“Non aspettare che ti chiedano”

Non aspettare che ti chiedano è il motto di una nuova iniziativa per le donne elettori dell’India promossa da Pam Rajput, professoressa emerita presso il Centro per gli studi e lo sviluppo delle donne dell’Università del Panjab a Chandigarh in India.

L’obiettivo è quello di ottenere una città pulita, verde e giusta dal punto di vista del genere. L’iniziativa, chiamata Women Voters Forum, non solo si impegna con le donne della Città per scoprire le questioni che stanno loro a cuore, ma mira anche a far conoscere alle candidate della Lok Sabha (Camera del popolo) che è la Camera bassa del Parlamento indiano che, insieme alla Camera alta, il Rajya Sabha, compone l’organo legislativo indiano.

Pam Rajput

L’iniziativa, in accordo con la Commissione elettorale centrale, è nata da un seminario di capacity building che la professoressa Rajput ha condotto per le donne in politica nel febbraio di quest’anno, a seguito dell’approvazione del Women’s Reservation Bill in entrambe le camere del Parlamento lo scorso settembre. Secondo il Nari Shakti Vandan Adhiniyam, un terzo di tutti i seggi nella Lok Sabha e nelle Assemblee legislative statali sarà ora riservato alle donne in ogni elezione. “Tuttavia, in realtà, scopriamo che le donne sono riluttanti persino a votare, figuriamoci a perseguire una carriera in politica”, afferma la professoressa Rajput.

Il workshop ha portato alla creazione di un gruppo WhatsApp giustamente chiamato “Hum Hain”, tradotto approssimativamente in “noi esistiamo”. Con i sondaggi della Lok Sabha dietro l’angolo, la professoressa Rajput – forte di alcuni sondaggi – non si è fermata alle parole; forte della sua lunga esperienza femminista anche come delegata indiana del Women 20, gruppo d’interessa del G20 che si occupa di genere, ha fondato il Women Voters Forum.

La città di “Chandigarh ha 647.291 elettori, di cui 335.060 uomini e 312.198 donne. La differenza tra i due sessi è molto piccola. In Bihar, più donne che uomini si recano a votare. Può essere lo stesso a Chandigarh. Allora perché i nostri candidati LS non dovrebbero prestare loro ascolto?”, si è domandata la professoressa Rajput. E proprio a tale scopo ha creato un questionario per identificare le questioni più importanti e urgenti per le donne della città. Il suo gruppo di volontari comprende Deepika Bahri, capo della Camera di Commercio e Industria Indiana delle Donne (WICCI), e Upneet Kaur Mangat, presidente del Centro per i Diritti Umani e i Doveri presso l’Università del Panjab.

Tanti sono i problemi che ne sono emersi: in cima alla lista i servizi igienico-sanitari di alcuni piccoli villaggi; poi le tre principali preoccupazioni delle donne emerse sono la sicurezza, l’igiene e l’istruzione, oltre all’abuso di sostanze come alcol e droghe. “Numerose donne sono preoccupate dalla pressione finanziaria delle tasse universitarie e cercano rassicurazioni dai nuovi deputati che le scuole diano priorità all’istruzione di qualità ed eliminino la necessità di ripetizioni private”.

Buon lavoro Professoressa Rajput, le donne indiane contano su di lei.

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