“Ma mi faccia il piacere…”
Anche per quest’anno si sono spenti i riflettori su Sanremo. Anzi diciamo che sono in luce diffusa a basso risparmio poiché le polemiche sui vari proclami di alcuni cantanti hanno scatenato gli elementi.
Ho letto Sanremo è un festival della canzone, che c’entra la politica o la cronaca? Vero; mi pare che lo scorso anno Zelensky venne per cantare, o no? Poi la povera Mara. Ma quella sta lì dai primi del Novecento, che cosa vi aspettavate? Che si schierasse con i proclami? Lei ha fatto il suo ed ha chiaramente dimostrato come la censura esiste ancora, che la tivvù di stato è davvero servitrice dello Stato, in ogni senso. Comunque lasciate stare Mara, quella deve portare la pagnotta a casa, poco importa se sia a Santo Domingo o altro luogo vip: la pagnotta è pagnotta.
E comunque queste polemiche hanno ravvivato un festival di canzoni davvero brutte e sciapite; solo qualche vecchia pantera ha dato un po’ di brio, ma il resto è stato penoso. Brutti anche gli abiti sempre con questo look bro Prestame na cosa bro ma il bro in questione pesa trecento kili e quindi tutto molto ampio.
E poi le paillettes e i lustrini, un tripudio degno della Carrà. Eppure, tutti grandi stilisti, vabbè ma magari qualcuno aveva alzato il gomito. Io l’ho visto con un occhio solo, infastidita da vecchie glorie del cinema e da nuove glorie preoccupate di farci ridere.
Ora speriamo si cambi pagina, magari anche direttore artistico. Ci vorrebbe qualche invasato divertente capace di riportare l’attenzione sulle canzoni e non sui parrucchieri. Ci vorrebbe un alieno; oppure visto che ormai è roba comune si potrebbe ricorrere all’intelligenza artificiale, perché no. Il risultato sarebbe sicuramente notevole.
Il 15 febbraio è stato il compleanno di Totò; mi viene in mente una sua celeberrima frase che può essere pronunciata alla fine di qualsiasi dibattito sul Festival: Ma mi faccia il piacere!
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