Iran, 45 anni di potere degli Ayatollah
Era l’11 febbraio 1979 quando l’Ayatollah Khomeini prese formalmente il potere in Iran mettendo fine al regno di Reza Pahlavi e alla secolare serie di dinastie che avevano governato la Persia ad iniziare da Ciro il Grande nel 559 A.C.
l primo febbraio 1979, il religioso sciita Ruhollah Khomeini arrivò all’aeroporto di Teheran dopo anni di esilio. Ad attenderlo centinaia di migliaia di uomini che nelle settimane precedenti avevano sostenuto la rivoluzione contro lo scià Mohammad Reza Pahlavi, che governava il paese dal 1941. Khomeini non era probabilmente il religioso più autorevole, perlomeno dal punto di vista dottrinario, ma era il più carismatico e divenuto popolare grazie alle audiocassette di propaganda spedite dalla Francia.
La caduta dello Scià era probabilmente inevitabile a causa da una combinazione di fattori, tra cui le crescenti tensioni politiche, sociali ed economiche nel paese. Il regime era caratterizzato da un governo autoritario e repressivo. La SAVAK, l’agenzia di sicurezza nazionale, era nota per le violazioni dei diritti umani e la repressione politica. Questo ha contribuito a una crescente insoddisfazione tra la popolazione.
Inoltre, nonostante il boom economico dovuto agli introiti petroliferi, la ricchezza non veniva distribuita in modo equo. Molti iraniani soffrivano per la povertà e le disuguaglianze sociali, mentre una piccola élite beneficiava dei vantaggi economici.
Ricordiamo anche che il paese aveva una forte connotazione religiosa e le riforme di modernizzazione, tra cui la secolarizzazione e la modernizzazione dei costumi, erano viste da alcuni settori come un attacco alla tradizione e alla cultura islamica. Questo generava malcontento da parte dei gruppi religiosi conservatori dove facilmente attecchirono le idee di Khomeini. Secondo questi, il governo avrebbe già dovuto basarsi basarsi sulla legge islamica.
Nel 1978, le proteste, spesso guidate da studenti e attivisti di vari settori della società, avevano raggiunto risultati significativi. La brutalità della risposta del governo le radicalizzò, provocando una crescente insurrezione contro il regime. La situazione stava esplodendo e Reza Pahlavi fuggì in esilio, aprendo la strada al ritorno di Khomeini e all’instaurazione di una Repubblica Islamica guidata dai leader religiosi.
In breve tempo Khomeini divenne il leader della rivoluzione: marginalizzò tutte le altre forze politiche che avevano complottato contro lo Scià, tra cui comunisti e nazionalisti, e impose un sistema di governo che non si era mai visto fino a quel momento, chiamato velayat- e-faqih, traducibile letteralmente come “governo del giureconsulto”, cioè una forma di potere nella quale è riconosciuto il ruolo di guida del giurista islamico sulla comunità dei credenti. Khomeini trasformò l’Iran in una Repubblica Islamica, un paese molto diverso da quello che era sopravvissuto fino a quel momento, e ne cambiò radicalmente le alleanze internazionali, con enormi conseguenze su tutto il Medio Oriente e non solo.
Già nel 1979 si ebbe il primo violento episodio di una frattura tra l’Iran e l’Occidente, specialmente gli Stati Uniti con il rapimento degli ostaggi americani nell’ambasciata degli Stati Uniti a Teheran da parte di un gruppo di studenti iraniani. La crisi si concluse solo il 20 gennaio 1981, il giorno dell’insediamento del presidente Ronald Reagan, dopo 444 giorni di Prigionia.
Oggi la situazione in Iran si caratterizza per restrizioni alla libertà di espressione, censura della stampa, discriminazioni contro le minoranze e ampio uso della pena di morte. Le donne affrontano restrizioni sotto molti aspetti anche della vita personale, inclusi i diritti familiari, l’abbigliamento obbligatorio le cui conseguenze hanno dato origine a proteste sedate con la violenza anche a fronte di ragazze uccise dalla Polizia morale.
Organizzazioni come Amnesty International e Human documentano le violazioni dei diritti umani, ma le autorità iraniane respingono le accuse affermando di rispettare i diritti umani in base alla loro interpretazione della legge islamica.
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