Dal calamaio al tablet

Quasi certamente il Covid ha piantato gli ultimi chiodi sulla bara del vecchio sistema scolastico, fatto di presenza in classe, di carta e penna, di libri, di contatto fisico. Passato il periodo emergenziale forse sarebbe stato impossibile tornare ai vecchi sistemi e, verosimilmente, la strada verso una didattica sempre più digitale, era già avviata. Tuttavia, forse, stiamo correndo troppo e questi nuovi sistemi corrono il rischio di far perdere qualcosa ai giovani, prima tra tutti la manualità della scrittura.

Sono da tempo scomparsi i vecchi calamai che, anni ed anni fa, erano inseriti nei banchi e che, si narra, i bidelli riempivano ogni giorno di inchiostro fresco; ma non vogliamo tornare a questo. Sarebbe troppo chiedere ai giovani di oggi di prendere in mano un pennino o, allo stesso modo, richiamare l’attenzione sull’importanza della manualità a quella che è ormai definita la “Generazione copia-incolla,” anche se potrebbe risultare estremamente utile a chi ne fa parte.

La scrittura manuale non solo è un’arte in sé, ma è anche collegata a sviluppi cognitivi cruciali, come la coordinazione motoria, fondamentale nell’età dello sviluppo.

Anche i vecchi libri di carta, con il loro odore distintivo e la sensazione tattile delle pagine, sono sempre più rari: pesanti, inutili, non ecologici e vengono sostituiti dagli schermi luminosi dei tablet. Questa transizione può influire sulla capacità di concentrazione e sull’esperienza emotiva della lettura. La rapidità con cui si possono scorrere le pagine su uno schermo può infatti portare a una lettura superficiale, a discapito della comprensione profonda del testo.

Probabilmente esistono anche spinte ambientaliste ad andare verso una scuola sempre più digitale oltre alla richiesta di persone già pronte per un mercato del lavoro digitale; ma chiedersi se questo sistema possa creare difficoltà alle nuove generazioni sarebbe opportuno.

La continua immersione nell’uso di dispositivi digitali, come tablet e computer, può suscitare preoccupazioni legate agli effetti che questa pratica può avere sulla memoria a lungo termine e sulla flessibilità cognitiva. Molti studi hanno iniziato ad esplorare questa dinamica, mettendo in luce alcune considerazioni cruciali.

Uno degli aspetti più dibattuti è l’impatto dell’uso intensivo di dispositivi digitali sulla memoria a lungo termine. La memorizzazione di informazioni, concetti e dettagli è un processo complesso che coinvolge la formazione di connessioni neurali durature. La lettura su schermo, sebbene offra accesso immediato a una vasta quantità di informazioni, potrebbe non stimolare la memoria a lungo termine in modo altrettanto efficace della lettura tradizionale su carta.

La mancanza di elementi tangibili, come il peso del libro, la sensazione delle pagine tra le dita e l’atto di girare fisicamente le pagine, può influenzare la profondità con cui il cervello elabora e conserva le informazioni. Alcuni studiosi suggeriscono che la sensazione tattile e l’esperienza multisensoriale della lettura tradizionale possono facilitare una memorizzazione più duratura.

Un altro aspetto cruciale è la potenziale limitazione della comprensione profonda legata all’assenza di interazione fisica con il testo. Sottolineare, evidenziare e prendere appunti su carta sono azioni che coinvolgono sia il corpo che la mente, creando una connessione più diretta e coinvolgente con il materiale. Questi gesti fisici non solo facilitano la concentrazione, ma possono anche essere strumenti potenti per annotare concetti chiave e collegamenti, aiutando così a sviluppare una comprensione più approfondita del contenuto.

La lettura su schermo, sebbene efficiente per la fruizione di informazioni rapide, potrebbe mancare di questa dimensione tangibile e interattiva, potenzialmente limitando la capacità di approfondire la comprensione e di collegare concetti in modo significativo.

L’evoluzione della tecnologia digitale offre innumerevoli vantaggi e opportunità. Tuttavia, è altrettanto importante essere consapevoli dei potenziali svantaggi, soprattutto quando si tratta di competenze cognitive fondamentali come la memoria a lungo termine e la flessibilità cognitiva. Bilanciare l’uso delle tecnologie digitali con pratiche tradizionali può essere la chiave per coltivare un approccio più completo all’apprendimento e al mantenimento delle conoscenze nel lungo termine.

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