Italia delle Regioni
Federalismo fiscale, Canelli dell‘Associazione dei Comuni Italiani Anci: “E’ fortemente a rischio la tenuta dei bilanci e i servizi ai cittadini”. Il presidente di Ifel e delegato alla Finanza locale, audito dalla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale della Camera, ha mostrato preoccupazione sulle criticità che potrebbero emergere nei Comuni senza una perequazione adeguata.
“Il tema è non solo il confronto tra comuni del nord o del sud, o tra regioni, ma tra comuni di tutte le aree, con particolare riguardo ai piccoli e piccolissimi. Il federalismo, così concepito, crea penalizzazioni per i comuni in tutte le aree svantaggiate, nelle aree interne in spopolamento, dorsale appenninica, alpi piemontesi ecc. Senza un fondo perequativo verticale, per soddisfare le funzioni fondamentali e garantire i diritti sociali e civili delle persone, adeguatamente finanziato dallo Stato come chiaramente previsto dall’articolo 119 della Costituzione, non è possibile nessuna perequazione”.
Questo quanto dichiarato in audizione presso la Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale alla Camera da Alessandro Canelli, sindaco di Novara, delegato alla Finanza locale e presidente Ifel.
“Nel sistema di solidarietà comunale, attraverso il fondo – ha spiegato Canelli – ad oggi la restituzione del taglio intervenuto da Decreto Legislativo n. 66/2014 è giunta a regime e dunque non sarà più possibile avvalersi di questo sostegno. Si prevede che un grande numero di comuni (intorno ai 4mila sui circa 6600 delle Regioni a statuto ordinario) dovrà nel prossimo quinquennio privarsi di circa 650 milioni affinché il meccanismo perequativo possa giungere a regime. Quasi il 70% dei Comuni penalizzati dal processo perequativo si colloca nel nord. Di questi la metà è formata da enti fino a 1000 abitanti, con una notevole incidenza anche al sud (370 enti in contesti di minor frequenza di enti di piccola dimensione). Appare significativo che tra i Comuni penalizzati figurino in totale circa 780 Comuni del sud con una perdita complessiva di 170 mln. di euro, pari al 26% della perdita complessiva stimata. Sotto il profilo demografico il sistema tende a favorire gli enti di dimensione media (tra i 5mila e i 60mila abitanti) e a penalizzare i centri piccoli e grandi”.
“Questo scenario – ha concluso Canelli – impatta molto direttamente sulle capacità di tenuta degli equilibri correnti di ampie fasce di Comuni, anche alla luce del difficile contesto economico (inflazione, adeguamenti contrattuali) e mette in evidenza i nodi irrisolti del modello di perequazione che abbiamo intrapreso da ormai oltre un decennio. Con questa metodologia, se non ci saranno correttivi, è fortemente a rischio la tenuta dei bilanci dei comuni e l’erogazione dei servizi ai cittadini soprattutto nelle aree più svantaggiate del Paese”.
Sul contributo della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome alla XII Cabina di Regia per l’internazionalizzazione è intervenuto Vito Bardi, presidente regione Basilicata, che spiega come “Le Regioni intendano rafforzare la collaborazione interistituzionale anche nell’internazionalizzazione. La volontà è di fare sistema Paese e quindi di migliorare tutte le possibili sinergie”.
“È fondamentale – afferma Bardi – il potenziamento della governance dell’internazionalizzazione. Un’efficace condivisione delle iniziative messe in campo a tutti i livelli ottimizza l’efficacia degli interventi. E si evitano così anche sovrapposizioni e quindi la dispersione di risorse. Le stesse strategie e possibilità di investimenti esteri possono accrescere la competitività dei territori. Bisogna collaborare nelle linee strategiche per l’internazionalizzazione coinvolgendo il sistema Regioni. Auspichiamo, ad esempio, che nel Comitato per il Made in Italy nel Mondo (CIMIM) sia presente un rappresentante della Conferenza delle Regioni, sia per la stretta correlazione con le attività della Cabina di Regia che per continuare a creare reali meccanismi di condivisione dei programmi, rafforzando il Partenariato ICE-Regioni”.
“Rafforzare la collaborazione interistituzionale con le Regioni comporta la costruzione di reti organizzative finalizzate ad “allacciare” i territori, ottimizzare l’uso delle risorse, enfatizzare le specificità disponibili, vocazioni ed eccellenze locali che possano divenire valore aggiunto in aggregazione, costruendo alleanze tra territori. Va colta l’opportunità – afferma ancora Bardi – offerte dalla nuova programmazione UE dei fondi strutturali e dal PNRR, imperdibile in termini di sviluppo, investimenti e riforme, senza dimenticare la ZES unica e le Zone Logistiche Semplificate. È quindi assolutamente fondamentale, attraverso la collaborazione interistituzionale, assicurare la messa a sistema di strumenti e di interventi per far crescere e sostenere le imprese nel loro processo di internazionalizzazione”.
©Futuro Europa® Riproduzione autorizzata citando la fonte. Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione