Cronache dai Palazzi

Tour de force tra Camera e Senato per chiudere l’attività parlamentare entro il 9 agosto, ritmi sostenuti con un calendario che prevede anche due sedute in notturna. Nella settimana appena trascorsa sono stati approvati tre decreti: liste d’attesa, casa e quello che tiene insieme sport e istruzione. Sono ancora da approvare: infrastrutture, materie prime, protezione civile e carceri. Il percorso complesso prevede anche l’elezione di un giudice della Corte costituzionale per cui a settembre la convocazione del Parlamento in seduta comune avrà cadenza settimanale.

La questione della Consulta è emersa anche durante la cerimonia del Ventaglio al Quirinale. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato che la Consulta è una “istituzione che la Costituzione considera al centro della vita della nostra democrazia” e, per l’appunto, ha definito “un vulnus alla Costituzione compiuto dal Parlamento” la mancata elezione per l’ultimo membro della Corte. Richiamando le diverse forze politiche il Capo dello Stato le ha invitate “con garbo e determinazione, a eleggere subito questo giudice”, una nomina che deve essere al di sopra delle parti, “una scelta rigorosamente individuale, di una singola persona meritevole per cultura giuridica, esperienza, stima e prestigio di assumere quell’ufficio così rilevante”. Altro vulnus la condizione del carcere che “non va trasformato in palestra criminale”, ha ammonito Mattarella sottolineando le “condizioni angosciose agli occhi di chiunque abbia sensibilità e coscienza. Indecorose per un Paese civile, qual è – e deve essere – l’Italia. Il carcere non può essere il luogo in cui si perde ogni speranza”.

Al centro della cerimonia del Ventaglio ovviamente la libertà di informazione e di essere informati: “Ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica”. Parole chiare ed incisive che devono essere ascoltate. In sostanza il diritto-dovere dei giornalisti a informare rappresenta un “anticorpo” rispetto alle fake news e si tratta di un “ruolo democratico decisivo”, ha rimarcato il Capo dello Stato. Richiamando l’articolo 21 della Carta costituzionale il presidente Mattarella ha ribadito la libertà di pensiero a ridosso degli ultimi eventi: “Si vanno infittendo, negli ultimi tempi, contestazioni, intimidazioni, se non aggressioni nei confronti dei giornalisti, che si trovano a documentare fatti”. In questo contesto il Capo dello Stato ha citato Alexis De Tocqueville: “Democrazia è il potere di un popolo informato”, auspicando nel contempo, sia da parte delle istituzioni della Repubblica sia da parte dell’Unione europea, la “massima attenzione e sostegno” per promuovere “il pluralismo dell’informazione e della indipendenza dei media”, alla luce del nuovo Regolamento sulla libertà dei media generato da un confronto tra Parlamento europeo e Consiglio dell’Unione nel mese di aprile, attualmente in fase di progressiva attuazione, a partire dal prossimo 8 novembre.

“In sintesi: promozione del pluralismo e della indipendenza dei media in tutta l’Unione, con protezione dei giornalisti e delle loro fonti da ingerenze politiche; pubblicità sui fondi statali destinati a media o a piattaforme; garanzia del diritto dei cittadini alla gratuità e pubblicità delle informazioni; indipendenza editoriale dei media pubblici; protezione della libertà dei media dalle grandi piattaforme; istituzione di un nuovo Comitato europeo per i servizi di media per promuovere una applicazione coerente di queste norme”. Si tratta di “un cantiere e un percorso impegnativo per l’Unione e per gli Stati membri, coscienti del valore che questo tema riveste per la libertà del nostro continente”, ha affermato il presidente Mattarella.

In definitiva “alla libertà di opinione si affianca la libertà di informazione, cioè di critica, di illustrazione di fatti e di realtà”. Nel contempo, i cittadini hanno il diritto di essere informati e in quest’ottica l’informazione rappresenta “l’anticorpo contro le adulterazioni della realtà”. Nello specifico “operare contro le adulterazioni della realtà costituisce una responsabilità, e un dovere, affidati anzitutto ai giornalisti”.

La Costituzione è un faro per tutti i cittadini e ovviamente per tutte le forze politiche, per governo e istituzioni e ovviamente per gli organi di informazione. I giornalisti svolgono una funzione costituzionale. “Nella società dell’informazione globale è del tutto superfluo richiamare l’importanza che l’informazione riveste per il funzionamento della democrazia, per un’efficace tutela del sistema delle libertà. La democrazia, infatti è, anzitutto, conoscenza”, ha sottolineato il presidente Mattarella.

