Snowden, neverending story
Obama e il suo nemico pubblico numero uno potrebbero detenere entrambi l’ambito premio. Un professore universitario svedese ha fatto il nome della “spia” più ricercata d’America al Comitato norvegese, che conferisce ogni anno il Premio Nobel per la Pace.
Il nemico pubblico numero uno degli Stati Uniti, Edward Snowden riceverà lo stesso premio di Barack Obama? L’uomo che ha svelato al Mondo il sistema di sorveglianza americano Prism e del quale Washington vuole la testa, è stato candidato a ricevere il Premio Nobel per la Pace 2014. Il responsabile di questo “affronto” si chiama Stefan Svallfors: professore universitario svedese, è membro dell’Accademia Reale delle Scienze e fa parte di quel ristretto gruppo di eminenze autorizzate a proporre nomi. Nella sua lettera al Comitato norvegese, pubblicata dal giornale Vasterbottens-Kuriren, scrive che Snowden dovrebbe essere premiato per aver “reso il Mondo un po’ più sicuro e migliore”. Una tale nomination sarebbe secondo lui simbolica, perché dimostrerebbe che “gli individui possono essere spinti a difendere le libertà fondamentali”. Cosciente di nominare un personaggio scomodo, il professore riconosce che l’attribuzione di tale riconoscimento a Snowden “potrebbe essere presa male dalla prima potenza militare mondiale”. Un modo per ricordare che gli Stati Uniti non sono unicamente un Paese foriero di Pace.
In fuga da mezzo Mondo, dopo la pubblicazione delle informazioni confidenziali dell’Agenzia nazionale di Sicurezza Americana (NSA), Edward Snowden ha chiesto asilo politico a numerosi Paesi che hanno quasi tutti rifiutato (Norvegia compresa) ed è bloccato dal 23 Giugno scorso nella zona internazionale dell’aeroporto di Mosca-Sheremetevo. Ricordiamo che Venezuela, Bolivia e Nicaragua si sono dichiarate pronte ad accoglierlo, ma avendo Washington annullato il suo passaporto, non ha alcun modo di raggiungere l’America Latina.
Nel 2009, il conferimento del Nobel per la Pace a Barack Obama, allora alla casa Bianca da pochi mesi, aveva pesantemente incrinato la reputazione del Comitato del Premio. Quattro anni dopo, l’amara costatazione: cominciato il suo secondo mandato, il Presidente americano non ha ancora chiuso il carcere di Guantanamo nel quale i prigionieri sono detenuti al di fuori di qualsiasi quadro legale. Ha anche appoggiato Prism, il sistema di sorveglianza degli internauti del Mondo intero, e non ha fatto nulla per tornare sulle pesanti leggi di sicurezza promulgate dal suo predecessore repubblicano, George W. Bush, dopo l’11 Settembre. C’è da chiedersi se su questo punto ci siano molti americani “contrari” a tali leggi, l’attacco terroristico alle torri gemelle ha cambiato il Paese più di quanto possiamo immaginare. Giudizi troppo perentori sono forse fuori luogo.
Tornando al “nostro” Snowden, il Premio Nobel per la Pace viene consegnato ad Oslo, in Norvegia, diversamente dalle altre categorie, premiate a Stoccolma. Come precisa la pagina ufficiale del Premio Nobel, ogni anno vengono proposti dai 150 ai 200 nominativi: membri di Parlamenti e Governi nazionali, magistrati di Corti internazionali, accademici e via dicendo. Queste nomine però devono arrivare prima del 1° Febbraio dell’anno corrente: Snowden non sarà quindi di questa partita. E’ fuori tempo massimo per la cerimonia di Dicembre 2013. Ma sicuramente in questa coda di 2013 sentiremo ancora parlare di lui, sembrerebbe che sia ancora in possesso di informazioni che in un solo minuto potrebbero causare danni agli Stati Uniti come nessuno l’abbia ancor mai fatto. Per il momento la sua permanenza a Mosca viene utilizzata come moneta di scambio: la Russia, i cui servizi segreti sono in perenne concorrenza con quelli americani, e dove qualcuno vorrebbe vedere le relazioni USA-Russia degradate, utilizzerebbe lo scandalo Snowden per cambiare le regole globali di Internet e rendere i servizi dei social media stranieri trasparenti per suo uso e consumo. La spy story non finisce qui.
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