Governo Craxi 1, nasce il Pentapartito

Era il 4 agosto 1983. Si intravedeva, forse, la fine degli Anni di piombo; l’Italia aveva conquistato l’anno prima uno storico Campionato del mondo di calcio in Spagna e un caffè oscillava tra le duecento e le quattrocento lire.

In politica non si erano spenti gli echi della tragica vicenda di Aldo Moro, i segretari del PCI e della DC, i partiti di maggioranza, erano rispettivamente Enrico Berlinguer e Ciriaco De Mita mentre la guida del Partito Socialista Italiano era saldamente tenuta in mano da Bettino Craxi che si era contraddistinto per avere tenuto aperto il fronte delle trattative nella vicenda del rapimento dell’assassinio del presidente democristiano cinque anni prima.

Pochi mesi prima si erano tenute le elezioni politiche e la DC si era confermata il partito di maggioranza relativa con il 32,93% dei voti, seguita poco sotto il 30% dal PCI. Terza forza furono proprio i socialisti di Craxi che superarono l’undici percento dei voti.

Forte di ciò, e considerato il quadro politico che si stava presentando, Craxi chiese e ottenne l’incarico per formare il governo. Lo aveva ricevuto anche due anni prima dall’allora presidente Pertini, anche lui socialista, ma era stato costretto a rinunciare a causa dell’opposizione DC che portò al Governo Cossiga. Questa rinuncia mise in pericolo anche la sua leadership nel partito ma, dopo aver ottenuta la confermato dell’incarico di segretario, riportò il partito al governo nel secondo governo presieduto dallo stesso Cossiga.

Il quadro successivo al risultato elettorale vedeva le forze di sinistra che avevano superato, nel complesso il partito di maggioranza relativa e questo dato, unito alla crescita dei socialisti, indusse i vertici della DC a rinunciare alla pregiudiziale secondo cui un socialista non sarebbe mai stato presidente del consiglio. Craxi, oggettivamente un eccellente stratega, approfittò di questa situazione e partorì una soluzione che caratterizzò l’intero decennio successivo fino a quando non venne travolta da Mani Pulite: il Pentapartito.

La DC, che aveva una radicata tradizione conservatrice e anticomunista, era fortemente contraria al coinvolgimento dei comunisti nel governo italiano, nonostante i precedenti governi che avevano dato origine a forme di coinvolgimento del PCI con opportune astensioni, convergenze parallele e altre forme più o meno velate. Questa posizione era sottolineata anche nel “Preambolo di Carlo Donat-Cattin”, un documento che sintetizzava la strategia politica della DC e che faceva esplicito riferimento alla necessità di tenere i comunisti lontani dal governo.

La DC temeva che un coinvolgimento dei comunisti nell’esecutivo potesse mettere a rischio la stabilità politica e istituzionale del paese, soprattutto considerando il contesto della Guerra Fredda e della divisione ideologica tra Est e Ovest. Inoltre, la DC vedeva il PCI come una minaccia alla sua stessa egemonia politica e al suo ruolo di garante dell’ordine sociale e politico italiano. Ricordiamo che Inghilterra e Stati Uniti erano guidati da Margareth Thatcher e Ronald Reagan che, facendo leva anche sul nuovo Papa polacco, stavano iniziando la loro opera della già traballante Unione Sovietica che si stava impantanando in Afghanistan.

In questo contesto, l’emergere del Pentapartito come coalizione di governo rappresentava quindi una risposta strategica alla minaccia percorsa dal PCI, riflettendo la determinazione della DC e degli altri partiti coinvolti a mantenere il controllo politico e a preservare l’ordine costituito dall’egemonia del centro-destra.

Il primo governo Craxi, in carica dal 1983 al 1987, si rivelò longevo e la soluzione del pentapartito durò a lungo nonostante la complessità della coalizione e ha rappresentato un periodo di relativa stabilità politica in Italia. Cercò di modernizzare l’economia italiana affrontando problemi strutturali come l’inflazione e il deficit di bilancio mediante riforme che includevano la liberalizzazione del mercato, la riduzione della spesa pubblica e la promozione degli investimenti esteri.

In politica estera Craxi sostenne il rafforzamento dei legami con l’Europa occidentale e con gli Stati Uniti, mentre cercava di mantenere un equilibrio nelle relazioni con i paesi del blocco orientale durante la Guerra Fredda. Dovette anche affrontare la spinosa vicenda del sequestro della Achille Lauro.

Iniziò il periodo della Milano da bere, del rampantismo che si abbinò all’edonismo reaganiano, ma fu anche un periodo di controversie e scandali. In ogni caso, quel 4 agosto iniziò un importante periodo storico per l’Italia.

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