Alla luce degli ultimi fatti “contestazioni, intimidazioni, quando non aggressioni, nei confronti di giornalisti, che si trovano a documentare fatti”, ad esempio a Torino nei giorni scorsi, occorre reclamare un atteggiamento diverso nei confronti dell’informazione come servizio pubblico. Giornalismo è “documentazione di quel che avviene, senza obbligo di sconti. Luce gettata su fatti sin lì trascurati. Raccolta di sensibilità e denunce della pubblica opinione. Canale di partecipazione e appello alle istituzioni”.

Di conseguenza il “pluralismo dell’informazione” è “garanzia di informazione”, a maggior ragione in un mondo in cui le fonti e i mezzi di informazione e di comunicazione sono in continuo aumento, a partire dalle nuove piattaforme digitali, “divenute principali responsabili della veicolazione di contenuti informativi”. A tali piattaforme non corrispondono però “minori obblighi”, tantoché molto spesso si manifesta “una tendenza, del tutto inaccettabile, dei protagonisti a sottrarvisi”. Data la complessità del contesto occorre essere attenti al rispetto dell’etica alla luce di un profondo senso di responsabilità che deve, necessariamente, guidare il lavoro degli operatori dell’informazione evitando il sovraccarico di notizie verosimili e false, che nel peggiore dei casi generano “odio e intolleranze religiose e razziali” creando disorientamento informativo e radicando divisioni.

Su un altro fronte, Palazzo Chigi ha varato il ddl sulla Concorrenza nel quadro delle misure e degli interventi di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’approvazione annuale di una “Legge sulla Concorrenza” presuppone infatti lo stanziamento dei fondi previsti nell’ambito del Pnrr. Una legge che seconda la premier Meloni permetterà al Mezzogiorno di combattere ad armi pari. Si tratta del quarto disegno di legge annuale per il Mercato e la Concorrenza 2023, dopo quelli del 2017, del 2022 e dello scorso anno. Numerosi gli ambiti di intervento, dalla proroga dei dehors alle sanzioni per contrastare il fenomeno dell’abusivismo nel settore dei taxi ed Ncc, dalla portabilità delle scatole nere ai benefici fiscali per le start up innovative, fino al contrasto del fenomeno della “shrinkflation”. Sul tema delle concessioni autostradali, per la prima volta, una parte dei pedaggi non entrerà nelle casse di grandi gruppi di concessionari ma giungerà allo Stato. Vengono inoltre definite le procedure di aggiudicazione delle concessioni autostradali, l’iter procedurale per la stipula delle convenzioni, la pianificazione e programmazione degli investimenti autostradali.

Il provvedimento si inserisce a pieno titolo nel quadro delle misure e degli interventi di attuazione del Pnrr e si compone di tre parti: misure in materia di concessioni autostradali; misure in materia di rilevazione dei prezzi e usi commerciali, settore assicurativo, trasporto e commercio e misure in materia di start up. Vengono inoltre introdotte disposizioni sul trasporto pubblico non di linea e in materia di dehors.

Sempre nella giornata di venerdì 26 luglio, inoltre, Il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, ha svolto una informativa concernente l’attuazione della legge n. 86 del 2024 in tema di Autonomia differenziata. La legge definisce i principi generali per l’attribuzione alle Regioni di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia e le modalità procedurali di approvazione delle intese fra lo Stato e una Regione. La legge rende chiara una distinzione tra materie e ambiti di materie Lep (livelli essenziali delle prestazioni) e materie e ambiti di materie non Lep. Per individuare e strutturare i Lep si procederà seguendo i vari passaggi dell’iter procedurale di attuazione disciplinato dalla legge. Quanto alle richieste di avvio di negoziato, a oggi sono state già tramesse al Governo le richieste delle Regioni Veneto, Piemonte, Liguria e Lombardia.

La premier Giorgia Meloni si appresta infine a raggiungere la Cina dove il 29 luglio incontrerà Xi Jinping. Tre le linee di azione: relazioni politiche, relazioni culturali e relazioni economiche alla luce dello stop alla Via della Seta sancito dal documento del 2019 firmato da Conte. In linea con la postura del G7 l’obiettivo è la strutturazione di “relazioni costruttive e stabili” e una cooperazione considerata “necessaria per affrontare le sfide globali”. Il dialogo con la Cina è importante anche per promuovere la fine del conflitto tra Russia e Ucraina. “La Cina può essere un interlocutore portatore di pace. Va coinvolta, può dare consigli più miti a Mosca”, ha affermato a sua volta il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. Al centro della missione cinese di quattro giorni anche gli affari e l’intenzione vicendevole di “rilanciare il rapporto bilaterale nei settori di comune interesse”. Nel 2023 l’interscambio commerciale tra Roma e Pechino valeva 66,8 miliardi e l’obiettivo è farlo crescere ulteriormente: La Cina è il secondo partner extraeuropeo dell’Italia dopo gli Stati Uniti.

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