PDL in timeout e PD agli esami
Berlusconi frena “i falchi” e prepara un’uscita “ordinata” dalla scena politica, salvaguardando il proprio impero economico-mediatico. L’uscita di scena del Cavaliere è destinata a cambiare radicalmente lo scenario politico italiano. È una constatazione, non una previsione. Almeno per tutta quella parte di spin doctor, analisti, vecchie e nuove leve della politica che, anche senza dichiararsi apertamente, tra la sinistra, il centro ed il centro sinistra, muovono appetiti sempre più forti sulle sorti della Terza Repubblica. Berlusconi chiama a raccolta il PDL come fa un Coach con la sua squadra, usando quanti Time Out possibili a disposizione. Nella pratica sportiva – il Cavaliere lo sa bene – si spezza il gioco per due ragioni: quando si prepara il colpo di teatro, utile a ribaltare le sorti di una partita apparentemente segnata, oppure quando, consapevoli del proprio vantaggio, si vuole prendere tempo e far deragliare le forze e la testa degli avversari.
Osservando quanto accade nei palazzi della politica italiana, fosse un caso o fosse l’altro, è evidente che, i suoi avversari, Silvio Berlusconi li sta facendo innervosire parecchio. Assistiamo dunque all’ennesimo colpo di scena, intervenuto sul palco di una legislatura che sembrava averle viste già tutte. Su tutto campeggiano due oggettivi stati di fatto. Da una parte il PDL rimane solidamente ancorato alla figura del proprio leader, senza metterne in discussione alcuna scelta, facendo quadrato quando serve e sparando ad altezza uomo per difenderlo. Sul versante opposto il PD discute ancora sulle regole di ingaggio e, come spesso tragicamente accade, conta le perdite per fuoco amico.
Me ne verrebbe in mente un terzo, per il quale in questo Paese ci sarebbe un sacrosanto bisogno di partiti seri fatti da persone serie; a sua volta ne richiamerebbe un quarto, che vede il futuro leader del centrosinistra affrontare – mi auguro con successo, nell’interesse di tutti – gli esami di terza media.
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