motivata e comprometta la libertà di stampa, potrà domandare una risoluzione extragiudiziale della controversia.
Nel dibattito che ha preceduto la votazione, la relatrice Sabine Verheyen (PPE, DE), ha dichiarato: “Non dobbiamo chiudere gli occhi di fronte al preoccupante stato della libertà di stampa nel mondo, una tendenza che riguarda anche l’Europa (…). Non sono un’attività commerciale qualsiasi. Oltre alla dimensione economica, i media contribuiscono all’istruzione, allo sviluppo culturale e all’inclusione nella società. Proteggono i diritti fondamentali come la libertà di espressione e l’accesso alle informazioni. I deputati hanno raggiunto un’importante pietra miliare legislativa per salvaguardare la diversità e la libertà del nostro panorama mediatico e dei nostri giornalisti e hanno compiuto un passo importante nella protezione delle nostre democrazie“.
In occasione del 30° anniversario della Giornata mondiale della libertà di stampa dell’UNESCO, il 3 maggio 2023, il presidente della sottocommissione per i diritti umani del Parlamento europeo (DROI) Udo Bullmann (S&D, Germania) ha dichiarato: “La libertà di stampa in tutto il mondo continua a essere in pericolo. Nel 2023, a almeno sette giornalisti e operatori dei media sono stati uccisi e 560 sono in prigione. In tempi di molteplici crisi e conflitti, giornalisti e operatori dei media coraggiosi sono fortemente necessari per riferire, denunciare e dare voce ai più vulnerabili. Dobbiamo quindi mettere in legge e praticare un ambiente favorevole, in cui i giornalisti possano svolgere il proprio lavoro in modo indipendente senza interferenze o timore di persecuzioni. La sicurezza dei giornalisti è parte integrante del diritto alla libertà di espressione, è al centro della democrazia e fondamentale per contrastare la disinformazione. La Giornata internazionale della libertà di stampa è quindi per noi un’occasione per ricordare l’importanza della libertà di stampa, che è un elemento centrale della nostra politica sui diritti umani”.
La relatrice della sottocommissione per i diritti umani sulla sicurezza dei giornalisti Isabel Wiseler-Lima (PPE LU) ha dichiarato: “Mentre il 2023 segna il 30° anniversario della Giornata mondiale della libertà di stampa, la sottocommissione DROI rimane ferma nel suo impegno a proteggere e sostenere i giornalisti in tutto il mondo. Salvaguardando la loro sicurezza e indipendenza significa non solo garantire ad ogni cittadino il diritto ad essere adeguatamente informato, ma anche preservare le basi di una società democratica”.
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