Il PE ancora contro il geoblocking
Le norme UE sul geo-blocking sono in vigore da quattro anni, ma permangono dei blocchi geografici, già il 30 novembre 2020, la Commissione ha pubblicato la prima valutazione sull’impatto di queste norme ed esplora la possibilità di estenderle a specifici servizi digitali che offrono contenuti protetti da copyright (come e-book, musica, software e giochi online), nonché a servizi audiovisivi e di trasporto. Secondo la clausola di revisione, la prossima valutazione dovrebbe essere realizzata entro il 2025. I paesi UE devono applicare pienamente e far rispettare le norme senza indugi per evitare la disponibilità limitata del catalogo transfrontaliero di contenuti audiovisivi e di eventi sportivi in diretta. Le norme UE in materia di blocchi geografici devono essere applicate meglio e aggiornate per rafforzare il mercato unico digitale e rispondere meglio alle aspettative dei consumatori. Con una risoluzione, non vincolante, approvata con 376 voti a favore, 111 contrari e 107 astenuti, i deputati hanno sottolineato la necessità di rivedere le norme dell’UE in materia di blocchi geografici (in inglese “geo-blocking”), in particolare alla luce dell’accelerazione della trasformazione digitale e dell’aumento degli acquisti online negli ultimi anni.
Le norme in vigore consentono ai consumatori di fare acquisti online e di accedere ai servizi oltre confine senza molte restrizioni, ma i deputati affermano che devono essere applicate pienamente e che è necessario eliminare le barriere rimanenti. Poiché le norme attuali non si applicano a specifici servizi digitali che offrono contenuti protetti da copyright (come e-book, musica, software e giochi online), i deputati sottolineano i potenziali vantaggi dell’inclusione di tali servizi nelle norme dell’UE, se si dispone dei diritti richiesti per i territori interessati. La consegna transfrontaliera, che non è obbligatoria ai sensi del regolamento, rimane un problema per i consumatori che riguarda il 50% delle transazioni di shopping online. Il nuovo regolamento consentirà di eliminare le discriminazioni sulla base di nazionalità dei clienti
luogo di residenza e luogo di stabilimento. Una volta in vigore, il regolamento sui blocchi geografici andrà ad aggiungersi ad altri risultati storici quali l’abolizione delle tariffe di roaming per i telefoni cellulari e l’introduzione della portabilità transfrontaliera degli abbonamenti online.
Il divieto dei blocchi geografici costituisce un importante elemento della strategia per il mercato unico digitale, considerando che attualmente, soltanto il 15% degli europei acquista prodotti da negozi online basati in un altro paese dell’UE. Uno dei motivi alla base di questa situazione è proprio la pratica dei blocchi geografici, il regolamento sui blocchi geografici eliminerà tali restrizioni e sbloccherà il commercio elettronico a vantaggio sia dei consumatori che delle imprese impedendo la discriminazione dei consumatori e delle imprese in materia di accesso a prezzi e condizioni di vendita o di pagamento negli acquisti di prodotti e servizi in un altro paese UE. I deputati esortano la Commissione e gli Stati membri a facilitare l’accesso dei consumatori ai servizi di consegna transfrontaliera dei pacchi e a sostenere una riduzione dei costi. I deputati affermano inoltre che i metodi di registrazione e di pagamento online devono essere migliorati, poiché nella loro forma attuale compromettono l’obiettivo delle norme di “fare acquisti come una persona del posto” (“shop like a local”).
In risposta ai limitati miglioramenti nell’accesso transfrontaliero ai cataloghi online di contenuti audiovisivi e agli eventi sportivi dal vivo, i deputati hanno sottolineato l’importanza di modernizzare il settore audiovisivo per soddisfare le aspettative dei consumatori in termini di disponibilità, accessibilità, flessibilità e qualità dei contenuti. Con la risoluzione approvata, i deputati chiedono una maggiore disponibilità transfrontaliera dei cataloghi e l’accesso transfrontaliero e la reperibilità degli eventi sportivi attraverso i servizi di streaming. In particolare, vogliono che la Commissione e gli Stati membri valutino attentamente tutte le opzioni per ridurre la prevalenza di barriere geo-bloccanti ingiuste e discriminatorie, considerando anche il potenziale impatto sui modelli di business esistenti e sul finanziamento delle industrie creative. Al fine di evitare che l’estensione del campo di applicazione delle norme al settore audiovisivo comporti una significativa perdita di entrate nel settore, la risoluzione propone di valutare ulteriormente l’impatto di un’inclusione dei servizi audiovisivi e chiede un calendario realistico per consentire al settore audiovisivo di adattarsi e garantire la conservazione della diversità culturale e della qualità dei contenuti. Tutto questo per evitare che l’introduzione delle nuove norme minacci gli investimenti in nuovi contenuti, riduca la diversità culturale dei contenuti, diminuendo i canali di distribuzione e, in ultima analisi, provocando un cospicuo aumento finale ai prezzi per i consumatori.
La relatrice Beata Mazurek (ECR, PL) ha dichiarato: “Quando fanno acquisti online, i consumatori devono poter approfittare delle migliori offerte e pagare con la loro carta bancaria, proprio come un abitante del luogo. Stiamo raddoppiando gli sforzi contro la discriminazione dei prezzi e vogliamo rendere più facile l’auto-ricezione o la consegna oltre confine. È inoltre giunto il momento di soddisfare le richieste dei cittadini e di rendere più facile l’accesso a film, serie ed eventi sportivi nella loro lingua madre. La Commissione dovrebbe valutare attentamente l’aggiornamento delle norme attuali e fornire il sostegno necessario al settore audiovisivo“.
L’ANICA, Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali ha dichiarato: “Il Parlamento Europeo si è nuovamente espresso a favore della protezione della diversità di culture e di imprese audiovisive nazionali dentro l’Unione Europea. Una conferma importante che deriva dal voto per il mantenimento dell’eccezione per i servizi audiovisivi nel Regolamento Geo-blocking. È importante sottolineare l’indirizzo che il Parlamento ha dato anche per il futuro, segnando un punto molto importante sulla necessità che si continui a sostenere il dinamismo di un ecosistema articolato, composto di centinaia di migliaia di piccole e medie imprese radicate sui territori, per lo più indipendenti, e di milioni di lavoratori, che ha dimostrato di saper individuare le migliori forme di collaborazione tra Paesi diversi e di non poter sopravvivere all’imposizione di norme nate per i consumatori in altri comparti. Il voto del PE è un voto a favore della sostenibilità, creativa ed economica, del settore cinematografico e audiovisivo in Europa e della possibilità per i pubblici europei di poter continuare anche in futuro a veder crescere l’offerta di opere nuove e diverse. Un grazie particolare per l’impegno nel voler comprendere le ragioni esistenziali delle richieste dell’intero mondo audiovisivo va ai rappresentanti italiani nel Parlamento Europeo, che hanno fortemente contribuito a questo risultato facendosene portavoce in tutte le famiglie politiche europee, in particolare Massimiliano Smeriglio, Lara Comi, Marco Campomenosi”.
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