Bioedilizia, l’Italia fa scuola
Dopo l’industria è l’edilizia residenziale, secondo il Terzo Rapporto sull’Efficienza Energetica presentato dall’Enea il 6 febbraio, il settore nel quale il sistema-Italia ha realizzato i più consistenti risparmi di energia. Il segnale è significativo, perché quello del risparmio energetico è uno dei più importanti risultati attesi dal ricorso a tecniche di costruzione evolute, compatibili con l’ambiente e in grado di migliorare il benessere delle persone. A fine 2012, il settore abitativo aveva realizzato già il 73,5% degli obiettivi di risparmio stabiliti per il 2016 dal Piano Nazionale per l’Efficienza Energetica varato nel 2011. Merito degli ecoinventivi per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: tra il 2011 ed il 2012 oltre il 65 % degli investimenti in costruzioni sono andati al recupero e alla riqualificazione degli edifici, grazie anche al potenziamento degli incentivi al 55%.
Dagli esordi negli anni ’70 in Germania, con le prime esperienze di baubiolgie, la bioedilizia, green building, bioarchitettura o architettura sostenibile ha fatto tanta strada da divenire ormai uno standard qualitativo irrinunciabile nel settore delle costruzioni per uso civile. Dai primi edifici sperimentali, che lasciavano tutto alla funzionalità dominata da materiali essenziali e pannelli solari e niente alla bellezza, la bioedilizia si è evoluta grazie a materiali innovativi e si arricchita oggi di qualità estetica. Tra le finalità del ricorso a questa nuova filosofia costruttiva c’è, infatti, accanto alla tutela dell’ambiente e della salute, anche quella del benessere psicofisico che oggi è riconosciuta determinata anche dalla qualità estetica degli edifici. Nello stesso tempo, è attraverso la qualità estetica dei materiali che la bioedilizia è entrata nel gradimento del grande pubblico ed è divenuta compatibile con il substrato architettonico dei numerosi centri ed edifici storici del Bel Paese. La politica di incentivazione ha fatto il resto, anche se è proprio nelle strutture edificate della Pubblica Amministrazione che ancora si attendono importanti risultati se non altro per dare un seguito al Piano d’Azione per la Sostenibilità Ambientale per i Consumi della P.A. che rientra fra i punti fondamentali della Strategia Energetica Nazionale. Si è scommesso sui vantaggi per la comunità che la bioedilizia può garantire. Che sono notevoli e numerosi.
Come detto, uno dei più importanti risultati migliorativi che la bioedilizia può offrire è la riduzione dei consumi energetici. A garantirla, l’orientamento bioclimatico degli edifici, l’efficienza degli impianti, la coibentazione della superficie esterna degli edifici ed il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili. Accanto ai pannelli fotovoltaici di grande attualità, in questo senso, la creazione di impianti geotermici che utilizzano le differenze di calore del terreno sottostante all’edificio: una tecnologia utile soprattutto per i grandi edifici residenziali e già in via di applicazione nelle grandi città, come Roma. Fondamentale poi l’utilizzo di materiali che nel loro ciclo di vita garantiscano un bilancio ecologico prossimo allo zero: un risultato che può essere ottenuto attraverso l’utilizzo di materie ‘seconde’, ovvero provenienti dal riciclo, e verificando che tutto il ciclo di vita, produzione, posa in opera e successivo riciclo i materiali possano avvicinarsi ad un impatto.zero sull’ambiente. Importante, in questo senso, la filiera corta: utile anche per garantire che, con l’utilizzo di materiali locali, l’effetto estetico oltreché di impatto sull’ambiente si immedesimi il più possibile con le costruzioni già esistenti. Altro strumento l’utilizzo razionale dell’acqua con la captazione di quella piovana Dall’energia, all’acqua, ai materiali, l’edificio viene concepito come una ‘macchina per abitare’ che deve tendere il più possibile all’autonomia energetica. E che alla ‘compatibilità energetica’ così ottenuta unisca una ‘compatibilità estetica’ indispensabile per la salvaguardia del paesaggio e della salute psicofisica delle persone.
C’è da augurarsi che i buoni risultati conseguiti dalla bioedilizia in Italia a fine 2012 siano confermati dai risultati del 2013, per fugare il dubbio che, realizzati soprattutto sul patrimonio abitativo già esistente gli interventi migliorativi più accessibili dal punto di vista normativo, il trend positivo si areni o addirittura inverta segno. Ma c’è anche da augurarsi che il risultato positivo ottenuto con gli incentivi per la bioedilizia convinca ad introdurre politiche del territorio migliorative nei confronti di altre, drammatiche criticità alle quali è esposto il nostro patrimonio edilizio: la messa in sicurezza dal rischio idrogeologico e sismico, con ben altri investimenti ma con ben più ampi risparmi sugli interventi di emergenza e risanamento del patrimonio abitativo, delle infrastrutture, del territorio e del paesaggio.
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