Cronache dai Palazzi
G7 terminato. Accogliendo i leader nel Castello Svevo di Brindisi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ufficialmente aperto il vertice internazionale in cui si sono confrontati una ventina di Capi di Stato e di governo, in quanto hanno partecipato anche altri leader oltre ai Sette, tra cui il presidente turco Erdogan, il primo ministro indiano Modi, il brasiliano Lula da Silva, il re di Giordania Abdallah II, il presidente della Repubblica Algerina Democratica e Popolare Abdelmadjid Tebboune e il presidente della Banca mondiale Ajay Banga. Assente uno dei leader del “Sud globale” che avrebbe dovuto partecipare al Summit, il principe saudita Mohammed Bin Salman.
Tra i temi principali: i conflitti in corso, Africa e nuovi piani infrastrutturali; migranti e Mediterraneo; intelligenza artificiale; riarmo dell’Ucraina; nuove frontiere energetiche e il disastro climatico.
“Rispetto all’incontro del G7 che la Repubblica Italiana ha presieduto sette anni fa a Taormina, il contesto internazionale è profondamente mutato”, ha sottolineato il presidente Mattarella, rimarcando: “Oggi registriamo che il crescente processo di interdipendenza promosso dalla globalizzazione è bruscamente venuto meno, unitamente alla spinta verso valori e obiettivi globalmente condivisi”. In questo contesto “il linguaggio della cooperazione, e della costruzione di regole di convivenza internazionali rispettose dei popoli, viene messo a dura prova, lasciando il posto a crescenti tensioni geopolitiche, quando, purtroppo, non a conflitti”.
La cosiddetta “comunità internazionale”, e quindi anche il G7, è chiamata a “promuovere processi positivi orientati alla pace e allo sviluppo”. Si prospettano “nuovi assetti internazionali” ma occorre vigilare attentamente sulla costituzione di “nuovi neo-colonialismi” o anche di “neo-imperialismi”. In questo contesto agisce il G7 rispetto al ruolo del quale il Capo dello Stato ha messo in evidenza “tre considerazioni”.
In primo luogo, la “constatazione che il G7 è un insieme di Paesi uniti non soltanto da un elevato livello di sviluppo e di reddito, ma anche e soprattutto da valori”. Si tratta di “valori che hanno promosso in modo significativo la dignità delle persone e dei popoli, sulla base delle Carte e delle Dichiarazioni dell’ONU. Valori, obiettivi, regole, che vanno preservati e sviluppati nella nuova condizione della vita internazionale”.
In questa prospettiva il vertice del G7 in principio esclusivamente “foro di coordinamento economico” deve oggi essere, necessariamente, anche “una piattaforma di rilevante confronto sui grandi temi del presente”. Un confronto che può scaturire solo se alla base vi sono dei “valori condivisi”. Tra i principi cardine condivisi dai Sette: lo “Stato di diritto”, la “democrazia, il “rispetto dei diritti della persona”, la “cooperazione internazionale”. Principi fondamentali che occorre ricordare costantemente soprattutto di fronte alle minacce odierne, l’emergere di “pulsioni autoritarie in tante parti del mondo” con conseguenze devastanti: “compressione dell’inviolabile sfera della persona a livello interno e condotte aggressive nella sfera internazionale”.
La seconda considerazione consiste nel fatto che la Carta delle Nazioni Unite rappresenta la “manifestazione più alta” del vertice internazionale. Si tratta di “un sistema di regole” del quale occorre avere “cura”. La prima regola “consiste nel divieto di minaccia e uso della forza nei rapporti fra gli Stati” ciò che “è un aspetto, oggi, tristemente sfidato”.
Nel contempo risulta sfidata la comunità internazionale e ovviamente le sue regole. “Violenza” e “sopraffazione” sembrano essersi sostituite al “criterio di pari dignità fra gli Stati”.
A proposito di sopraffazione sono passati ben 841 giorni dal 24 febbraio 2022, il giorno in cui la Russia ha deciso di oltrepassare il confine con l’Ucraina invadendola, il giorno “in cui la Federazione Russa si è assunta la responsabilità storica di riportare la guerra in Europa – ha affermato il presidente Mattarella – in un pericoloso tentativo di revanche neo- imperiale che contraddice tutti i passi avanti realizzati nel continente sin dalla Conferenza di Helsinki del 1975”.
Le stragi del Novecento ci ricordano che non si possono “ignorare o sottovalutare” simili storie di violenza e di sopraffazione.
A proposito di sostegno all’Ucraina il vertice del G7 ha deliberato di stanziare 50 miliardi di nuovi aiuti entro la fine del 2024. I Sette hanno raggiunto un accordo su almeno 50 miliardi di dollari che non graverà sulle Nazioni europee, e che potrebbero diventare 60 sul piano operativo, “per aiutare l’autodifesa dell’Ucraina” mentre sono state definite “irresponsabili” le minacce nucleari provenienti da Mosca. I Sette hanno tra l’altro avanzato a Pechino la richiesta di interrompere gli aiuti alla Russia attraverso un dettagliato appello al governo cinese, annunciando, inoltre, l’intenzione di imporre sanzioni contro entità cinesi e di Paesi terzi che sostengono la guerra della Russia in Ucraina.
