Vieni avanti cretino (Film, 1982)

Vieni avanti cretino (1982) è uno degli ultimi film diretti da Luciano Salce; il protagonista assoluto è Lino Banfi – di solito con spalla Franco Bracardi – calato in una serie di situazioni esilaranti tipiche dell’avanspettacolo. Le scenette che caratterizzano il film sono simili a quelle che portò sulla scena Walter Chiari imitando i fratelli Derege. Memorabile la parte iniziale quando Banfi scambia la sala d’aspetto di un dentista per una casa di tolleranza con tutti gli equivoci che ne conseguono tra lui e un esilarante Gigi Reder. Michela Miti è la bellezza femminile che incontriamo in uno degli episodi migliori, ma tra gli interpreti ricordiamo Franco Bracardi, Adriana Russo, Gigi Reder, Jimmy il Fenomeno, Luciana Turina e Moana Pozzi.

Un barzelletta-movie d’autore, un film teatrale – tra avanspettacolo e cabaret – invecchiato benissimo, che ancora oggi fa ridere a quattro ganasce a distanza di anni dalla sua uscita. Lino Banfi nei panni di Giuseppe esce di galera, dove si trovava per un equivoco, dopo due anni: l’amico (Franco Bracardi) gli trova un lavoro, ma lui ne combina di tutti i colori, sia da garagista che da cameriere. Al bar dove lavora si beve tutti i caffè che porta a un cliente per via di una serie di equivoci in una scena con protagonisti Adriana Russo, Nello Pazzafini (barista) e il pessimo sosia di Benigni, Mireno Scali (cliente). Banfi diventa isterico a forza di bere caffè, quindi manda in visibilio il pubblico come ballerino di flamenco cantando: “Filomena muy hermosa, è scappata da Canosa/ Filomena galopera è passata da Lucera./ E con todo il mi tormento l’ho cercata nel Salento./ Una noche pien de pioggia l’hanno vista pure a Foggia./ Io me soy desperado però non me soy sparado;/ sono pieno de libido, arrapedo ed ingrifido/ e anche un po’… rincoglionido”.

Il film è composto da alcuni episodi scollegati l’uno dall’altro uniti solo dalla professionalità di Salce e dalla bravura di Lino Banfi. In uno dei segmenti il protagonista lavora con Paolo Paoloni, noto omofobo che “non tollera uranisti”, e si fa beccare con le scarpe della zia messe allo scopo di allargarle, gettando dubbi enormi sulla sua mascolinità. In fabbrica ai lavori elettronici impazzisce nell’attivare e disattivare congegni, infine viene cacciato. In questo episodio si intravede una giovanissima Moana Pozzi che aveva fatto una breve apparizione anche in W la foca!. Interessante la parte con Luciana Turina, padrona di un cane sperduto che offre sé stessa a Banfi come premio del ritrovamento.

Il finale della pochade – di questo si tratta! – è originale con Luciano Salce che decreta una fucilazione a torte in faccia ai danni di Lino Banfi, come giudizio critico sull’attore, recando omaggio alle vecchie comiche. Pure la parte iniziale vedeva Banfi in un camerino-cesso mentre a noti attori statunitensi (che declinano la partecipazione) era stato riservato un camerino di lusso. Michela Miti è la bella Carmela che irretisce un Banfi improvvisato meccanico, per rubare tutte le auto dell’officina. Carmela è d’accordo con la banda dei fratelli, pregiudicati e ladri matricolati, che irrompono sul più bello e fanno piazza pulita. La sequenza sexy tra Banfi e la Miti è piccante con la bella attrice che resta seminuda in mutandine bianche e reggicalze. C’è un momento in cui dagli slip traspare er pelo e il seno della bella attrice sfiora il volto di Banfi. Una citazione della commedia sexy.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog La Cineteca di Caino”]

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