Germania anno zero (Film, 1948)

Germania anno zero, terzo film di Roberto Rossellini, conclude la trilogia della guerra dopo i due capolavori ambientati in Italia (Roma città aperta e Paisà), girato per le strade di una Berlino distrutta e vilipesa, fotografa miserie e dolori del popolo tedesco. Neorealismo puro, corretto al melodramma come da tradizione italica, basato su una solida sceneggiatura ma realizzato con la tecnica del pedinamento del protagonista nella vita quotidiana.

La storia del piccolo Edmund Koehler e della sua famiglia di sfollati, che vive in una casa padronale con altri quattro nuclei, vista la penuria di alloggi dopo i bombardamenti, viene sviscerata giorno dopo giorno. Film terribile nelle sequenze di pedofilia, con il vecchio maestro che adesca ragazzini per sé e per altri carnefici, ma anche di prostituzione minorile e di escamotage studiati per sbarcare il lunario. Rossellini si affida ad attori non protagonisti reperiti in loco, la parte di Edmund Koheler è interpretata da Edmund Meschke, undicenne acrobata del circo, che al regista ricorda il figlio di 9 anni recentemente scomparso, al quale dedica il film.

La storia pare veritiera, sceneggiatura intensa, fotografia in un livido bianco e nero, con finale melodrammatico. Edmund si lascia convincere dai discorsi nazisti del maestro pedofilo ad avvelenare il padre per liberarsi di un’inutile bocca da sfamare, perché al mondo esiste la selezione naturale e i deboli devono lasciare il posto ai più forti. Finale ancor più drammatico che vede Edmund suicidarsi – dopo aver capito il suo errore da piccolo parricida – lanciandosi nel vuoto (da un palazzo distrutto dalle bombe) quando vede la salma del padre trasportata al cimitero. Rossellini descrive molto bene una famiglia che basa tutte le sue risorse sulla figlia Eva (Hinzf), che sceglie di non prostituirsi ma segue la fila del razionamento alimentare, cerca di ottenere dagli americani poche sigarette da rivendere, insomma fa quel che può per mettere in tavola qualcosa da mangiare. Il figlio Karl (Krüger), invece, è un vigliacco perdigiorno che solo nelle ultime sequenze trova il coraggio per denunciare la sua esistenza e mettersi a lavorare, una volta superato il timore di essere arrestato come ex nazista.

Film girato in tedesco (doppiato in italiano) – tra agosto 1947 e febbraio 1948 – per gli esterni tra le macerie di una Berlino distrutta dalle bombe; gli interni, invece, vengono realizzati a Roma. Tutto il cast è tedesco e non professionista. Film da studiare più che da vedere, esempio per Godard che lo cita nel suo Germania nove zero (1991) e Markovic per Serbia, anno zero (2001). Pardo d’oro per la miglior sceneggiatura originale (1948, Locarno). Miglior Film al National Board of Review Award. Disponibile su RaiPlay nella sezione dedicata al cinema di Roberto Rossellini restaurato. Assolutamente da vedere.

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Regia: Roberto Rossellini. Soggetto: Roberto Rossellini (da un’idea di Basilio Franchina non accreditato). Sceneggiatura: Roberto Rossellini, Max Colpet, Carlo Lizzani, Sergio Amidei. Fotografia: Robert Juillard. Montaggio: Eraldo Da Roma. Musiche: Renzo Rossellini. Scenografia: Piero Filippone. Produttori: Roberto Rossellini, Salvo D’Angelo. Produttore Esecutivo: Alfredo Guarini. Case di Produzione: Tevere Film, Salvo D’Angelo Produzione. Distribuzione (Italia): G.D.B. Film. Paesi di Produzione: Italia, Germania, Francia – 1948. Durata: 75’. Dati Tecnici: B/N – formato quadrato (rapporto 1,33:1). Genere. Drammatico. Interpreti: Edmund Meschke (Edmund Koehler), Ernst Pittschau (padre di Edmund), Ingetraud Hinzf (Eva, sorella di Edmund), Franz-Otto Krüger (Karl-Heinz, fratello di Edmund), Erich Gühne (il maestro Enning), Jo Herbst (Jo), Christl Merker (Christl), Franz von Treuberg (generale von Laubniz).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog La Cineteca di Caino”]

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