“Difendiamo principi generali di convivenza fra le nazioni, sui quali poggia dal secondo dopoguerra in poi, la libertà, la sicurezza, la prosperità dei nostri popoli nonché lo sviluppo e il ruolo crescente di quelli che allora erano, loro malgrado, spettatori della storia”, ha spiegato il presidente Mattarella a proposito della situazione ucraina.
Sul versante israeliano-palestinese, inoltre, il 7 ottobre 2023 si è aperto un altro conflitto “che ha segnato drammaticamente il nostro presente”. Un macabro attacco da parte di Hamas “con l’uccisione di inermi cittadini israeliani e il disumano sequestro di ostaggi”, a cui si sono aggiunte “migliaia di vittime civili palestinesi, donne e bambini, che hanno perso la vita negli oltre otto mesi di conflitto”. Si tratta di un conflitto che ha in ogni modo “riaperto una ferita”.
Anche in questo caso assumono particolare importanza “i negoziati in corso per giungere al cessate il fuoco” che dovrebbero condurre verso “un concreto percorso politico, verso una pace duratura” che travalica i confini degli Stati coinvolti – ha auspicato il Capo dello Stato – e “che non può che fondarsi sulla soluzione a due Stati”, una soluzione per l’appunto politica.
Per ottenere una pace che sia duratura “occorre la volontà di perseguirla da parte di tutti gli attori coinvolti”. È fondamentale “non abbandonare il dialogo a metà”, per non correre il rischio, come già accaduto in passato, di una “inevitabile ripresa, nel tempo, del conflitto, con violenza e vittime sempre maggiori”.
In terzo luogo, il presidente Mattarella definisce il G7 “una piattaforma aperta”, ripercorrendo un excursus storico: “A partire dal Vertice del 2007 in Germania veniva introdotto il cosiddetto ‘processo Heiligendamm’ che apriva il G7 al resto del mondo e coinvolgeva nell’esercizio altri cinque Paesi, rappresentativi di tutti i continenti, per un dialogo sui grandi temi globali dello sviluppo economico, dell’innovazione e del cambiamento climatico. Temi ulteriormente ampliati a L’Aquila, nel 2009, a quelli della sicurezza alimentare e dell’energia”.
Ciò che infatti contraddistingue “il formato del G7” è il dover essere “in grado di adeguarsi ai mutamenti del contesto internazionale”, come è avvenuto anche in questa edizione, consapevoli del fatto che molti temi “non possono essere affrontati in un circuito limitato”, ma è per l’appunto necessario il coinvolgimento di vari leader a livello mondiale oltre i Sette. In questa prospettiva sono state diverse le tematiche sollevate nel contesto del G7 di Borgo Egnazia che “sollecitano collaborazione con gli altri attori rilevanti dello scacchiere mondiale”, in particolare, “dallo sviluppo sostenibile del continente africano, ai flussi migratori, alla rivoluzione indotta dall’intelligenza artificiale”. Per quanto riguarda l’AI l’obiettivo è un approccio inclusivo introducendo un marchio per certificare le imprese che si adegueranno agli “standard etici”.
Assicurare un’intelligenza artificiale che sia sicura e affidabile è di certo una delle sfide più complesse del nostro tempo, soprattutto per quanto riguarda la formulazione di “un’algoretica” ossia “dare un’etica agli algoritmi”, fermo restando il pieno rispetto della persona umana che deve essere mantenuta al centro. Diversi sono i rischi ma molte sono anche le opportunità. “L’intelligenza artificiale è un moltiplicatore e dobbiamo decidere cosa moltiplicare”, ha affermato la presidente Meloni nel corso della conferenza stampa di chiusura del Vertice chiarendo che occorre fare attenzione a non “barattare la nostra libertà con la comodità”, senza trascurare la tenuta dei sistemi democratici. l’AI porta con sé diversi rischi e la politica deve provvedere a “creare le condizioni per farne buon uso” ma, di certo, si tratta di un’ulteriore sfida complessa del mondo contemporaneo e del prossimo futuro alla quale non è possibile sottrarsi.
Come ha rimarcato il presidente Mattarella sono necessari “schemi alternativi se non contrapposti” per far fronte al carattere “multipolare” del mondo attuale. In sostanza “le grandi economie libere raccolte nel G7 continuano certamente a esercitare una rilevante forza di attrazione e d’influenza” ma occorre esercitare “la capacità di costruire partenariati con quella parte del mondo che, nelle fisiologiche differenze, è disponibile al dialogo sulle nostre opzioni”. Questa dovrebbe essere la prospettiva dei Capi di Stato e di governo appartenenti al G7, oggi e nel prossimo futuro, condividendo “una responsabilità accentuata nell’affrontare i problemi del presente, consapevoli, tuttavia, di non poterlo fare da soli”.
