Il castello di vetro (Film, 2017)

Il castello di vetro di Destin Daniel Cretton racconta le vicissitudini della famiglia Walls, davvero fuori dall’ordinario, partendo da una storia vera, dimostrata da foto e video dei protagonisti al termine della pellicola. Alla base del film c’è il rapporto stretto tra un padre e una figlia, quasi una simbiosi, nonostante un’educazione da non portare come esempio che con metodi discutibili ha contribuito a far crescere la prole forte e determinata.

Il padre è un alcolizzato che non vuole scendere a compromessi con la vita, violentato da piccolo da una turpe madre che prova a fare la stessa cosa con un nipotino. La mamma è un’artista che cerca di vivere dipingendo, a contatto con la natura, innamorata di un uomo che non sa lasciare, nonostante i suoi grandi difetti. I figli crescono senza andare a scuola, leggono libri consigliati dai genitori, sperimentando la vita, senza filtri e mediazioni. Un bel giorno decidono di fuggire, uno dopo l’altro, stanchi di non poter studiare e di non vivere secondo regole ordinarie, per trovare il loro posto nel mondo, conducendo una vita regalata da convenzioni sociali. Il padre non accetta le loro scelte, continua a fare il nomade insieme alla moglie, non si fa una ragione che la figlia prediletta voglia sposare uno smidollato che vende prodotti finanziari.

La storia è raccontata per salti temporali, parte con Jeannette (Larson) che vorrebbe sposarsi e non sa come presentare il futuro marito al padre (Harrelson), la ragazza torna indietro con il pensiero, permettendo al regista di raccontare il passato con flashback intensi e suggestivi. Jeannette da piccola ha vissuto in condizioni estreme con fratelli e sorelle, perché i genitori non accettavano di fermarsi in un luogo, passavano come nomadi di città in città, il padre si faceva cacciare da lavoro e attaccava briga con tutti.

Girato a Welch, nella Virginia Occidentale, da maggio a settembre del 2016, un film sceneggiato con qualche incongruenza (alcune cose non tornano proprio), fotografato benissimo nei grandi spazi nordamericani, montato con rapidità, si ricorda per momenti di pura commozione (il padre morente) che si alternano alla suspense.

Destin Daniel Cretton (1978), nativo delle Hawai, isola di Maui, cresciuto a Haiku, non ha diretto molti lungometraggi, tra questi ricordiamo Il diritto di opporsi (2019). Si dedica ad alcuni progetti Marvel – dopo aver abbandonato un film della serie Avengers – come il sequel di Shang-Chi (il primo lavoro è stato funestato dal Covid) e Wonder Man. La sua ultima idea è quella di sceneggiare e girare un film su Naruto.

Il castello di vetro è un film interessante, anche se non immune da difetti, resta cinema popolare che si guarda con piacere. Lo trovate ancora su RaiPlay.

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Regia: Destin Daniel Cretton. Soggetto: liberamente tratto dalle memorie di Jeannette Walls. Sceneggiatura: Destin Daniel Cretton, Andrew Lanham. Fotografia: Brett Pawlak. Montaggio: Nat Sanders. Effetti Speciali: Louis Craig. Produttori: Erik Feig, Ken Kao, Gil Netter. Produttore Esecutivo: Mike Drake. Musiche: Joel P. West. Scenografia: Sharon Seymour. Costumi: Joy Cretton, Mirren Gordon-Crozier. Trucco: Melissa Fafard. Case di Produzione: Lionsgate, Netter Productions. Distribuzione (Italia): Notorious Pictures. Ken Kao Lingua Originale: inglese. Paese di Produzione: Usa, 2017. Genere: Drammatico. Durata: 127’. Titolo originale: The Glass Castle. Interpreti: Brie Larson (Jeannette), Woody Harrelson (Rex), Naomi Watts (Rose Mary), Max Greenfield (David), Sarah Snook (Lori), Josh Caras (Brian), Brigitte Lundy-Paine (Maureen), Ella Anderson (Jeannette bambina), Dominic Bogart (Robbie), Iain Armitage (Brian bambino), Sadie Sink (Lori bambina).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog La Cineteca di Caino”]

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