Paris 2024

Vale la pena scrivere ancora della cerimonia di apertura delle Olimpiadi? Forse sì, ancora le polemiche impazzano. A parte i soliti noti che devono difendere la qualunque in nome dell’inclusione (sigh), la stragrande maggioranza – parlo di gente normale – li ha visti come una roba tra Circo Orfei e Sagra della pagnotta. Come italiana ho avuto un minuto di silenzio pensando che questa pagliacciata l’avremmo potuta fare noi tra le zoccole del Tevere se Virginia, all’epoca Sindaca di Roma non si fosse messa di traverso; seguendo i dettami dell’allora MoViMento niente grandi manifestazioni sennò “rubbbano”.

Vabbè, terminato lo sconforto non ho capito cosa ho visto. L’ultima cena che nemmeno Fellini avrebbe potuto immaginare e una specie di puffo blu con la panzetta. Però attenti a criticare perché i soliti radical scic vi diranno che siete ignoranti perché questa schifezza è già stata dipinta, scritta e omaggiata da famosi artisti. Beh, noi potremmo rispondere in vari modi ma per rimanere nella semi decenza suggerisco una frase tipica romanesca che comincia per me e finisce per joni.

Cantanti che cantavano, alcune superbe alcune fuori luogo, un sacco di effetti speciali. Chissà quanto avranno speso, cifre assurde in nome della parola d’ordine del secolo: stupiamo.

La protagonista è stata comunque la pioggia; possibile che vivendo in una città come Parigi dove il meteo cambia di ora in ora nessuno abbia pensato di fare delle pensiline per tutti?

Per noi italiani il ricordo indelebile sarà il caro Mattarella impavido bagnato fradicio. Che è rimasto al suo posto sotto la doccia fino al passaggio dei nostri atleti. Per molto meno avrei dichiarato guerra.

Adesso speriamo solo che si vincano tante medaglie e che si veda tanto bello sport; poi se non ce la fate andate a vedervi e rivedervi una parte dell’apertura dei Giochi olimpici a Londra nel 2012; quando Mr Bond, James Bond andò a scortare Sua Maestà allo stadio… in elicottero. Ecco rifatevi les yeux se così si può dir.

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