A proposito di apertura al mondo nuovo il G7 di Puglia ha definito le linee di sviluppo del cosiddetto PGII – Partnership for Global Infrastructure and Investment, alternativa del G7 e americana alla Via della Seta cinese, che si aggiunge al Global Gateway della Ue che raccoglie decine di progetti per l’Africa e il Piano Mattei. “Tra questi tre progetti vogliamo creare sinergie per massimizzare gli sforzi e gli investimenti per ottenere maggiori benefici per tutti”, ha chiarito la premier Giorgia Meloni spiegando che “il salto di qualità” ottenuto con il G7 “riguarda la volontà di far dialogare i diversi strumenti che abbiamo messo in piedi negli anni, perché si possano mettere a sistema i vari interventi, in modo più coordinato”, per costruire “un nuovo governo di sviluppo con il continente africano”. L’impegno finale è che “ai documenti seguano fatti concreti”, ad esempio sul piano dell’agricoltura e dell’energia, con investimenti direttamente sul suolo africano, favorendo in questo modo lo sviluppo della ricchezza dei Paesi più poveri.
A proposito di migrazioni e Africa in risalto l’accordo con Londra per quanto riguarda la lotta al traffico dei migranti oggetto di una dichiarazione collettiva. I Sette hanno di fatto sancito un via libera per mettere in atto una coalizione di contrasto ai flussi illegali di migrazione, coinvolgendo le agenzie di intelligence dei rispettivi Paesi e azioni coordinate a livello globale da parte delle forze di polizia nazionali. Tra gli obiettivi favorire flussi di migrazione legale, obiettivo che farebbe però capo alle sovranità dei singoli Paesi ospitanti.
“Priorità assolute” la tragedia di Gaza e la pace in Ucraina. I leader del G7 hanno ribadito la “più ferma condanna dei brutali attacchi terroristici condotti da Hamas e altri gruppi terroristici contro Israele il 7 ottobre 2023”. In questo contesto i Sette hanno espresso “la piena solidarietà e sostegno a Israele e al suo popolo” ribadendo “l’impegno verso la sua sicurezza”. Nel contempo il G7 ha chiesto a Israele di “rispettare pienamente i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale in ogni circostanza, compreso il diritto internazionale umanitario”.
Il Vertice di Borgo Egnazia ha espresso pieno sostegno al piano Biden per quanto riguarda una tregua, un accordo elaborato dal presidente americano per un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, il rilascio di tutti gli ostaggi, un aumento significativo e duraturo del flusso di assistenza umanitaria in tutta Gaza e la fine duratura del conflitto, come si apprende dalla bozza finale del G7 in cui si spiega che vanno “garantiti gli interessi di sicurezza di Israele e la sicurezza dei civili palestinesi a Gaza”. I leader riuniti hanno quindi rivolto un appello ad Hamas affinché “accetti e attui pienamente e inequivocabilmente la proposta di cessate il fuoco, come delineato nella risoluzione 2735”. Nella bozza di conclusione del Vertice viene in sostanza rimarcato il fatto che Israele abbia accettato la proposta elaborata dall’Amministrazione americana rendendosi disponibile a renderla concreta anche dal punto di vista operativo. È stata inoltre messa nero su bianco la cosiddetta “tregua olimpica”.
In definitiva, sia per quanto riguarda l’Ucraina sia per quanto riguarda la Striscia di Gaza, la pace per ora viaggia sul piano tattico e non si può ancora parlare di negoziato ma, di certo, si sono registrati dei passi in avanti verso una risoluzione del conflitto su entrambi i fronti, in primo luogo dal punto di vista della cooperazione internazionale.
A proposito di Ucraina i leader del G7 hanno inoltre accolto “con favore” il vertice sulla pace in corso in Svizzera (15-16 giugno) al quale partecipa anche la premier Meloni oltre al vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani arrivato in Svizzera ben prima della premier impegnata ancora in Puglia nella giornata di sabato 15 giugno. Il vertice svizzero mira a “costruire un quadro di pace basato sul diritto internazionale, sulla Carta delle Nazioni Unite e sui suoi principi, nel rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”.
Per quanto riguarda i diritti a proposito della identità e della parità di genere, in particolare la questione del diritto all’aborto che non comparirebbe nella dichiarazione finale del G7, Palazzo Chigi ha chiarito che non compare la parola ‘aborto’ ma sono confermati gli impegni assunti al summit di Hiroshima di un anno fa che riguardano l’interruzione volontaria di gravidanza.
“Abbiamo tracciato la rotta” ha chiosato la premier Giorgia Meloni mettendo in risalto una grande consapevolezza: “Molte sono le sfide globali che siamo chiamati ad assumerci” forti della “forza del diritto” e, riferendosi a ciò che la premier Meloni ha definito il “borgo globale”, senza mai smarrire la propria identità che in fondo definisce ciò che siamo.
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